Sarà ancora Massimo Goldoni a guidare i costruttori italiani di macchine agricole. L'imprenditore modenese è stato infatti confermato per tre anni, fino a giugno 2016, alla presidenza di FederUnacoma, con quasi il 95% dei voti dell'assemblea generale.
Una conferma che farà diventare Goldoni, in carica dal 2004, il più longevo presidente nella storia dell'associazione.
Forte di questo consenso il presidente FederUnacoma guarda avanti e cerca di definire le linee strategiche di sviluppo del settore della meccanizzazione agricola italiana. Che ruotano tutte attorno alla parola internazionalizzazione. Poiché in questi anni di crisi è stato l'export a sostenere il comparto. Non a caso gli aumenti di produzione registrati nel 2012 sono da imputare unicamente al buon andamento delle esportazioni, che hanno chiuso l'anno con un incremento di quasi il 7% in valore per le trattrici e del 7,9% per le altre macchine agricole.
Ecco i numeri. Il 2012 si è chiuso con un incremento di produzione complessivo del 3,5%, che si aggiunge al già positivo +9% del 2011. Per quanto riguarda le trattrici, l'industria italiana ha prodotto, nel 2012, 71mila unità (+4,5%), per un valore di 2,33 miliardi di € (+4,7% rispetto al 2011); per le altre macchine e attrezzature agricole il quantitativo prodotto è pari a oltre 630mila tonnellate complessive (+1,5% sul 2011) per un valore di 4,5 miliardi di € (+2,4% sul 2011).
Aggiungendo trattrici incomplete e ricambi si raggiunge una produzione totale, in valore, di oltre 7,5 miliardi di euro, per il segmento “agricolo” che corrisponde a un aumento di quasi il 3,2% rispetto all'anno precedente; mentre il comparto del movimento terra registra una produzione pari a 394mila tonnellate (+2,3% sul 2011) per un valore di 2,57 miliardi di € (+4,5% sul 2011).
Per consolidare questa propensione all'estero FederUnacoma ha presentato il nuovo progetto Pianeta Terra, per incidere maggiormente sui mercati in forte espansione. Le aree di produzione agricola tradizionali come l'Europa e gli Stati Uniti - si evidenzia - perdono quote rispetto alle economie di Cina, India, Brasile e Russia (gli ormai noti Paesi Bric). Occorre tuttavia guardare oltre gli stessi Bric e il progetto identifica i nuovi protagonisti del mercato globale in Indonesia, Sudafrica, Argentina, Australia, Turchia, Filippine e Africa sub-sahariana. «L'Europa - prosegue Goldoni - detiene appena il 4% dei territori arabili presenti nel mondo, l'America del Nord il 10%, mentre quote molto maggiori sono localizzate altrove: il 35% in Asia, il 24% in Africa, il 18% in America Latina e il 9% nel continente australiano. Fra il 2011 e il 2012 le importazioni di trattrici sono aumentate, in valore, del 37% in Australia, del 24% in Sud Africa, del 35% in Tailandia.
«L'Italia - continua Goldoni - può e deve contare in queste aree e lo farà attivando sinergie con altri settori e pianificando iniziative specifiche, anche con partnership internazionali». Il riferimento è al protocollo d'intesa con la spagnola Feria di Zaragoza per lo sviluppo di eventi extraeuropei. Non è poi un segreto che si intenda sbarcare con un'iniziativa fieristica in Argentina, forse già nel 2014.
Intanto il mondo della meccanizzazione italiano deve comunque convivere con un mercato interno ancora in stallo. Dopo il pessimo 2012, chiuso con meno di 20mila trattori immatricolati, i dati dei primi cinque mesi 2013 non fanno intravvedere inversioni di tendenza: le trattrici sono ancora in calo dell'1%, le motoagricole addirittura del 20,7%, mentre i rimorchi scendono del 7,7%. Solo le mietitrebbie salgono (+46%), ma i quantitativi sono modesti e poco indicativi (146 unità vendute nei cinque mesi rispetto alle 100 dello stesso periodo 2012).
«Purtroppo - sottolinea Goldoni - non prevedo un 2013 migliore del 2012, anche se rimango convinto che il mercato italiano trattori non possa essere inferiore alle 20mila unità all'anno».
Serve una scossa. La revisione in arrivo? Una nuova rottamazione? Il presidente FederUnacoma prova a fare chiarezza. «La revisione ci vuole: sono troppe le macchine obsolete e la sicurezza va salvaguardata e ulteriormente migliorata. Dal 2014 dovrebbe partire la revisione obbligatoria e non importa che ci sia qualche ritardo iniziale: è fondamentale che venga fatta bene e che le basi tecniche su cui poggerà siano forti. Credo che in questo Enama possa far valere le competenze accumulate nel tempo».
«La rottamazione flash, con corsa all'accapparramento dei fondi - conclude Goldoni - non la credo invece positiva. Molto meglio una rottamazione strutturale a 3-5, anche 10 anni, basata su un piano programmatico di rinnovamento del parco macchine, in grado di dare benefici sul medio-lungo periodo».
Meccanizzazione
Goldoni confermatopresidente di FederUnacoma
Guiderà i costruttori di macchine agricole fino a giugno 2016. Mercato italiano ancora in stallo. Si guarda all'estero: non solo ai Bric, ma agli altri Paesi emergenti, Argentina, Sudafrica, Indonesia e Filippine in primis