Nelle prossime pagine tenteremo un’operazione quasi disperata: orientarci nella galassia delle guide automatiche. Dove, come accade in ogni settore di recente costituzione, sono all’ordine del giorno non soltanto le (sempre benvenute) novità tecniche, ma anche acquisizioni, fusioni, cambi di alleanze. Al punto che un agricoltore che acquistasse un trattore e si disinteressasse dell’argomento nei successivi cinque anni (come è anche normale che accada, essendo il lavoro dell’agricoltore quello di coltivare la terra e non di tenersi aggiornato sui sistemi di guida), quando tornasse in concessionaria non ci capirebbe più nulla o quasi.
Tre componenti
Allora proviamo a fare un po’ di chiarezza, premettendo che orientarsi è così difficile che, presumibilmente, non riusciremo a essere del tutto precisi.
La prima distinzione da fare è su chi fa cosa. In altre parole, prendendo una qualsiasi guida automatica, capire quale parte di essa è stata fatta da ciascun attore della filiera. Fondamentalmente, in un sistema satellitare vi sono tre componenti fondamentali. La prima è costituita dal blocco antenna-ricevitore, cui eventualmente si aggiunge la piattaforma inerziale, ovvero il sensore di movimento, oggi spesso integrato nel ricevitore. Il secondo elemento è anch’esso fisico, ed è il sistema che fa sterzare il trattore. Possono essere elettrovalvole sull’idroguida, per mezzi predisposti, oppure il motorino elettrico o elettroidraulico che muove il volante. Soluzione maggioritaria fino a una decina d’anni fa, quest’ultimo sta rapidamente andando in disuso presso i costruttori, in quanto i trattori di ultima generazione sono predisposti per la guida automatica integrata. È però ancora molto in voga presso le aziende specializzate in sistemi satellitari, come soluzione semplice e universale per attrezzare sia vecchi trattori, sia mezzi recenti per i quali si voglia un apparato facile da smontare e rimontare su un altro mezzo.
Infine, abbiamo la parte software, ovvero tutto il sistema che interpreta le informazioni ricevute dall’antenna, stabilisce in che posizione si trova il trattore e che correzioni sono necessarie affinché il medesimo resti sulla traiettoria prestabilita.
Chi fa l’hardware
Torniamo però alla nostra domanda fondamentale: chi fa cosa? Partiamo dalla risposta più semplice: i produttori di componenti hardware per la guida satellitare si contano sulle dita di una mano e vengono essenzialmente dall’Asia o dall’America. Da Est (Giappone) arriva Topcon, che però ha la sua base, per quanto riguarda i sistemi di posizionamento, in California e per l’agricoltura nello specifico in Italia, a Torino. Proprietà asiatica ma cervello americano anche per Novatel, che fa parte del gruppo Hexagon, al pari di Leica Geosystem, e ha sede a Calgari, in Canada. Inoltre, abbiamo Hemisphere, un costruttore di hardware che appartiene a Beijing Unistrong, uno dei grandi colossi del settore. È made in Usa, invece, Trimble, primo produttore di componentistica specializzata.
Assieme, Trimble, Topcon, Unistrong e Hexagon (Novatel) siglano bene o male l’ottanta per cento delle antenne e dei ricevitori impiegati nel mondo. Dunque, anche quelli montati sulla larga maggioranza dei trattori in vendita nel nostro paese.
Questioni di software
La seconda componente hardware, attuatori ed elettrovalvole, è di più semplice realizzazione e può avere diversi padri. Anche il segnale satellitare ha una storia abbastanza ben definita: i gruppi più grandi hanno propri sistemi di interpretazione e correzione del segnale Gnss (sigla che sta per Sistema di navigazione satellitare globale, ovvero Gps, Glonass, Galileo, etc.), ma esistono anche società indipendenti che vendono la correzione sul libero mercato.
Meno definita, invece, la questione del software. In primo luogo – e limitandoci al mercato italiano delle macchine agricole – ci sono i produttori specializzati, ovvero quelli che fanno soltanto sistemi di guida satellitare. I principali sono noti: Spektra-Agri, Arvatec, Topcon. Spektra è una società privata che fa parte della rete Vantage, controllata in parte da Trimble, di cui è importatrice. Arvatec è rivenditore unico di Ag Leader, un marchio statunitense molto attivo nel settore agricolo. Topcon, infine, è la filiale italiana dell’omonimo marchio nippo-americano. Tutte e tre queste case forniscono sistemi di guida in after market e per tutti i trattori, indipendentemente dal modello e dall’età. Possono dunque attrezzare ogni macchina con antenna, ricevitore e un attuatore che può essere il motorino elettrico al volante o un sistema integrato nell’idroguida per i modelli più recenti. I loro dispositivi – in particolare ricevitore e display – possono generalmente essere spostati abbastanza rapidamente da un trattore all’altro, così da essere sfruttati su più macchine. «Non occorre avere una guida per ogni trattore, ma una guida per ogni operatore dell’azienda», chiosa Marco Miserocchi, direttore commerciale di Topcon Italia. La sua società usa ovviamente hardware Topcon, mentre Vantage utilizza, ancora senza sorprese, Trimble. Arvatec, infine, rivende Ag Leader, il quale monta hardware per la maggior parte di proprietà (guida, display, centraline, software ecc.), utilizzando Novatel solamente per i ricevitori GNSS.
I trattoristi
Nell’era pionieristica del satellite, i costruttori si sono affidati alle società specializzate, installando sistemi satellitari realizzati in parte all’esterno. Fu così per Agco, con Topcon, e per il gruppo Cnh, che aveva invece scelto Trimble. Con il tempo, però, i big della meccanica agricola si sono domandati perché continuare a servirsi di sistemi prodotti da terzi quando potevano benissimo fare da soli. Nelle ultime generazioni di guide automatiche la componente software è così compilata in larga parte dai costruttori stessi, con al massimo interventi marginali del fabbricante di hardware, per garantire il dialogo tra il programma e i componenti esterni. Così quando oggi si legge – vedete nelle prossime pagine per un elenco più dettagliato – che New Holland lavora in partnership con Trimble e Novatel o che Claas ha scelto Hemisphere, significa in realtà che antenna e ricevitore appartengono a questo o quel costruttore specializzato, ma il cervello, ovvero ciò che fa funzionare la guida, è prodotto in casa dal trattorista. Una convivenza che può anche ingenerare confusione, tanto che non è raro, se una guida non funziona, che l’agricoltore si rivolga al costruttore dell’antenna, anche se magari il problema è in realtà nel software compilato dal fabbricante del trattore. Il quale, dal canto suo, ha tutto l’interesse a prendere sotto il suo controllo il sistema di guida, se non altro per tenere un piede nella promettente e ricchissima torta dell’amministrazione dei dati. Per esempio, fidelizzando il cliente tramite le sue piattaforme cloud o ancora legandolo al proprio servizio di assistenza con la telemetria e le manutenzioni calendarizzate sull’effettiva usura dei materiali. Un gioco in cui tutti hanno da guadagnare; l’importante è che l’utente finale sia consapevole di ciò che accade attorno al suo trattore.