Quando si dice una collezione mirata, con pochi esemplari ma di qualità e per di più di un giovane. Enrico Gasparoni di Cotignola (Ra) ha 34 anni e si è avvicinato al mondo del collezionismo di trattori d’epoca nel 2015. I suoi mezzi preferiti sono i Lamborghini e i Porsche. E per un motivo chiaro: sono legati in maniera indissolubile alle più quotate quattro ruote sportive. «Adoro i marchi Lamborghini e Porsche - esordisce il giovane collezionista - ed essendo nato in campagna, sono sempre stato legato ai trattori. Mio nonno, causalmente ma non troppo, aveva un trattore Porsche. Così, quando mi è esplosa la passione mi sono orientato sui due marchi che avevano alle spalle la costruzione di automobili».
La parola d’ordine di Gasparoni è avere pochi pezzi, ma di qualità. Quello che gli sta più a cuore e che non se ne priverebbe per nulla al mondo, è un Porsche Junior K tipo 108 del 1958, 822 cc di cilindrata, 14 cv, naturalmente raffreddato ad aria. Il trattore è conservato molto bene: i precedenti proprietari, non collezionisti, lo tenevano in maniera ordinata e precisa. «È una soddisfazione trovare dei mezzi così - aggiunge il collezionista - in quanto sono quasi perfetti. Il colore è quello con cui è uscito dalla casa costruttrice, i pezzi sono quasi tutti originali. Le targhette identificative sono perfettamente leggibili, anche quella dell’importatore italiano (Aedes) che era di Bolzano. L’iscrizione all’Uma è BZ12290, mentre il trattore è stato immatricolato a Bologna e ha ancora la sua targa d’epoca. Magari l’ho pagato qualcosa in più rispetto alla media, ma è sempre positivo investire per un mezzo così pregevole. Credo che nel collezionismo sia meglio avere qualche pezzo in meno, ma quelli che si possano distinguere».
Il cambio dello Junior è lo ZF a 6 marce, con il riduttore per le lente e le veloci. «In Germania i Porsche sono più diffusi che non in Italia, per ovvi motivi. E là è anche più facile reperire gli eventuali pezzi di ricambio originali». Un passo indietro: la Porsche Diesel MotorenbauGmbH costruì trattori a cavallo del 1960, più precisamente fra il 1956 e il 1963. Aveva una potenzialità di circa 20mila trattori l’anno. Caratteristica dei Porsche è il cofano allungato, dalle forme curvilinee e il colore rosso. La gamma dei Porsche comprendeva trattori con motori raffreddati ad aria con potenze fra i 12 e i 50 cv. Il più piccolo era il P111 da 12 cv, era pensato per aziende agricole di modeste dimensioni, ma era attrezzabile con accessori per le diverse operazioni di campagna.
Un altro pezzo importante, cui Enrico tiene particolarmente, è il Lamborghini 1R doppia trazione a carreggiata stretta del 1964. «E un trattore costruito in non molti esemplari. Anche fra i collezionisti non è molto diffuso, perché non è di facile reperibilità. Ha la caratteristica di avere la carreggiata più stretta di 22 centimetri rispetto alla versione tradizionale. Questo mezzo veniva utilizzato nei filari (frutteti e vigneti), dove qualche centimetro in meno poteva essere utile. Le 4 ruote motrici erano molto utili nei terreni in pendenza, vale a dire nella maggior parte del territorio agricolo italiano».
Rimanendo in ambito Lamborghini, da segnalare un Diesel DL 30 Mwm, non molto diffuso, con motore tedesco 2 cilindri del 1953. Il carro è del DL 36-40. Un altro dei suoi pezzi preferiti è la Lamborghinetta. Era il più piccolo di casa Lamborghini, con un motore a 2 cilindri che sviluppava una potenza di 22 cv. Pesa circa 10 quintali e il raffreddamento è ad aria. Quello che Gasparoni ha in collezione è un esemplare di 1958 e all’epoca costava circa un milione di lire.
Un classico dei collezionisti Lamborghini è il DL25C, in pratica il primo cingolato costruito dalla casa emiliana dopo il periodo pionieristico delle carioche. Il DL25 ha come motore un endotermico in ghisa perlitica, mentre le camicie e le testate erano in ghisa ad alta resistenza. Il raffreddamento è ad acqua. La presa di forza ruota a regime con il motore, ma era possibile accoppiarla a un’altra presa a giri unificati. Al posto della presa di forza ad albero si poteva inserire la puleggia, ancora molto in voga nel 1955, anno in cui fu iniziata la produzione del DL25C.
Tornando ai Porsche, in collezione vi è anche un modello Standard 25 cv del 1960. Questa era una macchina realizzata per soddisfare un’ampia platea di fruitori; era adattabile a qualsiasi azienda grazie alla vasta gamma di macchine operatrici che vi si potevano abbinare. Come accessori si potevano acquistare il sollevatore, la presa di forza sincronizzata e anche la presa di forza anteriore. «I Porsche sono i miei preferiti - conclude Gasparoni - per una serie di motivi. Vi sono legato sentimentalmente perché mio nonno ne aveva uno; poi sono belli a vedersi, grazie alla loro linea e al colore; e mi piace l’affidabilità che hanno sempre dimostrato».
ANCHE I TRATTORI ORSI NELLA COLLANA EDAGRICOLE
Dopo “Trattori cingolati storici italiani”, secondo volume sui trattori d’epoca a cura di Matteo Vitozzi edito da Edagricole. Questo volume tratta la storia della ditta Orsi relativamente alla sua produzione di trattori agricoli. Sebbene la Orsi si occupasse anche della costruzione di pressapaglia, trebbiatrici, locomobili, mietitrebbie, trattori industriali e macchine agricole varie, la scelta è caduta unicamente sui trattori agricoli, in quanto l’argomento in sé è già abbondantemente ampio. Oltre alla storia vera e propria dell’azienda, nel volume vi è una sezione dedicata ai modelli di trattori Orsi costruiti dal 1931 al 1964, corredata di foto storiche e schede tecniche con dimensioni, pesi, motorizzazioni ecc. Gli esemplari sono presentati in ordine cronologico in base alle iscrizioni presso l’Uma (Utenti Motori Agricoli), organismo statale italiano designato all’erogazione di carburante agevolato per il settore primario. Tale ente pubblica ogni anno una statistica, con i trattori nuovi di fabbrica registrati nell’annualità in corso e un elenco del parco trattori esistente in quel momento in Italia. Altre fonti utili al reperimento di informazioni su di essi sono le carte di circolazione emesse dalla Motorizzazione Civile e il materiale pubblicitario stampato dalla Orsi, assieme ai manuali d’uso e manutenzione o dei cataloghi ricambi. I codici Ral delle vernici sono stati ottenuti mediante verifica diretta su trattori perfettamente conservati, sui quali è ancora presente il colore originale.
Grazie alle recenti statistiche Uma sulla situazione italiana dei trattori agricoli pubblicate sul sito web di Federunacoma è stato possibile indicare l’attuale realtà numerica degli Orsi ancora presenti sul territorio nazionale. Le misure degli pneumatici nei trattori ruotati e dei pattini nei trattori cingolati sono state controllate direttamente sui mezzi Orsi giunti fino ai giorni nostri, così come le lunghezze, le larghezze e le altezze totali. Di alcuni trattori furono prodotte versioni speciali, ad esempio con una marcia superiore nel cambio di velocità oppure con lo scarico dei fumi posteriore anziché anteriore: in questi casi, per questioni di spazio, si è preferito mostrare l’esemplare originario perché maggiormente diffuso tra i collezionisti. Una precisazione: il primo modello Orsi, uscito nel 1931 e chiamato Orsi 30, è difficilmente reperibile. In questo libro le foto del modello Orsi 30 sono state sostituite da immagini del trattore Lanz HR5 Kuhlerbulldog, tipologia alla quale l’azienda Orsi si ispirò per i primi esemplari.