Alessandro Malavolti, 46 anni, imprenditore reggiano, al vertice di Ama Group, è il nuovo presidente di FederUnacoma, l’associazione dei costruttori di macchine agricole. Subentra a Massimo Goldoni, per 13 anni al comando che comunque, sono parole dello stesso Malavolti, «è una risorsa e continuerà ad avere un ruolo prioritario nell’attività associativa».
Malavolti, nel discorso di insediamento, ha tracciato il percorso dei prossimi due anni di presidenza (mandato rinnovabile per altri due anni) e definito i sei punti chiave del suo programma. «Dobbiamo partire dalle associazioni di settore, renderle ancora più vive, coinvolgendo gli associati, che devono “usarci” più di quanto fanno adesso. Al secondo punto inserisco l’internazionalizzazione: l’estero è strategico e uno dei compiti prioritari dell’associazione sarà quello di aiutare i costruttori a muoversi meglio sui mercati». Il neopresidente spinge poi sul servizio tecnico «fiore all’occhiello dell’associazione e già eccelle, ma che può ancora migliorarsi».
«L’azione di lobby – quarto punto del programma – è di assoluto rilievo, anche considerando che abbiamo davanti la riforma del Cema (l’associazione europea dei costruttori di macchine agricole), e l’incognita della nuova Pac 2020-2026, sulla quale dobbiamo impegnarci e avere un ruolo. Penso, per esempio, anche a una piccola task force per gestire e utilizzare meglio i Psr, risorsa spesso trascurata».
Gli ultimi due punti sono dedicati all’Eima («il livello raggiunto è altissimo, ma possiamo ancora crescere sul fronte dell’attrattività per gli operatori esteri») e alla formazione «Il mondo è mutato – conclude Malavolti – e come imprenditori occorre imparare a dare del tu al mondo della finanza, cambiata completamente durante l’ultima crisi, e colloquiare con l’agrobusiness, in cui interlocutori si affacceranno e cambieranno il volto futuro dell’agricoltura».
Intanto il mercato consolida i segnali di ripresa di inizio anno. Nei primi cinque mesi le immatricolazioni di trattori sono cresciute del 7,2%, passando quota 7.900 unità, quelle di mietitrebbie del 7,1%, dell’1-2% quelle di trattrici con pianale di carico e di rimorchi, mentre confermano il momento positivo i sollevatori telescopici: con 402 unità vendute, salgono del 13,2% rispetto allo stesso periodo 2016.
Visualizza la tabella Immatricolazioni 2017 - (gennaio-maggio)
Usato, venduti 28mila trattori all’anno
Molto usato, meno nuovo. Le immatricolazioni di trattrici hanno segnato in questi anni una netta flessione, ma le compravendite di macchine usate si sono sviluppate in modo consistente. Lo rivela un’indagine realizzata dall’Ufficio Studi e Statistiche di FederUnacoma sulla base dei passaggi di proprietà registrati presso il Ministero dei Trasporti.
Nel 2016 sono state vendute sul mercato italiano 18.341 trattrici nuove e ben 27.946 usate, a conferma della necessità delle aziende agricole di potenziare il parco macchine, mancando tuttavia la disponibilità di risorse per l’acquisto di mezzi nuovi.
L’indagine – che è ancora in corso e che sta valutando a ritroso, anno per anno, i volumi di vendita per avere una serie storica del mercato dell’usato comparabile con le macchine nuove – evidenzia un’età delle trattrici di seconda mano molto elevata: la media è di circa 20 anni. Guardando alla tipologia delle trattrici, la ricerca evidenzia come la quota di quelle specializzate per vigneto e frutteto sia molto più consistente fra le macchine nuove che fra quelle d’occasione: nel 2016 le specializzate hanno rappresentato il 37% del totale delle nuove immatricolazioni (6.794 unità sulle 18.341 totali), mentre quelle d’occasione hanno coperto appena il 15% del totale dell’usato (4.190 su 27.945 complessive). Anche l’esame per classi di potenza mette in luce andamenti differenziati tra nuovo e usato: nel vigneto e frutteto una netta prevalenza del nuovo si registra nella fascia tra i 56 e i 75 kW, mentre nelle trattrici convenzionali una prevalenza del nuovo sull’usato si trova nel segmento fra i 75 e i 130 kW e nel segmento superiore ai 130 kW.
L’industria italiana punta sui mercati asiatici
L’industria italiana delle macchine agricole guarda verso Oriente e l’attività della federazione italiana dei costruttori FederUnacoma, nel biennio 2017-2018, si rivolgerà con particolare attenzione a esplorare mercati emergenti come quelli dell’Indonesia, del Vietnam e della Corea del Sud.
Lo ha detto il neo-Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti nel tracciare le linee guida del proprio mandato, iniziato giovedì 22 scorso con la votazione dell’Assemblea Generale delle industrie associate, che lo ha eletto alla guida della federazione di settore. L’Asia possiede da sola il 35% dei territori agricoli presenti nel mondo (una percentuale enorme, se si pensa che il Nordamerica copre il 10% del totale della superficie agricola e l’Europa appena il 4%) e deve investire in modo consistente per valorizzare questi territori, migliorarne la produttività, soddisfare fabbisogni alimentari crescenti. «La sola Indonesia conta una popolazione di oltre 260 milioni di persone - spiega Malavolti - e si prevede che nel 2020 potrà imporsi come la settima potenza economica del mondo, peraltro con una classe media composta da quasi 50 milioni di persone che puntano a un consumo alimentare sempre più diversificato e di qualità. Tutto questo richiede un forte miglioramento tecnologico dell’agricoltura».
Le strategie di sviluppo della meccanica agricola sui mercati esteri comprendono naturalmente molti altri Paesi, dall’Argentina all’Australia, dalla Russia al Sudafrica, ma le realtà emergenti del lontano Oriente offrono opportunità particolarmente interessanti e possono fare perno su Eima Agrimach, l’esposizione internazionale che FederUnacoma organizza dal 7 al 9 dicembre a New Delhi in collaborazione con la Camera di commercio e dell’industria indiana Ficci, e che rappresenta la piattaforma di riferimento per il vasto mercato asiatico. «L’Indonesia, il Vietnam, la Corea del Sud, oltre che il Giappone la Cina e appunto l’India – sottolinea Malavolti – sono tra le priorità indicate dallo stesso Ministero degli Affari Esteri e dall’Agenzia ICE, che nel corso dell’anno hanno pianificato in questi Paesi attività di promozione delle relazioni politiche ed economiche, creando le condizioni per lo sviluppo del business in vari settori, tra i quali appunto quello della meccanica agricola, che vede l’Italia ai primi posti a livello mondiale per capacità produttiva e ampiezza di gamma».