T Major Antonio Carraro rilancia sui 50 cv

T Major Antonio Carraro.
La serie di Antonio Carraro si presenta con 7 nuovi modelli

Chi l’avrebbe detto che, nell’ormai ultradecennale corsa al rialzo delle potenze, il segmento dei 50 cavalli sarebbe improvvisamente tornato di moda? Precisiamo subito che si parla di macchine specialistiche, settore in cui le potenze medie sono molto più ridotte rispetto ai trattori da pieno campo; ciononostante, è ormai da tempo che anche in questo ambito i cavalli salgono costantemente, sempre più spesso arrivando a quota 100, mentre le macchine sotto i 50 kW hanno progressivamente perso appeal.

Stiamo però per assistere a una brusca inversione di tendenza: questa, almeno, è l’opinione della Antonio Carraro, storico costruttore di macchine per vigneto e frutteto che a metà luglio ha presentato la nuova gamma T Major, erede del glorioso Tigrone. Tre versioni, due motorizzazioni: una appena inferiore e l’altra di poco superiore ai 50 cavalli, per l’appunto. Dunque, si resta attorno a questa soglia fatidica e il motivo è presto detto: con l’incombente normativa sulle emissioni inquinanti, i trattori sopra i 75 cavalli dovranno, in tempi, adeguarsi al livello 3B, riducendo di ben 20 volte i gas di scarico. Potranno farlo soltanto adottando dispositivi come Egr, controllo elettronico dell’iniezione, common rail e così via. Al di là del problema – certo non da poco – di dove sistemare tutta questa roba sotto al cofano di una macchina da vigneto, c’è, prioritaria, la questione dei costi: un 100 cavalli costruito a fine 2018 avrà un prezzo, indicativamente, dai tre ai seimila euro più alto rispetto allo stesso modello prodotto oggi. Un incremento di spesa tra il 10 e il 20% per avere – e questo è il vero nodo – una macchina di fatto uguale, per comfort e prestazioni, a quella attuale.

Una macchina anti-crisi

Non sarà per nulla facile far entrare nella testa dei viticoltori che devono spendere cinquemila euro per rendere più pulita l’aria delle colline. Ecco quindi, prevede Carraro, che tutti andranno in cerca di soluzioni alternative, anche a costo di rinunciare a qualche decina di cavalli. Una di queste si chiama per l’appunto T Major. Un trattore che, nella sua versione più piccola, non ha bisogno di alcun adeguamento tecnologico avendo potenza, seppur di poco, sotto i 50 cavalli. Pertanto chi lo acquista non spende un soldo in più ed è sicuro di avere in casa una macchina il cui motore sarà perfettamente a termine di legge almeno fino al 2020.

Tutto considerato, e sempre con un occhio alle statistiche di vendita, la Antonio Carraro crede per questo che il segmento dei 50 cavalli subirà, nei prossimi anni, un deciso ritorno di interesse. Non che fosse nell’oblio, comunque: in questo intervallo, ancora oggi, si fa quasi un terzo delle vendite dell’intero settore degli specialistici: duemila immatricolati nel 2014, secondo il direttore commerciale della società Giorgio Ceccato.

Per tutti questi motivi si è dunque scelto di rimettere mano al vecchio Tigrone, adattandolo alla nuova estetica. Nasce Così il T Major, vale a dire un Tigrone ammodernato e migliorato in diversi aspetti, pur restando fedeli al principio di base: una macchina semplice, totalmente meccanica, adatta al piccolo agricoltore e a chi non vuole spendere cifre eccessive assicurandosi comunque un trattore robusto, affidabile e performante.

Motori Yanmar e Vm

La gamma, anticipata all’Eima 2014 ma presentata ufficialmente soltanto poche settimane fa a Padova, nasce attorno a due motorizzazioni. La prima sfrutta uno Yanmar 4TNv88, quattro cilindri da 49,7 cavalli: un volume strategico, che consente di restare, anche se soltanto di tre decimi di punto, sotto al limite dei 50 cavalli ed evitare, almeno per il momento, la tenaglia delle normative sulle emissioni inquinanti. Il secondo propulsore, invece, è sempre un quattro cilindri, ma da 56 cavalli, per chi ha bisogno di un po’ di potenza in più. Il Vm, hanno spiegato i tecnici della Carraro, è in sostanza un motore-ponte, in attesa di soluzioni valide per ridurre gli scarichi senza dover stravolgere il concetto di trattore specialistico. La necessità degli adeguamenti, infatti, scatterà soltanto a partire da metà 2018. Quindi, per chi decidere di acquistare un T Major in questi mesi, nulla cambia, che scelga il modello 5800 da 50 cv o il 6400 da 56.

La gamma si compone dunque di due classi di potenza, declinate però secondo tre versioni. Abbiamo, in primo luogo, gli isodiametrici articolati Sn, vero cavallo di battaglia della Carraro e che possono raggiungere, nella versione stretta, i 98 cm di larghezza minima: perfetti per i vigneti ad alta densità. A seguire, gli isodiametrici con ruote sterzanti Tn, anch’essi molto richiesti da frutticoltori e soprattutto viticoltori. Infine, le macchine convenzionali – in sigla Tc – che, si prevede, andranno forte soprattutto al Sud, ma anche in certe regioni del Settentrione.

A completare il listino arriva il Tigrecar, ovvero il mezzo cassonato ottimo per trasporti e lavori aziendali in genere. Quest’ultimo, però, offerto nella sola motorizzazione da 49,7 cavalli, dunque in versione 5800. In tutto, sette modelli con cui aggredire un mercato che ha fame di semplicità.

Cosa c’è di nuovo

Cerchiamo ora di descrivere brevemente le principali novità della serie. Partendo dal cofano, troviamo che anche sulla gamma media Carraro adotta la linea Ergit, che tanto è piaciuta ai clienti ed è già lo standard sui trattori di fascia alta e bassa. Cofano, dunque, con apertura verticale, paratie laterali smontabili senza l’uso di chiavi e un’ampia superficie grigliata che, riducendo la velocità dell’aria in ingresso, diminuisce proporzionalmente la quantità di foglie, pulviscolo, pollini e semi che si vanno a incastrare nel radiatore. Sempre sul muso, abbiamo poi la nuova fusione anteriore, che integra anche il gancio di traino, precedentemente collocato sotto alla scocca, in posizione scomoda ma soprattutto pericolosa in caso di urto con sassi o terrapieni. Grazie al nuovo frontale, la parte inferiore del muso diventa leggermente declinante ma soprattutto liscia e questo dovrebbe garantire minori danni da urto con argini e simili.

Novità anche per l’arco di protezione, migliorato negli attacchi in modo da ridurre le vibrazioni trasmesse alla postazione di guida. L’intervento degli ingegneri di Carraro si è poi fatto sentire anche su quest’ultima: abbiamo, in primo luogo, un nuovo cruscotto con contagiri, indicatore del livello di carburante, temperatura, spie di allarme varie e, per chi volesse, anche il contachilometri. C’è infine il sedile molleggiato di nuova concezione, con una più facile regolazione della risposta in base al peso dell’operatore. Disponibile anche, come optional, il sedile pneumatico.

Carraro ha inoltre aumentato l’isolamento termico del tunnel centrale, per evitare rischi di ustioni e migliorare l’insonorizzazione della postazione di guida con cabina. Aumentato, infine, anche lo spazio per il serbatoio del gasolio, che nella nuova versione assicura tre ore di autonomia in più.
Da ultimo, notiamo che le macchine a ruote sterzanti hanno un raggio di svolta più ridotto e posto di guida più spazioso.

Quota 20%

Con i nuovi T Major, già in consegna ma la cui vendita partirà in grande stile a cominciare dall’autunno, Antonio Carraro vuol consolidare la sua posizione di leader nel settore degli specialistici. Una posizione rinforzatasi ulteriormente nei primi sei mesi del 2015, nei quali quota 20% sul mercato italiano. «Quello del mercato italiano è un risultato senza precedenti, concretizzatosi negli ultimi due mesi e che ci onora e spinge a fare ancora meglio» ha dichiarato Marcello Carraro, amministratore delegato del gruppo, al termine della presentazione.

Le previsioni, ha continuato l’ad, sono rosee: «Contiamo di incrementare ancora di uno o due punti percentuali la penetrazione di mercato entro la fine dell’anno, andando a consolidare il miglior semestre di sempre». Questo, anche grazie ai T Major, che hanno ottenuto – ha aggiunto Carraro – un riscontro eccellente, con ordini già a partire da Eima 2014, al punto che ancor prima di avviare la produzione, tutti i modelli relizzati nel 2015 sono già venduti.

Contribuisce in maniera assai determinante a questi positivi risultati anche il settore dell’export, che vale il 60% del fatturato: «Stiamo ottenendo grosse soddisfazioni da nuovi mercati come la Turchia e, soprattutto, l’Iran, dove abbiamo recentemente stretto un accordo commerciale con un importatore locale. Si aggiunga che la firma dell’accordo sul nucleare liberalizza ulteriormente quel mercato, permettendoci così di incrementare le quote di vendita».

Secondo Marcello Carraro, tutto il bacino mediterraneo è potenzialmente un ottimo cliente per i trattori specialistici costruiti in Italia. «Turchia e l’Iran hanno già una lunga esperienza di impiego di trattori specialistici a quattro ruote e sono dunque molto ben disposti ad accogliere modelli innovativi e performanti come quelli italiani». Grazie alla semplicità dei trattori per vigneto frutteto e a un prezzo non eccessivo, inoltre, non è necessario creare linee specifiche per i mercati emergenti. Un ulteriore vantaggio per l’industria trattoristica che decida di cimentarsi con i mercati dell’Est e del Medio Oriente. di Ottavio Repetti

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Un primato nelle cabine pressurizzate


La Antonio Carraro ha sfruttato la kermesse per il lancio dei nuovi T Major per riportare all’attenzione della stampa anche la sua cabina Protector, che nella versione ribassata – Super low profile o Slp – è arrivata alle fasi finali del Tractor of the year. «Si tratta – ha spiegato Liliana Carraro, responsabile della comunicazione del gruppo – dell’unica cabina ribassata certificata in categoria 4. Molti altri vantano prestazioni simili, ma nessuno dei concorrenti ha la certificazione», ha fatto notare.

La categoria 4 è il livello più alto di protezione assicurato da un abitacolo: per ottenerlo, occorre dimostrare di essere in grado di mantenere fuori dal medesimo polvere, aerosol (nube dei trattamenti) e anche vapore, che si forma dall’asciugatura del prodotto sparso sulle foglie. Per ottenere questo risultato, i progettisti della Carraro hanno pressurizzato la cabina con un sistema di controllo elettronico di ultima generazione.


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Il saluto di Antonio Carraro

«È sempre bello assistere alla presentazione di una nuova gamma». È un Antonio Carraro visibilmente soddisfatto e anche un po' commosso quello che sale sul palco al termine della presentazione della linea T Major. Lo fa, innanzitutto, per ringraziare i presenti – oltre alla stampa, i concessionari del gruppo – ma anche per ricordare quali sono i punti fermi della sua compagnia. «Abbiamo sempre cercato, in tutti questi anni, di cambiare, dando risposte alle richieste che provengono dai nostri clienti. Per farlo abbiamo dovuto superare diverse fasi, anche difficili, ma lo abbiamo sempre fatto con forza e costanza e ora possiamo dire di avere un prodotto di livello davvero mondiale. Che ha richiesto, tuttavia, grandi sforzi e adattamenti».

La forza della rete commerciale e il costante rapporto con i clienti sono, secondo il patron del gruppo, alla base del successo della Antonio Carraro in questi decenni.

T Major Antonio Carraro rilancia sui 50 cv - Ultima modifica: 2015-08-03T07:00:54+02:00 da Redazione Macchine Agricole

1 commento

  1. Sono felicemente entusiasmato del successo della costruzione Antonio Carraro, non sono un agricoltore di professione, ma per hobby e credo che comprerò un T Major per il mio tempo libero. Grazie a tutti VOI !!!!

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