Le contraffazioni dei prodotti agroalimentari italiani costano 3 miliardi di euro l’anno. Misure severe si rendono necessarie per la difesa dei prodotti certificati.
Aumenta il numero dei controlli nei confronti dei falsi e dei tarocchi dell’agroalimentare made in Italy: la lotta si sta inasprendo sempre più, data l’enorme perdita di denaro che ogni anno la contraffazione porta al nostro Paese. Nel 2011 sono state sequestrate più di 500 tonnellate di prodotti, per un valore di 37 milioni di euro in Italia, ma se visto a livello mondiale, questo business illegale ruba ben 60 miliardi di euro, di cui 3 miliardi direttamente “scippati” al comparto agricolo.
Sono dati emersi dalla conferenza stampa del ministero alle Politiche agricole sull’attività degli organismi di controllo nel 2011: il numero crescente di ispezioni dimostra l’impegno delle autorità competenti nella tutela del patrimonio agricolo, ma anche della salute dei consumatori e del rischio che corrono in termini di sicurezza alimentare.
La CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, ha ricordato come l’Italia sia il Paese che conta il maggior numero di prodotti certificati: il 22% di quelli registrati a livello europeo. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc, Docg e Igt e gli oltre 4mila prodotti tradizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell’Albo nazionale. La CIA apprezza l’impegno e i risultati delle autorità, ma sottolinea come sia necessario fare sempre di più per tutelare il comparto, che, da solo, vale il 15% del PIL e che vanta una lunga lista di prodotti enogastronomici di qualità.
Anche per Confagricoltura è importante il ruolo delle istituzioni contro le frodi alimentari, che rappresentano, oltre a tutti i problemi economici, anche un danno d’immagine enorme. Non si deve abbassare la guardia nei confronti di qualsiasi genere di contraffazione, perché come sottolinea questa associazione: “L’agroalimentare è il fiore all’occhiello del made in Italy ed è ambasciatore della cultura, della storia e della qualità che distinguono le nostre produzioni agricole”.