Mettete lo scenario del castello romantico di Neuschwanstein dove aleggiano l'estetismo visionario ed eclettico di Ludwig II di Baviera e la musica di Wagner, aggiungete la travolgente colonna sonora della cavalcata delle Walchirie e il nuovo trattore 1000 Vario di Fendt, un cavaliere del Sacro Graal da 500 cavalli e avrete lo sfondo epico in cui si é svolta la presentazione alla stampa di un modello destinato a far parlare di sé e che verrà ufficialmente presentato nel quarto trimestre del 2015.
Il trattore è stato accompagnato nel cortile austero del castello da una vera e propria processione di persone, composta dal management di Fendt e dai giornalisti della stampa internazionale.
Ma se bisognerà attendere ancora un po' per la commercializzazione di questo “capolavoro tedesco”, ideale per lavori di trazione che richiedono una potenza elevata, dalla fine di quest'anno sarà disponibile la Serie 700 Vario con i modelli 714,716,718,720,722 e 724 che copre la gamma di potenza da 145 a 240 CV. Oltre alle varianti di allestimento 700 Vario ProfiPlus e 700 Vario Profi ora il Fendt 700 Vario è disponibile – analogamente al Fendt 500 Vario Power – nella più economica versione Vario Power.
Oltre a soddisfare la fase Tier IV Final la serie di trattori 700 Vario vanta ora più efficienza, confort e sicurezza. Gli attrezzi per esempio, possono essere utilizzati a un regime ridotto, il nuovo tergicristallo garantisce una visibilità a 300° e i fari LED sono dotati di regolazione della profondità. Arriverà invece nel primo trimestre del 2015 il nuovo Fendt 300 Vario con i modelli 310, 311,312 e 313 il cui fulcro è un motore Agco Power a quattro cilindri da 4,4 litri, dotato di sistema di iniezione Common Rail e turbocompressore wastegate a regolazione elettronica.
Sarà possibile testare sul campo la serie 700 e la Serie 300 nel corso di un evento organizzato da Fendt il 27 e 28 agosto prossimo a Wadenbrunn, in Germania.
Novità anche per quanto riguarda le mietitrebbie della Serie C (che con il sistema di guida parallela VarioGuide e il trinciapaglia a sei file impongono nuovi standard nel segmento premium della classe media superiore), e della Serie L in cui è stato introdotto il sistema di comando Fendt Variotronic già impiegato per i trattori.
Infine, per quanto riguarda le trince, la commercializzazione della Katana 85 inizierà il primo ottobre di quest'anno.
Tanta carne al fuoco quindi, per il costruttore tedesco che pur ammettendo, attraverso le parole di Peter Josef Paffen, vice presidente e direttore di Agco/Fendt, l'esistenza di un mercato internazionale a macchia di leopardo, con luci e ombre e con zone di instabilità, si dimostra fiducioso per una ripresa globale della meccanizzazione agricola.
Il 2013 è stato un anno record per Fendt, con 17.873 trattori venduti, oltre il 20% rispetto all'anno precedente. Intensa attività di ricerca e sviluppo, ingenti investimenti, numero di dipendenti pressoché invariato (sono stati creati 11.000 posti di lavoro negli ultimi 10 anni) aumento delle quote di mercato sono la cartina di tornasole di una strategia di gruppo che si è dimostrata vincente.
Ora, oltre all'implementazione delle gamme di prodotto, si guarda ad altri, promettenti mercati: entro il 2050 il fabbisogno alimentare della popolazione mondiale aumenterà e occorre essere pronti a “nutrire il pianeta” (che è poi lo slogan di Expo 2015 ) in maniera capillare e completa. Quindi si guarda a Cina, Africa, Ucraina, Russia, Medio Oriente...
Ma non basta fornire macchine, come ha puntualizzato Rob Smith, Senior Vice President e General Manager EAME. Occorre trasmettere know how, conoscenze specifiche e integrate perché lavorazione semina, protezione, raccolta, stoccaggio e gestione delle macchine agricole diventino anelli di una catena virtuosa in grado di modificare la quotidianità degli agricoltori. Il modello della “Future Farm” avviato in Africa è solo il primo tassello di un modo più proficuo e sostenibile di concepire l'agricoltura che Fendt, insieme ai propri partner tecnologici, ha l'ambizioso obiettivo di diffondere nel pianeta.
Articolo di Daniela Grancini