Verso una nuova Direttiva Macchine

La terza edizione è ancora attuale, ma è prossima la pubblicazione della nuova edizione che abrogherà quella attualmente in vigore

La Direttiva Macchine è la norma base applicabile a tutte le macchine operanti sul mercato, comprese quindi anche le macchine agricole. È stata creata al fine di stabilire regole precise, chiare e uniformi per la progettazione e la commercializzazione di macchinari all’interno dell’Unione Europea; un ruolo fondamentale nel garantire che le macchine e le attrezzature agricole siano conformi agli standard di sicurezza.

La prima edizione della Direttiva Macchine entra in vigore in Europa il 1° gennaio 1995, mentre viene tramutata in legge nazionale italiana il 21 settembre 1996 (dpr. 459/96). La Direttiva Macchine nella prima edizione riportava la denominazione di “Direttiva 89/392/CE”, seguita a breve dalle “Direttive 91/368”, “93/44” e “93/68”. La seconda edizione della Direttiva Macchine riportava la denominazione di “Direttiva 98/37/CE” e incorporava, in un unico testo, le Direttive prima citate. La terza edizione della Direttiva Macchine, entrata in vigore il 21 settembre 2006, è ancora attuale, ma è prossima la pubblicazione della nuova edizione che abrogherà quella attualmente in vigore.

Struttura del documento

La Direttiva Macchine riporta i concetti di sicurezza applicabili a tutti i tipi di “macchine” (es. macchine utensili, macchine ad uso domestico, aeromobili, automobili, macchine agricole ecc.) senza distinzione. Visto il numero molto vario ed estremamente diverso di “macchine” presenti sul mercato e la conseguente impossibilità di fornire informazioni specifiche ed utili per la costruzione di apparecchiature sostanzialmente molto diverse tra di loro, il testo della Direttiva Macchine adotta, come riportato all’articolo 7 della stessa, il concetto di riconoscimento degli aspetti di sicurezza trattati dalle Norme Tecniche Armonizzate di tipo “A, B e C”. Questo concetto annuncia di fatto la nozione di Presunzione di Conformità, secondo la quale i contenuti di altri documenti (ufficialmente pubblicati in Gazzetta Ufficiale) possono fornire concetti “conformi” alla Direttiva Macchine stessa.

Per consentire un ordine maggiore, le Norme Tecniche che forniscono Presunzione di Conformità alla Direttiva, vengono utilizzate secondo una gerarchia ben precisa:

- Norme di tipo “A” - Norme che trattano aspetti comuni a tutte le macchine, fornendo informazioni e concetti generali ed applicabili a tutti i casi trattati;

- Norme di tipo “B” - Norme che trattano in modo orizzontale aspetti costruttivi riconducibili anche a macchine diverse tra loro, ma con aspetti comuni. Le informazioni fornite delle Norme di tipo “B” sono maggiormente specifiche rispetto a quelle presenti nei testi delle Norme di tipo “A” e sono più facilmente applicabili a macchine simili;

- Norme di tipo “C” – Norme specifiche di talune categorie di macchine, con indicazioni tecniche precise per le tipologie trattate.

Il concetto fondamentale è che se la Norma di tipo “C” fornisce indicazioni specifiche per la trattazione di aspetti di sicurezza per la tipologia di macchina trattata, queste indicazioni prevalgono sia sulla norma di tipo “B che su quella di tipo “A” (ovviamente solamente per gli specifici aspetti trattati).

 

La chiave per capire come funziona la Direttiva Macchine è la Valutazione dei Rischi. Prima che una macchina (nel nostro caso una macchina agricola) possa essere commercializzata ed utilizzata per le sue funzioni, i costruttori devono esaminare attentamente tutti i possibili pericoli legati al suo utilizzo, alla sua manutenzione, al suo trasporto e a tutte le operazioni che si possono compiere con la macchina stessa. La Valutazione dei Rischi deve quindi includere i rischi legati alle parti in movimento, al possibile contatto con sostanze chimiche, il rischio di ribaltamento e moltissimi altri aspetti. Dopo l’individuazione di tali potenziali pericoli, i costruttori devono prendere misure per annullarli o minimizzarli, come l’adozione di protezioni per evitare il contatto con parti pericolose, la creazione di sistemi di sicurezza per prevenire ribaltamenti e conseguenti schiacciamenti o l’adozione di dispositivi di arresto di emergenza facilmente raggiungibili.

Una componente importante della Direttiva Macchine è anche l’obbligo di fornire istruzioni chiare per l’uso e la manutenzione delle macchine. Questo aspetto, particolarmente rilevante per le macchine agricole, complesse e a volte tecnologicamente avanzate, riduce la possibilità di utilizzo errato o di scarsità di manutenzione che potrebbero comportare rischi significativi. Le istruzioni dettagliate aiutano quindi gli agricoltori e gli operatori ad utilizzare correttamente le macchine, fornendo un efficace strumento di comunicazione diretta tra il costruttore e l’utilizzatore della macchina, prevenendo il rischio di errore e di incidente.

Oltre alla protezione degli operatori, la Direttiva Macchine supporta i costruttori anche nella competitività dell’industria delle macchine agricole, garantendo standard uniformi in tutto il territorio dell’Unione Europea e riducendo il fenomeno della concorrenza sleale tra le Aziende di settore.

Un esempio di applicazione della normativa

La trinciatrice, o trinciastocchi a seconda dell’utilizzo specifico per il quale la macchina è progettata, è una macchina agricola il cui organo principale è il rotore portautensili, ad asse orizzontale. Il rotore, azionato a regime elevato (circa 1800 - 2200 rpm), è dotato di utensili collegati attorno alla sua circonferenza tramite bulloni che ne consentono una leggera oscillazione. Gli utensili (coltelli o mazze), mossi ad altissima velocità e portati a contatto con il prodotto presente sul terreno mediante la forza centrifuga, consentono di tagliare e frantumare quanto presente a terra permettendo in questo modo le successive lavorazioni o semplicemente garantendo la pulizia degli appezzamenti da infestanti o erbe non desiderate. I due rischi più significativi legati alla Trinciatrice o Trinciastocchi sono quindi il rischio di contatto con gli organi rotanti e la possibilità di lancio di materia che può essere presente sul terreno e che potrebbe essere proiettato dagli utensili in rotazione.

- Rischio di contatto con gli utensili in rotazione

Norme tipo “A” - Informazioni tratte dalla Direttiva Macchine e dalla EN 12100 -

Norme tipo “B” - Informazioni tratte dalla UNI EN ISO 13857 -

Norme tipo “C” - Informazioni tratte dalla UNI EN ISO 4254-12 -

- Rischio di lancio di materiale da parte degli utensili in rotazione

Norme tipo “A” – Informazioni tratte dalla Direttiva Macchine e dalla EN 12100 -

Norme tipo “C” – Informazioni tratte dalla UNI EN ISO 4254-12 (specifico test per il lancio di materiale).

Pare quindi evidente l’importanza che le norme tecniche hanno assunto sia nell’analizzare gli aspetti di sicurezza relativi alle macchine, ma anche e specialmente nel fornire indicazioni utili per costruttori e utilizzatori al fine di rendere le macchine sempre più sicure. In conclusione, la Direttiva Macchine 2006/42-CE gioca un ruolo essenziale nella promozione della sicurezza e dell’efficienza delle macchine agricole, consentendo di raccogliere e utilizzare informazioni “sparse” in un gran numero di documenti al fine di migliorare la sicurezza delle macchine immesse sul mercato.

Attraverso la valutazione dei rischi, la fornitura di istruzioni dettagliate e l’armonizzazione delle norme, questa direttiva contribuisce a garantire che l’agricoltura sia un settore sicuro e produttivo per tutti coloro che vi lavorano e ne beneficiano.

Verso una nuova Direttiva Macchine - Ultima modifica: 2025-03-12T10:25:29+01:00 da Roberta Ponci

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