Le gomme del futuro

PneuTrac Trelleborg Tires
Sostenibilità, compattamento e durata sono le linee convenzionali su cui si muove la ricerca. Ma ce ne sono altre più “ardite” che stanno emergendo. Vediamo quali

«Il 2024 sarà l’anno degli pneumatici senz’aria», annunciava, trionfale, un titolo del 2019. Da allora a oggi sono successe diverse cose, ma l’aria negli pneumatici c’è ancora, a far da ammortizzatore per buche e sassi.

L’articolo, d’accordo, si riferiva alle auto e in effetti lì qualcosa sta cambiando: sono sempre di più i prototipi e i test per arrivare, effettivamente, a gomme prive di aria e dunque insensibili alle forature e al calo di pressione, due dei principali problemi per gli pneumatici in ambito automobilistico, nonché fonti di potenziali rischi per i passeggeri. Ma come vanno le cose nel mondo agricolo? Si fa sperimentazione attorno a concetti di questo tipo? Più in generale, come si stanno evolvendo gli pneumatici in questo settore?

Sono essenzialmente tre le strade su cui si muove la ricerca, come abbiamo scoperto interpellando i principali costruttori di pneumatici per primo equipaggiamento e after market. Le più tradizionali riguardano la maggior durata e il ridotto compattamento del terreno: un problema a cui gli agricoltori stanno diventando molto sensibili e che i costruttori, di conseguenza, cercano di risolvere con tutte le armi a loro disposizione, come vedremo in seguito. Accanto a esse, si sta facendo prepotentemente strada il tema della sostenibilità ambientale, che in parte si collega al compattamento del suolo, ma si traduce anche in un profondo rinnovamento delle mescole, realizzate con l’impiego di materiali rinnovabili, che le rendano al tempo stesso meno impattanti e più facili da riciclare.

Formati innovativi

Accanto a queste linee di ricerca, che potremmo definire convenzionali, ve ne sono altre più ardite, che si spingono a immaginare il futuro dello pneumatico agricolo a medio termine. Una pratica comune a tutti i settori: una Ricerca e Sviluppo che si rispetti non si limita a progettare il domani, ma getta lo sguardo su un futuro più o meno lontano, cercando di prevedere quanto potrà essere diverso dal presente. Talvolta, da questa che potremmo considerare una ricerca quasi pura, al limite fine a sé stessa (perché molto spesso i progetti che porta avanti finiscono nel nulla), escono idee che sono al tempo stesso innovative e sufficientemente pratiche per essere messe in commercio. Negli ultimi anni, in tema di pneumatici per usi industriali e agricoli, ne ricordiamo due: PneuTrac di Trelleborg e X Tweel di Michelin. Più molte altre innovazioni meno rivoluzionarie, ma comunque assai interessanti, come i ramponi a disegno differenziato o gli stessi pneumatici a bassa pressione, in tutte le loro declinazioni. Soluzioni che hanno portato notevoli vantaggi agli agricoltori e sono in via di diffusione, anche se indubbiamente meno d’impatto rispetto, per esempio, a una gomma senz’aria o a quell’ibrido tra pneumatico e cingolo che è lo PneuTrac.

X Tweel Michelin

Con l’aria, ma come un cingolo

Una gommatura dal profilo assolutamente sui generis, che unisca le qualità dello pneumatico tradizionale con la trazione e il galleggiamento di un cingolo: è il brevetto da cui origina PneuTrac di Trelleborg Tires. Non è – va specificato – un’esclusiva di Trelleborg Tires: quest’ultimo è però il marchio che per primo e con maggior convinzione l’ha portata sul mercato, contribuendo a trasformare questa affascinante idea in una realtà concreta. Un processo ormai completo se è vero che, come ci spiega Alessio Bucci, Senior Product Marketing Manager, pur costituendo una nicchia nella nicchia degli specialistici, PneuTrac è sempre più apprezzato, soprattutto da chi lo ha provato almeno una volta. È anche per questo motivo che a breve saranno introdotte due nuove misure. Si arriverà così a sei possibili combinazioni, coprendo quasi tutte le opzioni per il settore degli specialistici.

Prima di proseguire, tuttavia, facciamo un passo indietro e spieghiamo qualcosa di più su PneuTrac. In sostanza, come si vede dalle foto che pubblichiamo, si tratta di uno pneumatico (quindi con presenza di aria all’interno) dalla forma decisamente insolita. Il suo profilo a Omega, dice sempre Alessio Bucci, è il suo segreto: grazie a esso e alla particolare solidità delle spalle, PneuTrac può viaggiare su strada come uno pneumatico qualsiasi, ma quando è in campo il battistrada, particolarmente flessibile, ha un comportamento simile a quello di un cingolo; per cui assicura aderenza, traino e un elevato galleggiamento. È il motivo per cui Trelleborg Tires, dopo averlo proposto per i trattori da frutteto e vigneto, sta valutandone l’estensione alle macchine da campo aperto, ovviamente dopo aver verificato che ne derivino effettivi benefici per quel settore.

SolidAir Camso

Ruote senz’aria già sul mercato

Chi non segue le ultime novità in materia potrebbe anche essersi perso qualche puntata e allora ecco un’informazione assai intrigante: gli pneumatici airless, ovvero senz’aria al loro interno, sono già in produzione e sul mercato, anche per il settore cosiddetto off-road. Ci ha pensato, per esempio, Michelin, un nome che in questi anni si è spesso legato all’innovazione: basti ricordare le AxioBib, con tecnologia Ultraflex, in campo da un decennio esatto. Per togliere del tutto l’aria bisogna invece passare alle X Tweel: pneumatici – a rigor di logica non si dovrebbero nemmeno chiamare pneumatici – formati da un battistrada fissato alla parte centrale da una rete di lamelle, sufficientemente resistenti per reggere il peso del mezzo su cui sono montate. Una tecnologia che richiama un po’ la ruota di una bicicletta, per una soluzione che, spiega il costruttore, oltre a non aver bisogno di manutenzione (ovvero di regolare la pressione) dura fino a tre volte più di uno pneumatico tradizionale con la stessa profondità di battistrada, assicura un comfort anche superiore al suddetto e, cosa non da poco, si può rigenerare molto più facilmente, riducendo così gli scarti e facendo un favore all’ambiente.

Dopo essere state ampiamente testate sulle auto, le gomme X Tweel, in versione Ssl, sono già disponibili per le pale compatte e i trattorini da giardinaggio.

Lavorano dunque principalmente in edilizia e nel verde pubblico, ma anche in diversi settori contigui all’agricoltura, come il florovivaismo, i piccoli allevamenti e simili. Non è però un segreto – e Michelin non lo nega certamente – che si pensi di ampliare la gamma, estendendola, presto o tardi, all’agricoltura tout court. A iniziare magari dai mezzi meno impegnativi, come i trattori specialistici, sulla falsariga degli Pneu Trac sopra descritti. Quella di Michelin non è tuttavia un’esclusiva. Ricordiamo per esempio che anche Camso, marchio noto soprattutto per i suoi cingoli, produce una ruota senz’aria. È il Solideal SolidAir: molto simile a una ruota piena, ma con ampi fori nelle spalle, per fornire un parziale ammortizzamento, è utilizzato su carrelli elevatori e simili, anche in ambiente agricolo.

Pressioni, mescole, riciclabilità

Lasciamo il futuristico X Tweel ma restiamo in ambiente Michelin per ricordare un’altra interessante innovazione, soprattutto ai fini del rispetto del suolo: EvoBib, presentato ormai sette anni fa, sta, anche se lentamente, prendendo piede. Per i più distratti ricordiamo che si tratta di un’evoluzione degli AxioBib, pensata per chi deve percorrere lunghi tratti asfaltati: lo pneumatico può infatti essere sgonfiato in campo e gonfiato in strada. Quando si abbassa la pressione, grazie alla particolare forma del battistrada, un maggior numero di ramponi entra a contatto con il terreno, aumentando la trazione. In strada, invece, soltanto una piccola superficie tocca il suolo, riducendo l’attrito e di conseguenza i consumi: -7% rispetto a uno pneumatico tradizionale, dice il costruttore, mentre l’impronta a terra aumenta del 12% se confrontata con un AxioBib di seconda generazione. Per il resto, Michelin lavora al miglioramento delle mescole, con l’obiettivo di ottenere al tempo stesso maggior durata, soprattutto sui terreni duri e ricchi di pietre e sostenibilità ambientale, grazie a materiali rinnovabili e facilmente riciclabili.

Attiva nella gestione delle pressioni dei suoi pneumatici, Trelleborg Tires ha lanciato di recente l'Atms (Adaptive Tires Management System), un sistema di sensori che ricava informazioni direttamente dallo pneumatico e le visualizza sul display del trattore. Il conducente può così conoscere costantemente pressione, temperatura e carico di ogni pneumatico, con suggerimenti su come migliorare le performance e ridurre i consumi.

Vibrofarm ATG

Al lavoro sulle mescole e la sostenibilità anche Atg, altro marchio del gruppo Yokohama, che per bocca del Country Manager Massimo Mori fa sapere di essere impegnato in toto nel settore agricolo e industriale, con importanti investimenti anche nella ricerca. Soprattutto, ci spiega, per migliorare l’impronta carbonica dei prodotti, con l’introduzione di significative percentuali di materie prime riciclabili. Per quanto riguarda forme e strutture, Atg è al lavoro sullo pneumatico ibrido, ovvero una soluzione che sia adatta al lavoro in campo sia ai trasporti, come il 373 Vibrofarm di Alliance, che unisce una costola centrale con ridotte solcature (per i trasferimenti su strada) a pareti laterali con talloni adatti ad aumentare l’aderenza in campo.

Bkt FL 695

Chiudiamo la nostra panoramica con Bkt, colosso indiano che ha nella sede di Bhuj il cuore della propria Ricerca e Sviluppo e si è concentrata, negli ultimi anni, nella progettazione di prodotti adatti a esigenze particolari: pneumatici altamente specializzati, pensati per soddisfare specifiche applicazioni e impieghi misti. Come, ci spiegano dalla filiale italiana, FL 695, progettato per rimorchi e carribotte che percorrono molta strada, ma in grado di cavarsela egregiamente anche in campo, nell’ottica di aumentare la produttività e semplificare il lavoro degli agricoltori. Un aspetto particolare dell’innovazione, per Bkt, è il lavoro svolto sul Carbon Black, il nerofumo utilizzato nella carcassa e nei battistrada degli pneumatici. Bkt produce da anni il carbon black di cui necessita, nelle varianti Hard grade e Soft Grade, utilizzati rispettivamente nei battistrada e nelle carcasse. Dal 2023 è inoltre iniziata la produzione di Specialty carbon Black, una versione a ridotto contenuto di ceneri. Il materiale è trasportato allo stabilimento con silos mobili, con un importante risparmio di sacchi ed energia elettrica, nell’ottica di ottenere un risparmio energetico del 70% nei prossimi anni.


Mercato europeo ancora in difficoltà

L’Associazione europea dei produttori di pneumatici e gomma (Etrma) ha pubblicato come di consueto le vendite europee di pneumatici di ricambio per il 2023 e per l’inizio 2024. Ogni categoria merceologica ha visto un trend negativo nel 2023 rispetto al 2022 e i segmenti più colpiti sono stati proprio quelli degli pneumatici agricoli di ricambio (-30%). «I dati confermano le tendenze negative osservate da giugno 2022 – ha dichiarato Adam McCarthy, Segretario Generale dell’Etrma –. Questi risultati sono dovuti principalmente a un calo della domanda trainato dai costi inflazionistici delle materie prime, dell’energia e dei salari, nonché alla riduzione delle scorte nei canali distributivi».

Diverso, invece, il trend nel 1° trimestre 2024, dove il segmento agricoltura è stato tra i più “performanti”, con solo un -1% rispetto al pari data 2023. «Il contesto inflazionistico generale continua a influenzare la domanda in tutte le linee di prodotti di pneumatici – ha aggiunto McCarthy –. L’evoluzione dei segmenti truck e bus rimane negativa (-8%) rispetto al primo trimestre 2023, così come per i pneumatici moto (-6%). Per quanto riguarda il segmento consumer, continuiamo ad assistere alla ripresa iniziata nell’ultimo trimestre del 2023, trainata principalmente dalle vendite di pneumatici invernali».

Ricordiamo che questi dati si riferiscono ai principali marchi produttori di pneumatici con stabilimenti in Europa, quindi non considerano quelli di provenienza indiana o cinese, che giocano un ruolo importante a livello globale. Basti guardare ai dati delle importazioni e delle esportazioni, per quanto aggiornati al 2020, per capire l’importanza di quei mercati.

Le gomme del futuro - Ultima modifica: 2024-05-21T12:09:23+02:00 da Ottavio Repetti

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