Toccato il fondo, si può soltanto risalire. Sono le parole di un responsabile marketing del settore macchine da raccolta, cui fanno capo, solitamente, le rotopresse. Le abbiamo scelte per aprire queste pagine dedicate, appunto, all’infelice momento del settore, stretto tra scarsa disponibilità finanziaria degli agricoltori, Psr in ritardo, prezzi delle commodities a livelli infimi e, non ultima, la concorrenza delle big baler, le maxi-presse che, se messe nelle mani giuste, sono in grado di fare il lavoro di dieci rotopresse tradizionali. Messa così, c’è poco da stare allegri, e in effetti i costruttori che abbiamo sentito – più o meno tutti i principali – allegri non lo sono per nulla, anche se quasi tutti guardano all’anno appena iniziato con una certa speranza. Qualcuno – Claas, tra gli altri – azzarda un incremento compreso tra l’otto e il dieci per cento, per la stagione appena iniziata. Altri non arrischiano previsioni e parlano più genericamente di «stabilità rispetto all’anno precedente»; in altre parole, non si risale ma nemmeno si scende, e già non è male. Tutti, dopo un 2016 che si è portato via quasi un terzo del mercato, sono comunque convinti che il peggio sia ormai alle spalle e le vendite non possano scendere ulteriormente.
Qualche numero
Dare consistenza al mercato delle rotopresse in Italia non è facile, per la mancanza di dati ufficiali e l’eterogeneità delle stime, che vanno da 600 a oltre mille macchine vendute. A ogni modo, non andiamo molto lontani dalla realtà se calcoliamo un giro annuo compreso tra le 600 e le 700 macchine. Parliamo, chiaramente, degli ultimi anni, dal momento che, in passato, le vendite difficilmente scendevano sotto quota 700. Poi è arrivata la crisi. Che, come leggeremo e come abbiamo già anticipato, ha molti padri. Tutto ciò ha determinato un calo di immatricolazioni che possiamo stimare tra il 20 e il 30%, nella scorsa stagione.
A dividersi una torta ormai divenuta dietetica sono in parecchi: semplici e relativamente economiche, infatti, le rotopresse sono un genere che piace, anche ai costruttori italiani. Che, non a caso, si sono ritagliati importanti fette di mercato. I best seller sono, oltre agli italiani Feraboli e Gallignani, Claas, Krone e Kuhn, non necessariamente in quest’ordine. Sentiamo allora qualche anticipazione sulla nuova stagione da parte dei principali costruttori.
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