«Resistere, resistere, resistere» diceva un noto procuratore milanese in tempi non semplici per la magistratura. «Resistere, resistere, resistere» possono dire ancora oggi diversi costruttori di meccanizzazione agricola. In attesa di quella ripresa tanto anelata, e dai più prospettata, ma che ogni giorno fatica a consolidarsi.
Diventa, diciamo così, sempre più complessa.
Certo, qualcosa si è mosso. Le immatricolazioni di trattori sul mercato italiano, dopo molti anni, sono tornate a salire. Lievemente. Di qualche punto percentuale visto che il 2015 si è chiuso con poco meno di 18.500 unità.
Un segnale positivo per chi vuole vedere rosa a prescindere. Una conferma di difficoltà strutturali ormai consolidate per chi è abituato a considerare il bicchiere mezzo vuoto.
Cercando di essere oggettivi, c’è poco da stare allegri.
Per quanto il settore agricolo stia progressivamente tornando di moda e sia riuscito a convogliare attenzioni, anche dei media, da tempo sopite, molti dei fondamentali economico-finanziari rimangono gli stessi che hanno portato al forte calo del mercato interno, che meno di 10 anni fa navigava attorno ai 28-30mila trattori immatricolati all’anno.
In particolare continua a languere la redditività. Fare bilancio in campagna diventa sempre più dura. E, senza margini, comprare macchine e fare investimenti appare ancora più arduo. Uno scenario che viene confermato da tutti i principali operatori del settore.
Che, da un lato sperano nella scossa dei Piani di sviluppo rurale finalmente operativi, dall’altro non si esaltano e vedono un 2016 adagiato sull’appena concluso 2015.
Ampliando l’orizzonte, non si discosta l’analisi di FederUnacoma che parla di un mercato mondiale per quest’anno ancora in stallo, dopo le flessioni 2014-2015, e rimanda la ripresa al 2017.
Ciliegina (amara) sulla torta, il dato sull’export italiano di trattrici nel 2015, in calo dell’8%, a causa in particolare dalle diminuzioni registrate su molti mercati europei, ancora oggi di gran lunga sbocchi prioritari della produzione nazionale.
Ciliegina (dolce) sulla torta, la previsione dei costruttori stessi di un recupero dell’export italiano già a partire da quest’anno.
Per la ripresa complessiva l’impressione è che ci sia da sudare ancora un po’.