Il digitale si fa sempre più strada in agricoltura. Lo afferma anche l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano in cui si legge che nel 2022 il mercato che ruota attorno a queste tecnologie ha visto in Italia una crescita in valore del 31% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore stimato di 2,1 miliardi €. Negli ultimi cinque anni, dunque, l’Agricoltura 4.0 italiana sarebbe passata da un mercato che faceva fatica a decollare, con un valore di poco sopra i 100 milioni di €, a un mercato con cifre importanti, che ha superato ormai i due miliardi in valore. Per il 65% esso è composto da sistemi di monitoraggio di mezzi, attrezzature e macchinari connessi; per il 20% da sistemi di monitoraggio delle coltivazioni, terreni e infrastrutture; infine, il 9% da software gestionali e DSS (sistemi di supporto decisionale). Il perché di questa affermazione del digitale è facile da intuire: gli innegabili vantaggi che essa porta in termini di migliore organizzazione del lavoro, gestione del parco macchine, ottimizzazione nell’uso delle risorse e trasparenza lungo la filiera. Non a caso, sempre secondo il rapporto, tra gli strumenti digitali che vedono le maggiori crescite si possono annoverare quelli che mirano sia a fare da supporto alle decisioni sia ad una gestione e organizzazione della azienda agricola.
La soluzione xFarm
Tra le numerose soluzioni che il mercato offre in termini di digitalizzazione per le imprese agricole, xFarm si distingue per la sua natura di piattaforma aperta; permette di amministrare tutti gli aspetti di una azienda agricola – dalla gestione delle macchine alla gestione delle coltivazioni, delle irrigazioni, delle stalle etc. La caratteristica peculiare è che si tratta di un prodotto non legato a un singolo brand bensì in grado di integrare sotto il proprio “cappello” macchine e attrezzi di più brand. Si tratta di una scelta vincente perché di fatto oggi poche aziende possiedono solo macchine di uno stesso brand ma al contempo tutte le aziende hanno la necessità di coordinare il lavoro e l’utilizzo delle proprie macchine.
xFarm è nata più di un anno fa e oggi si evolve alla luce delle esperienze di utilizzo e delle nuove necessità delle aziende agricole. Nel contesto di questa evoluzione, xFarm Technologies, la tech company che ha ideato la piattaforma xFarm, ha annunciato una partnership con l’azienda di consulenza dss+ con l’obiettivo di portare sul mercato nuove soluzioni per la rendicontazione delle emissioni legate alla produzione agroalimentare, anche quelle provenienti da attività lungo la filiera. Si tratta di emissioni rimaste fino ad ora difficilmente calcolabili, quindi un problema verso la completa trasparenza e sostenibilità delle produzioni.
Le applicazioni della piattaforma
Alla luce di questa partnership, dunque, come evolve la piattaforma xFarm? Ne abbiamo parlato con Federica Spina, Sustainability Manager di xFarm Technologies.
Quali le ultime novità della piattaforma xFarm?
“La piattaforma xFarm è in costante crescita. Il Modulo Sostenibilità, già presente un anno fa, ha subito ulteriori migliorie. Lavorando a stretto contatto con agricoltori e food companies, infatti, riceviamo riscontri preziosi che ci consentono di offrire un prodotto adatto alle loro esigenze”.
Cosa offre questa nuova versione rispetto alla prima?
“Le aziende, che rendicontano le proprie emissioni dal punto di vista aziendale, lo fanno seguendo lo standard internazionale più riconosciuto nell’ambito: il Greenhouse Gas Protocol. Secondo questo protocollo, le aziende devono riportare le proprie emissioni suddivise per i cosiddetti Scope 1, Scope 2 e Scope 3. Lo Scope 3, nello specifico, rappresenta le emissioni indirette, provenienti a monte e a valle della catena di fornitura.
xFarm rappresenta uno strumento facile da utilizzare per raccogliere i dati necessari per la rendicontazione delle emissioni rilasciate sul campo agricolo. Infatti, lo strumento consente alle food companies di avere visibilità e tracciabilità all’interno della propria supply chain attraverso un conteggio puntuale di 4 parametri ambientali (tra cui la carbon footprint) in tempo reale, ogniqualvolta che un agricoltore tiene traccia del proprio operato tramite il nostro software”.
Come funziona esattamente questo modulo? Quale è l’input richiesto e quale è l’output?
“È semplice: l’input sono tutte le attività che avvengono in campo e che vengono registrate dall’agricoltore, dai macchinari o dalle attrezzature agricole via app oppure tramite la versione Web di xFarm. Grazie al contributo dell´azienda dss+, con la quale collaboriamo e che fornisce gli algoritmi per il calcolo degli indicatori più significativi in termini di sostenibilità, la nostra piattaforma è in grado di calcolare l’impatto ambientale specifico di tutte le attività e quello aggregato di filiera, che può essere consultato in tempo reale dalle aziende agroalimentari, così da avere il polso di tutta la filiera a disposizione per scopi di rendicontazione oppure per elaborare strategie che consentano di ridurre il proprio impatto sull’ambiente”.
Chi è il target di utenti? Cosa differenzia questa soluzione da prodotti analoghi già sul mercato?
“Il target è duplice: da un lato l’agricoltore, che ha l’opportunità di comprendere meglio l’impatto delle proprie attività e di avere dati alla mano da poter fornire quando richiesto dai propri clienti. Dall’altro, le aziende agroalimentari che, sempre più spinte dall’esigenza di un impegno concreto per ridurre il proprio impatto, vogliono utilizzare soluzioni digitali che facilitino il processo della raccolta dati e la creazione di una base dati sempre più precisa e puntuale. La specificità della nostra soluzione è che si tratta di uno strumento per il calcolo del Life Cycle Assessment (LCA) a livello di coltura in tempo reale. Lo strumento, che è infatti certificato secondo lo standard ISO 14040 e si avvale di coefficienti di calcolo provenienti da database internazionalmente riconosciuti, calcola autonomamente l’impatto fornendo una panoramica sempre aggiornata”.
Questi nuovi moduli sono a pagamento?
“Sì, il modulo sostenibilità è a pagamento. Sono comunque a disposizione dei pacchetti personalizzabili per adattarci alle esigenze di ogni cliente”.
Come va la diffusione della piattaforma xFarm in generale? Come si è sviluppata in questo anno appena trascorso? Chi la usa e come la usa?
“La piattaforma xFarm continua la sua diffusione con una tendenza ancora più internazionale rispetto allo scorso anno. Attualmente sono registrate più di 300mila aziende agricole che coprono un totale di 3M di ettari tracciati. I paesi con la maggior diffusione sono Italia e Spagna; tuttavia, negli ultimi mesi, stiamo crescendo molto anche in Francia, Polonia, Turchia e Brasile. Il trend è senza dubbio positivo, c'è chi la usa in modo più avanzato e chi invece è ancora alle prime armi. A livello aziendale ci stiamo strutturando per facilitare l'adozione di queste tecnologie digitali, per farlo le aree di formazione e supporto sono cresciute molto. In più, stiamo lavorando con molti partner, come aziende agroalimentari e costruttori di macchinari, per fare sistema e riuscire a coinvolgere ancora di più gli agricoltori, con la finalità di rendere efficiente il loro lavoro e migliorare la sostenibilità”.
Perché una cooperazione con dss+ ?
“Questa cooperazione esiste da diversi anni. dss+ è un nostro partner storico con cui ci confrontiamo e sviluppiamo insieme nuove soluzioni. Per ciò che riguarda il modulo sostenibilità, abbiamo trovato delle ottime sinergie combinando il nostro DNA digitale e il nostro approccio pratico sul campo, con la loro conoscenza approfondita di metodologie analitiche e strategiche, offrendo consulenza alle aziende del settore agroalimentare per accompagnarle in percorsi che conducono ad una maggiore sostenibilità.
La nostra collaborazione continua ci permette di sviluppare nuovi prodotti in ambito sostenibilità, volti a fornire soluzioni alle sfide attuali poste dalla necessità di trasformare i propri modelli di business per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Al momento stiamo lavorando insieme sulle tematiche di agricoltura rigenerativa, lanciando progetti pilota per accompagnare e fornire strumenti validi e affidabili ad aziende interessate ad approfondire la tematica”.
La digitalizzazione per l’agricoltura rigenerativa
Alla recente edizione dell’Agri Data Green Summit, l’evento organizzato da xFarm Technologies, numerosi attori della filiera agroalimentare hanno condiviso la propria esperienza nel digitale. Tra i messaggi del convegno: anche in agricoltura, innovazione digitale non significa solamente sviluppare nuovi software e tecnologie, ma piuttosto rispondere in modo diverso e nuovo a problemi reali e diffusi. Ad esempio, il problema dei cambiamenti climatici. Fronteggiare i cambiamenti climatici, fornendo al comparto nuovi strumenti per la gestione del rischio, significa anche diffondere pratiche di agricoltura rigenerativa per aumentare il sequestro di carbonio e, in futuro, abilitare nuove forme di reddito per le aziende agricole. Si tratta di prospettive importanti per garantire produzioni stabili e sostenibili. In questo contesto giocheranno un ruolo fondamentale i macchinari e le attrezzature agricole sempre più connessi e capaci di generare dati utili per tutta la filiera, aziende food comprese. Si comprende allora l’utilità del nuovo ampliamento della piattaforma xFarm con strumenti in grado di contabilizzare le emissioni di Scopo 3 lungo la filiera. Questo permette alle aziende di lavorare in modo molto più preciso per andare a ridurre questa tipologia di emissioni che rappresentano un’ampia porzione della CO2 equivalente emessa per la produzione alimentare. Per raggiungere questo nuovo modello di agricoltura, oltre all’utilizzo di nuove tecnologie digitali, è però indispensabile anche adottare un nuovo approccio e lavorare con nuove tipologie di macchine. Afferma a questo proposito Antonio Salvaterra, Direttore Marketing di Argo Tractors, intervenuto all’Agri Data Green Summit: «I piani di sviluppo di Argo Tractors includono obiettivi molto ambiziosi in ambito di digitalizzazione dei processi agricoli. Tali processi - tutt'ora in corso – hanno preso vita grazie soprattutto a importanti investimenti in servizi digitali, tecnologia Isobus, telematica, telediagnosi e guida assistita. Le App Landini Farm e McCormick Farm rappresentano una concreta risposta di Argo Tractors alla necessità degli imprenditori agricoli di gestire a 360° la propria azienda. Con l'App è possibile studiare e applicare modelli agronomici, creare mappe di prescrizione, integrare sensoristica da campo e definire protocolli di tracciabilità e sostenibilità. Non stiamo affrontando il tema a livello teorico, tutto questo è già realtà ed è disponibile sul mercato. Gli agricoltori e gli agromeccanici possono digitalizzare le proprie aziende, un’evoluzione indispensabile per aumentare la qualità del lavoro e porre una maggior attenzione all'ambiente, all'utilizzo delle risorse e alla qualità della vita».
Un futuro sempre più digitalizzato
Aiutare le imprese agricole nella digitalizzazione non è facile ma ad xFarm Technologies sono convinti che ci siano grandi opportunità. Il digitale può valorizzare sia gli agricoltori che le imprese stesse grazie ai dati sempre più precisi che si riesce a raccogliere e interpretare. Monitoraggio satellitare, analisi predittive e machine learning sono solo alcuni degli strumenti dell’Agricoltura 4.0 che si stanno sempre più affermando, cambiando il modo di lavorare delle aziende agricole.
Cosa si intende per agricoltura rigenerativa
Il termine indica un approccio all’agricoltura che si pone in controtendenza rispetto alla monocoltura e alle pratiche agricole prettamente industriali. Essa viene proposta come un’alternativa alla produzione alimentare intensiva, in grado non solo di avere un impatto ambientale e/o sociale ridotto, ma addirittura positivo. Nella definizione data dalla organizzazione “Regeneration International”, che da anni promuove tale pratica agricola, si legge: “L'agricoltura rigenerativa descrive le pratiche agricole e di pascolo che, tra gli altri benefici, invertono il cambiamento climatico ricostruendo la materia organica del suolo e ripristinando la biodiversità degradata del suolo - con conseguente riduzione del carbonio e miglioramento del ciclo dell'acqua. Nello specifico, l'agricoltura rigenerativa è una pratica olistica di gestione del territorio che sfrutta il potere della fotosintesi nelle piante per chiudere il ciclo del carbonio e costruire la salute del suolo, la resilienza delle colture e la densità dei nutrienti. L'agricoltura rigenerativa migliora la salute del suolo, soprattutto attraverso pratiche che aumentano la materia organica del suolo”. Tra le pratiche che caratterizzano questa agricoltura si annoverano tutte quelle che mirano a ridurre al minimo l'alterazione fisica, biologica e chimica del suolo (es: minimum tillage); tenere il suolo sempre coperto da vegetazione o altro materiale naturale; aumentare la biodiversità delle specie vegetali e di quelle microbiche; integrare il più possibile gli animali e le piante nell'azienda agricola (es: agroforestry).