Seminatrici di precisione, soluzioni innovative per semine veloci

I 5 km/h di velocità degli anni Ottanta-Novanta sono ormai doppiati dalla maggioranza delle seminatrici e in qualche caso anche triplicati o quadruplicati

Nel settore delle seminatrici di precisione il marketing delle case costruttrici spinge molto sulla velocità con la quale può operare un determinato modello, al punto da diventare un mantra imprescindibile della comunicazione di settore. Per operare a maggiore velocità sono stati resi più performanti gli elementi di semina e adeguata l’architettura della macchina. In molti casi ha giocato a favore di questo sviluppo l’esperienza che le case costruttrici hanno fatto negli ultimi vent’anni nel settore della semina su sodo e su terreno poco preparato con residui in superficie. Una palestra questa che aveva imposto una seria rivisitazione delle seminatrici, creando i presupposti tecnologici per l’attuale nuovo sviluppo.

In alcuni modelli sono state implementate soluzioni tecnologiche specifiche e innovative che hanno modificato il sistema con la quale il seme è trasferito al suolo, con lo scopo di mantenere una precisione elevata anche ad alte velocità di avanzamento. Se negli anni Ottanta-Novanta la velocità di semina era in genere prossima ai 5 km/h, oggi sono frequenti velocità di 8-10 km/h che possono raggiungere (o addirittura superare) i 15 km/h con seminatrici specializzate nell’alta velocità.

L’attuale sviluppo tecnologico delle seminatrici deve molto all’esperienza che le case costruttrici hanno fatto negli ultimi vent’anni nel settore della semina su sodo e su terreno poco preparato, con residui in superficie.

Inevitabilmente il maggior contenuto tecnologico che contraddistingue le nuove macchine ha determinato una lievitazione del costo di acquisto. Una riflessione tecnica su tale aspetto quindi è utile e doverosa per capire come e quando conviene investire su queste innovazioni. Iniziamo con l’ABC. Incrementare la velocità di avanzamento nella semina, o in qualsiasi altra operazione, incrementa, a parità di larghezza dell’attrezzatura, la capacità di lavoro della macchina e di conseguenza la produttività del lavoro umano. Incrementando la velocità possiamo, con una stessa attrezzatura, dominare superfici maggiori e quindi ridurre il numero delle seminatrici utilizzate.

Miglioramento della tempestività

Il maggior vantaggio però va individuato nel miglioramento della tempestività con la quale diventa possibile svolgere l’operazione. Ad esempio una seminatrice che consente di operare ad una velocità operativa due volte maggiore permette, in una giornata di lavoro, di seminare una superficie due volte più ampia e pertanto diventa possibile concludere l’operazione di semina in metà del tempo. Ciò aumenta la possibilità di terminare la semina all’interno delle finestre temporali concesse dall’andamento meteorologico. In altre parole, quando si palesano condizioni ottimali per la semina se ne può approfittare largamente, concludendo l’operazione su ampi territori.

Migliorare la capacità di lavoro aumentando la larghezza delle attrezzature non è sempre possibile o conveniente. Solo su ampie superfici, in corpo unico e suddivise in appezzamenti regolari si ha una vera utilità.

Si può quindi affermare che incrementare la velocità di semina consente di:

- svolgere maggiore lavoro;

- rispettare le condizioni ideali di semina (tempestività);

- ridurre gli effetti negativi dell’imprevedibilità dell’andamento meteorologico, acuita dai cambiamenti climatici in corso. Peraltro, la maggiore velocità diventa un vantaggio concreto e tangibile solo quando i “perditempo”, cioè i tempi di lavoro accessori, incidono poco sulla giornata di lavoro. Per esempio il vantaggio fornito dalla velocità si riduce molto quando si opera in appezzamenti di ridotta lunghezza e irregolari nel perimetro; quando i trasferimenti fra un appezzamento e l’altro sono lunghi e frequenti; quando non si organizza una rete efficiente per i rifornimenti della macchina (seme, concime, geodisinfestante, gasolio).

Inoltre, nella semina ad alta velocità diventano fondamentali le fasi di regolazione e taratura della macchina. Su tale aspetto l’elettronica oggi offre opportunità grandiose, perché, oltre a semplificare la fase di taratura iniziale, permette di verificarne l’efficacia e l’adeguatezza durante il suo svolgimento e, almeno parzialmente, modificarla senza interromperla.

La High speed planting tecnhology è quindi una occasione interessante per le grandi aziende cerealicole e per i contoterzisti specializzati.

Questa corsa verso lo sviluppo di seminatrici “ultra-veloci” ha però avuto riflessi su commercianti, tecnici e operatori che, superficialmente, attribuiscono a tutti i modelli ora in commercio potenzialità non sempre esistenti.

Profondità, compressione e distanza

La velocità di semina è uno dei parametri che maggiormente influenzano la qualità della semina di precisione. L’analisi della qualità si può, in questo contesto, ricondurre a tre parametri: rispetto della profondità di semina, adeguata compressione del terreno intorno al seme, rispetto della distanza sulla fila, evitando fallanze e doppie semina.

Le seminatrici elettriche a gestione elettronica permettono un minuzioso e costante controllo sull’operazione. Ciò oltre a migliorare la qualità della semina riduce fortemente i tempi accessori.

L’elevata velocità impone quindi dispositivi che consentano all’assolcatore di ridurre al minimo i sobbalzi, mantenendo costantemente la stessa posizione rispetto al suolo. Collegamenti alla trave del telaio, mediati da efficienti parallelogrammi articolati sui quali sia possibile modificare il carico e ruote di profondità adeguate per posizione, dimensione e materiale, sono le soluzioni sulle quali porre attenzione all’atto dell’acquisto.

Le ruote premiseme o altri dispositivi analoghi sono importanti per evitare al seme di spostarsi dal punto di caduta o addirittura fuoriuscire dal solco dopo la deposizione.

Gli utensili chiudisolco devono comprimere in modo adeguato il suolo in modo tale che l’umidità del terreno possa trasferirsi rapidamente e con continuità al seme, innescandone i processi di germinazione. Devono quindi possedere una ampia gamma di regolazioni che rendano il dispositivo efficace sia su terreno tendenzialmente umido sia su terreno tendenzialmente secco e o tenace.

Aumentando la velocità di avanzamento aumenta anche quella del disco di semina, cioè di quel disco che provvede alla selezione dei semi. Infatti, la velocità angolare di questo disco è regolata in modo tale che la sua velocità tangenziale (misurata a livello dei fori) sia pari a quella di avanzamento.

Variabilità del tempo e della distanza

Nelle seminatrici convenzionali, dove il seme cade liberamente a terra guidato dal tubo, questo incremento di velocità di rotazione del disco di semina, da solo, produce una variabilità nella distanza di semina.

In questo percorso si verificano in misura e numero variabile rimbalzi all’interno dell’adduttore che modificano il tempo di percorrenza. Tale variabilità aumenta incrementando la velocità del disco di semina. Una variazione nei tempi di percorrenza dal disco di semina al suolo si traduce in una alterazione della distanza di semina.

Facciamo un esempio: procedendo a 5 km/h, un ritardo nella discesa lungo il tubo adduttore di un solo centesimo di secondo (dovuto, appunto, a rimbalzi e attriti) si traduce in uno spostamento di 1,4 cm rispetto al punto di deposizione ideale; a 15 km/h tale differenza diventa di 4,2 cm. Il tempo impiegato dal seme per percorrere l’adduttore varia, e tale variabilità si trasforma in una variabilità nella distanza fra i semi che danneggia la produzione soprattutto di colture come mais, girasole, sorgo ecc.

L’elevata velocità di semina impone dispositivi che consentano all’assolcatore di ridurre al minimo i sobbalzi, mantenendo costantemente la stessa posizione rispetto al suolo.

Doppie deposizioni, fallanze e in genere distanze disformi non consentono di ottenere quella omogeneità di sviluppo delle piante (caratterizzate da una capacità di compensazione quasi nulla come le colture citate) che è alla base della produttività dell’appezzamento.

Interessanti a tale riguardo una serie di test condotti dal professor Marinello dell’Università di Padova che ha determinato in condizioni di laboratorio come un incremento della velocità di avanzamento si traduca in variabilità dei tempi di percorrenza. Con velocità sino a 8 km/h tale variabilità rimane al disotto del 20% per diventare quasi del 30% a 12 km/h e superiore al 40% a 16 km/h. Quindi aumentando la velocità è maggiore la variabilità del tempo di percorrenza e questa incide in misura ancora maggiore sulla variabilità della distanza.

Il campo introduce un’altra variabile che altera la distanza di deposizione: le vibrazioni e i sobbalzi dell’elemento di semina durante lo svolgimento del lavoro. Questo genere di sollecitazioni aumenta al crescere della velocità di semina e ciò peggiora la performance di semina della macchina rispetto a quanto osservato in laboratorio. Questo spiega perché, se non si adottano sistemi di trasporto pneumatico del seme, velocità superiori a 8-10 km/h sono da sconsigliare.

Seminatrici di precisione, soluzioni innovative per semine veloci - Ultima modifica: 2019-09-09T09:09:51+02:00 da Roberta Ponci

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