Telescopico o telescopica?
In questo caso dietro al genere maschile o femminile ci sono due modi completamente differenti di intendere la movimentazione nell’azienda agricola.
Se il sollevatore telescopico è stato ormai sdoganato ed è un protagonista dello skyline delle aziende agricole italiane, ha però dimostrato dei limiti strutturali nelle applicazioni più pesanti. Chi li usa negli impianti di biogas ha toccato con mano le problematiche che questi mezzi, della cui polivalenza nessuno discute, mettono sul piano dei costi di gestione.
Per contro molti agricoltori sono entrati nell’ottica, per gli impieghi più pesanti, delle pale gommate. Che hanno però evidenti limiti geometrici in altezza che pongono non poche difficoltà di scelta.
Una protagonista dell’ultima ora è la pala gommata telescopica che, fino ad ora, non è stata vista per le sue reali potenzialità.
L’ultima edizione di Agritechnica ha invece messo in evidenza una crescita sia dei modelli offerti dal mercato sia una crescita del peso operativo.
Un’opportunità che in molti stanno valutando anche a fronte di un rispetto delle normative che porta queste macchine a raggiungere le altezze massime consentite per impilare i balloni. Senza contare che la sensazione di sicurezza, grazie alla cabina in posizione rialzata e all’articolazione di sterzo, è decisamente più alta rispetto a un telescopico.
Il limite operativo è dato da carichi di sollevamento che, per ovvie ragioni fisiche, sono minori a parità di peso operativo.
Ma il comportamento dinamico è decisamente più snello grazie a caratteristiche peculiari che sono tipiche delle pale gommate: power-train progettato per impieghi gravosi, capacità di essere più incisive nelle manovre di carico e spinta, carpenterie e bracci pensati per resistere a tempi lavorativi non paragonabili a quelli dei sollevatori telescopici.
Se nei paesi oltre le Alpi queste macchine hanno un posto di rilievo nella conduzione della moderna azienda agricola, da noi fanno fatica a prendere piede per ragioni culturali.
Chi ha provato sul campo la differenza fra le due macchine ha potuto rendersi conto delle effettive diverse prestazioni. Soprattutto negli impieghi pesanti come l’alimentazione di impianti a biogas, la movimentazione dei cereali nei grandi impianti di essiccazione e stoccaggio o nella logistica dei grandi allevamenti.
Tenendo poi conto che oggi la Mother Regulation ha definitivamente abbattuto alcune barriere omologative, la differenza con i telescopici immatricolati come trattrici agricole è sostanzialmente inesistente.
Vale quindi la pena provare a capire quali possono essere le effettive capacità applicative fra le due tipologie di macchine, soprattutto alla luce di investimenti che, nel tempo, possono avere ritorni completamente diversi.
Soprattutto da un punto di vista dei costi di gestione.
Articolo di Costantino Radis