Sardegna, dai giovani nuova vita per le terre abbandonate

Dieci giovani agricoltori sardi e il loro sogno che si concretizza: quello di continuare la tradizione agricola di famiglia o di farne un mestiere tutto nuovo, iniziando la propria avventura. Per loro sarà più facile dopo aver vinto il bando “Terre ai giovani”, promosso dalla Regione Sardegna, per assegnare ai partecipanti 650 ettari che i neo-imprenditori pagheranno con un canone agevolato che va dai 530 ai 4mila euro l’anno. Una proposta nata nel 2016 con la quale le istituzioni che hanno deciso di mettere a disposizione diversi terreni sparsi tra i diversi centri dell'isola, ma da tempo abbandonati o incolti. Un progetto ambizioso, come fanno sapere dalla Regione, che fa parte di un programma più ampio di valorizzazione dei prodotti agricoli sardi. Nei giorni scorsi si è tenuta la cerimonia di assegnazione agli aggiudicatari, le cui domande sono state selezionate tra le 128 presentate in totale per 11 lotti di terreno a disposizione, tra le quali sono stati scelti i dieci aggiudicatari che coltiveranno la terra di proprietà regionale (Agris, Laore o Enti locali) per i prossimi 15 anni.

Cosa faranno i vincitori per sfruttare al meglio questa opportunità? C’è chi, capitalizzando l’esperienza nel settore accumulata dalla propria famiglia, ha deciso di proseguirne la strada puntando sul settore dell’ortofrutta. C’è chi, invece avvierà un allevamento di capre murciane, ancora poco diffuse in Italia ma particolarmente apprezzate a partire dalla Spagna, paese d’origine, per la grande resa, in termini produttivi, del loro latte. Un’altra assegnazione andrà a beneficio di un giovane impegnato nella coltivazione del mandorlo, il cui frutto è vero protagonista nella produzione dolciaria regionale, mentre c’è chi tenterà la strada della creazione di una foresta di bambù giganti, utilizzabili nell'industria tessile, arredamento ed edilizia.

Questi nel dettaglio, i lotti assegnati durante l’incontro presieduto dall'assessore all’agricoltura della Regione, Pier Luigi Caria che, ha dichiarato: "La Regione sta puntando molto sull'agricoltura perché non sia solo fatica  lavorare la terra, ma anche fonte di reddito grazie ad un adeguato ritorno economico. Questo esperimento verrà replicato a breve sul altre terre disponibili".

A Sa Segada e Fighera, nel territorio di Alghero (16 ettari), Davide Saccu, coltivatore diretto dal 2015, impianterà uva da tavola, frutteto e olivi; a Serramanna (21 ettari), Martina Lunesu, coltivatrice dal 2012, coltiverà cereali, erba da foraggio ed erba medica per zootecnia; nel territorio di Sassari (6 ettari), Riccardo Mario Loi, un diciottenne alla sua prima esperienza, coltiverà il bambù gigante e gestirà un allevamento di suini all'aria aperta. Tra Donori e Ussana (138 ettari), Francesca Piras, imprenditrice agricola, alleverà bestiame da carne, capre da latte e si prenderà cura delle api; anche a Vallermosa (350 ettari) Francesco Pintus, coltivatore dal 2014, alleverà ovini, caprini e bovini; tra Serramanna e Villasor (24 ettari), la società il Mandorlo impianterà, appunto, il mandorlo, ortive annuali e asparagi. Ad Alghero (18 ettari), Marina Carboni, che gestisce un agriturismo con la famiglia, amplierà la sua offerta produttiva; a Villasor (22 ettari) la società agricola S'Acqua Bia alleverà ovini di razza sarda e coltiverà foraggio e grano duro; sempre a Villasor (20 ettari) la società Antigu Medau punterà su foraggio e apicoltura; nel medesimo territorio comunale (32 ettari) la società Monte Omo impianterà frutteti e orticole. Un solo lotto, a San Vito, oltre 36 ettari pascolo cespugliato e bosco tra le colline, non è stato aggiudicato poiché non è pervenuta nessuna richiesta.

Articolo di Emiliano Raccagni

Sardegna, dai giovani nuova vita per le terre abbandonate - Ultima modifica: 2017-03-21T14:41:12+01:00 da Redazione

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