«Nel 2013 il mercato trattori italiano ha registrato l’ennesimo minimo storico, con l’immatricolazione di sole 19mila unità. E prevedo un 2014 sulla stessa lunghezza d’onda, compreso fra 19.000 e 19.500 macchine».
È un Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, preoccupato e un po’ disulluso quello che si presenta in conferenza stampa a Fieragricola di Verona.
«Il gap fra la situazione italiana, in forte recessione da diversi anni, e lo scenario dei paesi che corrono, come Francia e Germania, continua ad allargarsi e non mi sembra il caso di rassegnarsi a un simile quadro».
Goldoni identifica subito un numero obiettivo: «Al di là di tutte le difficoltà del nostro Paese non posso pensare a un mercato da 19mila macchine. Certo le 70mila macchine degli anni ‘70 sono un miraggio e sono lontanissime anche le 30mila dei primi anni 2000, ma ritengo che il mercato interno debba e possa avere un traguardo di almeno 25mila immatricolazioni all’anno».
Per cercare di smuovere una situazione di stallo Goldoni si appella alla politica che deve dare risposte precise a uno dei settori trainanti dell’economia italiana.
«In nove anni da presidente dei costruttori – rimarca Goldoni – quello che andrò a incontrare è il decimo ministro agricolo. Francamente troppo. Spero che, in tempi brevi, si riesca davvero a impostare una strategia di rilancio del settore, che vada al di là delle convenienze del momento. Non credo che Letta possa mantenere l’interim a lungo: è necessario avere un interlocutore che conosca il settore, impegnato a tempo pieno e in grado di fornire risposte rapidamente».
Sul tavolo, a sentire Goldoni, le proposte non mancano: «Non chiediamo soldi diretti, né provvidenze a fondo perduto, ma risposte. Ad esempio da oltre un anno giace uno nostra proposta, elaborata insieme all’Associazione bancaria italiana (Abi), per la definizione di strumenti finanziari specifici per il settore. Giace, senza aver avuto alcuna risposta».
Che la situazione sia complessa lo si capisce anche dalla gestione del provvedimento revisione. «Non si tratta – continua il presidente FederUnacoma – di far spendere soldi all’agricoltore, ma di affrontare in maniera organica il problema dell’obsolescenza del parco macchine italiano, fatto da oltre un milione di trattori ormai oggettivamente vecchi. Nel 2013 di fatto si è rimandato il problema. Ora, entro marzo 2014, il gruppo di lavoro tecnico costituito in ambito Enama dovrebbe portare alla definizione dei criteri per partire con la revisione. Entro giugno ci sarà il deceto applicativo e, finalmente, con il 1° gennaio 2015 inizierà l’iter della revisione».
Goldoni dedica l’ultimo passaggio alle imprese agromeccaniche, interlocutore chiave per i costruttori di macchine agricole. Sostenendo la richiesta dei contoterzisti alle provvidenze dei Piani di sviluppo rurale.
«Dai dati in nostro possesso – prosegue Goldini – emerge come oltre il 33% delle aziende agricole faccia ormai ricorso ai servizi delle imprese agromeccaniche, per un totale di quasi 4 milioni di giornate di lavoro. Ripartendo il numero delle giornate lavorative delle imprese agromeccaniche per il numero di aziende si nota come, nel decennio dal 2000 al 2010, la media sia raddoppiata, passando da 3,8 giornate a 7,5».
E la conclusione è una vera e propria apertura di credito: «Non c’è dubbio che si debba riconoscere ai contoterzisti un ruolo trainante nel comparto agricolo. Per questo vanno viste con la giusta considerazione le loro istanze per l’accesso alle stesse provvidenze attualmente in essere per le imprese agricole». In altre parole non c’è alcuna ragione per escludere gli agromeccanici dai fondi dei Psr.
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