Tutto questo fa notizia perchè arriva dopo anni di divieto alla pubblicazione di questi numeri, con tanto di multe pesanti ai costruttori trasgressori.
In primis occorre verificare questa “apertura” di Axema, se non altro in termini di cadenza, che dovrebbe essere semestrale. Sarebbe comunque già un passo avanti rispetto alla maggioranza dei Paesi europei, che non li possono divulgare, o al Regno Unito, che tramite l’associazione nazionale Aea rende pubblici i dati delle immatricolazioni dell’anno precedente… sinceramente si tratta di numeri che alla fine potrebbero risultare fuorvianti, perché diffusi con troppo ritardo.
A quanto ci risulta, ci sono già alcuni paesi che al momento rendono pubblici ufficialmente i dati delle immatricolazioni mese per mese: parliamo di Spagna, Portogallo, Austria e Svizzera.
Noi siamo tra quelli che sostengono che la pubblicazione delle immatricolazioni e delle quote di mercato per marchio non comporti affatto una turbativa del mercato. Anzi, sarebbe assolutamente a favore di una trasparenza che il nostro settore, e noi per primi, da sempre stiamo reclamando. Crediamo infatti che anche i costruttori, così come le associazioni di categoria, siano favorevoli alla pubblicazione di questi numeri.
L’ultimo nostro editoriale su questo tema lo abbiamo scritto ormai più di due anni fa, ma la prima volta che abbiamo chiesto a gran voce che si arrivasse a una situazione uniforme in tutta Europa risale addirittura al 2002...
Sinceramente siamo stanchi di assistere ogni anno al triste spettacolo delle varie testate del settore che rincorrono le proprie “talpe” per poter comunque pubblicare questi dati. Tra l’altro la trasparenza aiuterebbe anche a commentare dati davvero ufficiali e non ufficiosi e quindi contestabili in qualsiasi momento.
Rinnoviamo quindi l’invito, in particolare all’Associazione dei costruttori europei (Cema), a farsi portavoce presso gli Istituti preposti per arrivare a definire nuove regole uguali per tutti i paesi, allo scopo di garantire la massima trasparenza sui dati di mercato, come già avviene in altri settori.
Del resto, anche a Bruxelles dovrebbero cominciare a ricordare cosa dicevano già i Latini: errare humanum est, perseverare diabolicum…