L’agricoltura biologica conquista spazio sui mercati. È sempre più popolare tra i consumatori. Il fenomeno cresce e, inevitabilmente, fa parlare di sè. A partire dalla normativa che a livello europeo ne detta e detterà in futuro le regole, da molti mesi al centro del dibattito sulla loro riforma, che proprio in queste settimane vedrà la luce. Questo, almeno, secondo il commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, che ha in questi giorni annunciato la presentazione del dossier ai colleghi di “governo” a Bruxelles. "Nelle prossime settimane - ha infatti annunciato Ciolos agli Stati membri - vi sottoporremo il dossier dell'agricoltura biologica con l'obiettivo di stabilire un sistema di gestione sostenibile, oltre a garantire dei prodotti di alta qualità e molto vari, per soddisfare la domanda dei consumatori".
La riforma europea. Se gli addetti ai lavori ne attendono i contenuti, sarà interessante anche verificare quanto peseranno, nell’equilibrio complessivo della riforma, i “suggerimenti” degli oltre quarantacinquemila cittadini europei e operatori che lo scorso anno, rispondendo all’invito della Commissione europea, hanno partecipato alla consultazione pubblica sul mondo Bio. I dati, sicuramente da approfondire, non lasciano dubbio sulla fiducia di cui in questo momento gode questo concetto di agricoltura. Una fiducia ampia, dato che otto consumatori su dieci hanno dichiarato di comprare biologico, perché agli antipodi rispetto a ogm e pesticidi. La maggioranza si dice disposta a pagare un sovraprezzo se questo può contribuire a tutelare l’ambiente. Dati certamente generici ma che fanno riflettere: per il 90% degli italiani biologico è sinonimo di Ogm free. Inoltre, il 74% di tutti gli intervistati chiede un rafforzamento della normativa sul biologico in Europa e per un 40% le norme dovrebbero diventare più rigorose, fino a prevedere sanzioni penali. Non solo. Si chiede anche di migliorare il sistema del controllo europeo dei prodotti biologici e cinque intervistati su dieci sono favorevoli alla creazione di una banca dati europea per tutti gli operatori biologici certificati nell'Ue. Si avanza anche l'idea di introdurre nuovi strumenti per garantire la rintracciabilità del prodotto. Tra le richieste emerse anche l'introduzione della certificazione di gruppo per favorire l'export in Paesi extra-Ue. Ma è soprattutto ''una maggiore informazione sui prodotti biologici'' che reclamano a gran voce il 94% degli europei intervistati. E' un'ulteriore conferma delle aspettative dei cittadini per un settore dove la domanda supera l'offerta e rappresenta una grande opportunità per gli agricoltori italiani ed europei.
Crescita in doppia cifra. Dalla teoria alla pratica, i numeri non mentono e arriva in questi giorni la conferma anche dai mercati del momento favorevole al settore. In Italia, che ha pur registrato un dato negativo del 3,7% sui consumi alimentari tradizionali, si segna un netto +8,8% per i prodotti biologici, confermandosi primo Paese europeo per esportazioni, forte di quasi cinquantamila operatori, di 1,2 milioni di ettari di terreno dedicati e un giro d’affari che supera i tre miliardi di euro. Principale mercato del Bio made in Italy è la Germania, che importa soprattutto ortaggi, frutta, vino, olio e pasta. Salgono anche i consumi interni, con un incremento doppio rispetto agli anni passati e oggi vicino all’8%, con un fatturato dell’intera filiera nazionale, pari a oltre due miliardi. Raddoppiano anche i consumi nelle scuole, che hanno raggiunto la cifra di 1,2 milioni di pasti serviti all’anno. Secondo Vincenzo Vizioli, presidente Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica), “Si tratta di numeri che evidenziano da parte dei consumatori, sia a livello italiano sia a livello internazionale, un forte aumento di interesse, di informazione, di attenzione e quindi di domanda. Il bio non è solo alimentazione, ma è cultura, territorio, ricerca ed economia”.
Articolo di Emiliano Raccagni