Ci sono l’interazione uomo macchina, la realtà aumentata che tanto va di moda oggi e una tecnologia che ricorda un po’ quella di Minority Report: tutto dentro un paio di occhiali. Che potrebbero tuttavia rappresentare il futuro dell’assistenza in agricoltura.
Non sono, beninteso, occhiali qualsiasi. Il loro nome - Hololens - dirà già tutto o quasi ai malati di elettronica e mondi digitali. Si tratta infatti del visore per realtà aumentata sviluppato quattro anni fa da Microsoft e la cui seconda versione è stata presentata a fine febbraio al Mobile World Congress, una fiera di settore.
Hololens, al di là degli aggiornamenti tecnici intercorsi con la versione 2.0, è un sistema di visione in realtà aumentata. Significa che chi li indossa osserva il mondo attorno a sé, ma su questa realtà oggettiva si sovrappongono immagini digitali (ologrammi per la precisione). Con i più disparati scopi: possono essere passatempi o assistenti virtuali per identificare monumenti o luoghi che si stanno osservando, per esempio, ma anche molto altro.
Gli occhiali dispongono di 64 Gb di memoria e di una connessione costante tramite Wifi, oltre che di un sofisticato impianto sonoro che permette di posizionare la fonte di emissione del suono a seconda dell’ologramma osservato. In pratica, si ha l‘impressione che il suono esca dall’ologramma. Tutto questo grazie a tre processori: oltre al principale, un Qualcomm Snapdragon 850, ne abbiamo uno per la grafica (gli occhiali dispongono di fotocamera e videocamera) e uno specifico per la gestione delle immagini olografiche.
Partnership con Case IH
Cosa c’entrano però questi fantascientifici occhiali con il mondo dell’assistenza? Molto, tanto è vero che Case IH, marchio della galassia Cnh, ha stretto un patto con Microsoft per la sperimentazione degli Hololens in ambito di meccanica agricola , dopo che già alcuni costruttori (vedi Mercedes) li usano sulle linee di montaggio di auto e camion.
Con due obiettivi: il primo interno - la formazione del proprio personale - e il secondo esterno, ovvero studiare le applicazioni di assistenza a distanza sulle macchine in riparazione. Ed è evidentemente questo aspetto che ci interessa in modo particolare.
Abbiamo avuto modo di saggiare le potenzialità degli Hololens la scorsa estate, durante una manifestazione organizzata da Case IH a Dresda, in Germania, e dobbiamo dire che sono davvero notevoli. Chi li indossa, per esempio, può collegarsi in tempo reale con un tecnico distante anche centinaia di chilometri e mostrargli, tramite la videocamera integrata, cosa sta osservando. Sul computer o sul tablet del tecnico apparirà la parte di macchina su cui l’operatore sta intervenendo e il primo potrà dare al secondo suggerimenti sulle azioni da eseguire.
Non soltanto: se il tecnico che lavora in remoto traccia schizzi o evidenzia parti sullo schermo, gli stessi segni appariranno sugli occhiali dell’operatore, in corrispondenza delle parti reali della macchina. Diventa così un’operazione elementare, per esempio, individuare la giusta sequenza di smontaggio di un componente o spiegare a un assistente come orientare un pezzo per montarlo correttamente sul supporto. Ancora, l’operatore al lavoro sulla macchina può ricevere e visualizzare schemi elettrici, schede di montaggio dei pezzi, codici dei ricambi e molto altro: in pratica avrà a disposizione il computer dell’officina mentre smonta il trattore, mantenendo però le mani libere. Grazie all’immediatezza delle immagini visive, gli Hololens sono relativamente facili da usare. Dopo una mezz’ora si è già familiarizzato con il sistema operativo (Windows 10 con Windows Store Human Understanding) e siamo certi che in poche ore un operatore mediamente avvezzo alla tecnologia può utilizzarli appieno.
Un futuro alternativo
Visti in quest’ottica, gli Hololens potrebbero cambiare il modo di fare assistenza. Per esempio, aiutando i meccatronici di una concessionaria o di un’officina impegnati in riparazioni particolarmente delicate. Collegandosi con la casa madre, avranno a disposizione le conoscenze e la pratica dei tecnici più esperti, in Italia o all’estero. In secondo luogo, gli Ololens diventano alleati preziosi per gli interventi sul campo. Che sia in mezzo a un prato o nel cortile del cliente, il meccanico avrà davanti agli occhi tutti gli strumenti e le informazioni di cui disporrebbe se fosse nella sua officina.
Infine, gli Ololens potrebbero tornare molto utili anche agli agricoltori o ai meccanici delle officine aziendali. Parliamo, ovviamente, delle società agricole più grandi, che dispongono di strutture adeguate per effettuare in proprio alcuni interventi. Questo, quando i prezzi saranno diventati accessibili: attualmente il visore Hololens non è disponibile per il pubblico e gli esemplari per sviluppatori hanno un costo di tremila euro ciascuno.
È dunque presto per immaginare schiere di meccanici dotati di visori olografici intenti a riparare trattori in ambienti asettici come sale operatorie. Tuttavia sarebbe ingenuo non rendersi conto che il futuro sta andando in quella direzione e, vista anche la crescente complessità delle macchine, un’assistenza virtuale di questo tipo diventerà presto o tardi uno strumento comune per un meccatronico evoluto.
IL TEST ENTRA IN FASE 2
La prima fase di sperimentazione sugli Hololens si concluderà a metà anno e successivamente i tecnici saranno impegnati nell’analisi dei risultati. Alla luce dei quali, ci dicono, potrebbe avviarsi una seconda fase di test, forse anche nel nostro paese. Dato il potenziale interesse di questa tecnologia per chiunque si occupi di assistenza, abbiamo voluto saperne di più e abbiamo rivolto qualche domanda a Massimo Praz, responsabile del progetto presso Case IH. Per prima cosa: quando pensate che gli Hololens saranno pronti per il mercato? «Al momento è in corso la prima fase di sperimentazione, con cinque progetti - tre in Germania e due in Spagna - e pertanto non sappiamo esattamente quando saremo pronti per il mercato. Stiamo mettendo a punto la tecnologia fianco a fianco con Microsoft, per capire come sfruttare appieno le potenzialità di questo sistema e quali servizi potremmo concretamente offrire ai clienti».
Gli Hololens saranno riservati all’assistenza o la loro diffusione coinvolgerà anche i clienti finali? «In questa prima fase ci stiamo concentrando sui concessionari, ma al tempo stesso stiamo valutando come potrebbero esserci utili per migliorare il nostro interscambio con gli utenti». Li avranno quindi soltanto i concessionari o anche, a richiesta, officine private, autorizzate o meno? «Non siamo ancora in grado di rispondere con precisione, dipende tra l’altro dalle varie normative, ma non escluderei che anche le officine possano ricevere gli Hololens».
Richiederete un abbonamento specifico per il servizio o l’assistenza remota farà parte di un pacchetto più generale? «La strategia commerciale sarà messa a punto dopo la fine della fase sperimentale. Quando saremo pronti per il lancio ufficiale, saremo in grado di fornire anche tutti i dettagli di questo tipo».
Per finire, quando li vedremo in Italia? «È possibile che con l’avvio della seconda fase di test vi sia un progetto pilota anche nel vostro paese».