«Abbiamo chiuso il 2013 con un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro, sovraperformando leggermente l’andamento del mercato. Ma ciò che più conta è il fatto di essere riusciti ad avere un utile netto di oltre 60 milioni di euro, il 5% del fatturato. Un dato che ci consente di sostenere gli sforzi e gli investimenti che stiamo realizzando per migliorare ulteriormente». L’amministratore delegato del gruppo Lodovico Bussolati, a Treviglio durante il lancio dei nuovi Explorer e Dorado, non nasconde una certa soddisfazione e imputa i positivi risultati a due fattori chiave: il consolidamento della strategia di internazionalizzazione e il notevole rinnovamento della gamma prodotto.
Sul 2014 Bussolati non si espone: «Pensiamo di crescere leggermente di fatturato (l’obiettivo plausibile potrebbe essere quello di 1,3 miliardi di dollari, ndr) e saremmo soddisfatti se riuscissimo a mantenere lo stesso volume di utili. Di certo confermeremo la quota destinata alla ricerca e allo sviluppo prodotti, attualmente vicina al 5,5% del fatturato, indicativamente fra i 65 e i 70 milioni di euro».
L’incontro alla casa madre è l’occasione per fare il quadro della situazione di un gruppo che è sempre più targato Deutz, visto che il marchio ‘verde’ rappresenta ormai il 71% del giro d’affari complessivo, e sempre più votato ai trattori, che incidono per il 77% del fatturato.
Bussolati allarga gli orizzonti e individua fuori Europa i veri Paesi-obiettivo, che completano il cuore italo-tedesco: «In primo luogo l’India, centro nevralgico della produzione motoristica, area in cui realizziamo il nuovo Farmotion. Poi la Turchia dove, dopo il rinnovo dello stabilimento di Bandirma, abbiamo già realizzato 1.600 trattori nel 2013 e dove produciamo il Same Frutteto in versione ‘economica’. Infine la Cina, nella quale contiamo di produrre nel 2014 quasi 10mila trattori e raggiungere una quota di mercato del 2,8%. In Cina peraltro partiranno due nuove piattaforme per la produzione di trattori Deutz da 90-130 CV e 140-170 CV».
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