Il cinquantesimo anniversario dello stabilimento di Cuneo di Michelin (dove la casa francese produce pneumatici per vettura e trasporto leggero) è stata anche l'occasione per presentare la gamma agricola del marchio di Clermont Ferrand e in particolare l'ultima tecnologia offerta da Michelin in questo settore, denominata Ultraflex. Ricordiamo che in ambito pneumatici agricoltura, Michelin è presente con una strategia multimarca, cioè con i tre marchi Michelin, Kleber e Taurus.
«Sono più di 2.000 le persone impegnate in tutto il mondo sulla linea prodotto agro di Michelin - ha spiegato Massimo Zamagni, responsabile marketing del prodotto agricoltura di Michelin Italiana - che può contare sulla presenza di 3 stabilimenti in Europa (Spagna, Francia e Polonia). Michelin è leader nel mercato dei ricambi in Italia come gruppo (in particolare grazie al marchio Kleber), con quote di mercato importanti e consolidate nei segmenti tecnici e di innovazione (grazie in particolare al marchio Michelin e alla linea UltraFlex)».
Tre sono i principi a cui si ispira Michelin in agricoltura: maggior produttività (che significa anche rispetto dei suoli), ottimizzazione dei costi (in termini di economia di carburante e di risparmio dei tempi di lavoro) e ottimizzazione dell'investimento (ovvero lunga resa oraria). Il perfetto equilibrio di queste prestazioni è rappresentato dagli pneumatici dotati della tecnologia Michelin Ultraflex. Dato che il capitale più prezioso in agricoltura è un suolo in buona salute, il suo compattamento ne danneggia la struttura, riducendo la circolazione dell'acqua e dell'aria. L'eccessiva pressione esercitata sul suolo dovuta al traffico veicolare nei campi dei trattori e dei rimorchi determina un compattamento verticale, mentre nel caso di una ruota motrice, lo sforzo di trazione comporta un compattamento orizzontale da parte della parte posteriore dei ramponi. Secondo Michelin, a differenza di tutti gli altri settori (pneumatici per vettura, autocarro, genio civile, moto ecc.) nel settore agricoltura è fondamentale che la pressione di gonfiaggio relativa all'insieme macchina + attrezzi sia regolata al valore più basso.
La tecnologia innovativa Ultraflex della carcassa garantisce una riduzione considerevole del compattamento del terreno, perché permette di lavorare con pressioni di esercizio basse (le più basse del mercato, sostiene Michelin). Il risultato si traduce in rendimenti agronomici migliori e produttività più alta. Il pneumatico dotato di tecnologia Michelin Ultraflex, sostiene la casa francese, ha caratteristiche tecniche ben precise: sommità piatta, spalle rinforzate, mescola di gomma resistente, fianchi a elevata capacità di flessione e resistenza. La carcassa consente pressioni più basse, senza compromettere la resistenza nel tempo e la capacità di carico, e i fianchi del pneumatico permettono un elevato grado di flessione a vantaggio di un'impronta al suolo più grande. Tutto questo si traduce in una riduzione del compattamento, perché la superficie di contatto più ampia permette una miglior ripartizione della pressione sul terreno, riducendo il calpestamento del terreno e le tracce lasciate sul suolo.
Test sul campo
Abbiamo avuto la possibilità di vedere sul campo (clicca sul link al video in alto a destra), grazie alla disponibilità dell'azienda dei Fratelli Pinardi in provincia di Alessandria, come la pressione incida sulla trazione, e quindi sul risparmio di carburante e sul rispetto del terreno, mettendo a confronto uno stesso pneumatico Michelin XeoBib Ultraflex (anteriore VF 600/60R30 e posteriore VF 710/60R42) utilizzato in condizioni da simulare un pneumatico convenzionale (1,6 bar di pressione sia anteriormente che posteriormente) e in condizioni appunto Ultraflex, cioè 1 bar di pressione negli pneumatici posteriori e 0,7 bar in quelli anteriori. Il consumo di carburante è stato calcolato a parità di lavoro (con un coltivatore Gigante a 11 punte della Vittone da 2.800 kg di peso accoppiato a un Massey Ferguson 7495 Dyna-VT), gestendo due distinti contenitori di gasolio tramite un sistema di elettrovalvole collegato all'alimentazione del trattore (che ovviamente teneva conto anche del ritorno) e provandoli uno alla volta (mantenendo stessa pompa d'iniezione, stesso settaggio e stesso motore, variando solo la pressione degli pneumatici tra una prova e l'altra). Ovviamente è stato dato per scontato che i due tratti di terreno lavorato (150 m circa) dessero la stessa resistenza all'avanzamento. L'assunto è che variando la pressione degli pneumatici, cambia anche la capacità di trazione del trattore e quindi la sua velocità di avanzamento, nel senso che a pressione degli pneumatici più bassa, lo slittamento si riduce e quindi il trattore sviluppa una velocità di avanzamento più alta (1-2 km/h in più).
Nella prima prova (1,6 bar di pressione sia davanti che dietro) il trattore ha mostrato uno slittamento intorno al 30%, con un consumo di carburante dell'81,6% del gasolio disponibile, mentre nella seconda prova (1 bar davanti e 0,7 dietro, per uno slittamento ridotto a un 20% circa) ha consumato il 64,5% del gasolio disponibile, per un risparmio di carburante superiore al 21% nei confronti della prima prova. Al risparmio di carburante, inoltre, si associa un migliore impatto sul suolo. Infatti, oltre alla differenza visiva dei tratti di terreno lavorato, con quello della prima prova che risultava decisamente più destrutturato rispetto alla seconda, è stata effettuata una comparazione tra la superficie di contatto al suolo del pneumatico posteriore nelle due condizioni: la prima prova generava un'area di 5.236 cm2, contro i 6.090 cm2 della seconda. Un'ulteriore differenza visibile a occhio nudo era l'inter-rampone molto meno compattato nella seconda prova, per quello che si chiama “effetto cingolo”, ossia lo pneumatico Ultraflex si stende e aumenta la capacità di trazione diminuendo il calpestamento.