Tra le numerose cure colturali del vigneto, la cimatura deve essere eseguita almeno una volta nel corso della stagione vegetativa poiché il rigoglio vegetativo delle piante di vite spesso eccede i limiti dimensionali delle strutture di supporto (pali e fili). Questa cura colturale, oltre a contenere l’ingombro della chioma, ottiene altri importanti risultati come la limitazione della competizione tra germogli e grappoli, favorendo la traslocazione dei nutrienti proprio verso i grappoli; migliora inoltre l’irradiazione solare dei grappoli e delle foglie “superstiti” che possono svolgere la fotosintesi clorofilliana con maggiore efficienza favorendo l’accumulo di zuccheri nell’uva. Si ottiene poi un maggiore arieggiamento della pianta evitando la formazione di ristagni di umidità da cui potrebbero scaturire malattie fungine e virosi. Il contenimento dell’ingombro della chioma agevola l’esecuzione di varie operazioni colturali, per esempio migliora l’efficienza dei trattamenti di difesa da parassiti e malattie, favorendo l’irrorazione mirata di ceppo, tralci, foglie e grappoli. È consigliabile eseguire la cimatura anche in prossimità della vendemmia in modo da facilitare le operazioni di raccolta. Si è ampiamente affermato l’impiego di cimatrici meccaniche, e tra queste le cimatrici a coltelli rotanti sembrano particolarmente idonee ad assicurare una recisione netta e rapida dei tralci anche a elevate velocità di avanzamento (10-12 km/h), consentendo di abbinare rapidità di intervento e grande capacità lavorativa.
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