Telemetria: dove siamo arrivati

Lo stato dell’arte va oltre i requisiti di Agricoltura 4.0. Molte macchine ricevono già gli aggiornamenti software e permettono una completa diagnostica da remoto. In attesa che l’Internet of Things aiuti anche nell’ottimizzazione del lavoro e nelle scelte agronomiche

Agricoltura 4.0. ha avuto il grande pregio di portare l’agricoltura digitale anche in aziende in cui, senza i suoi generosi incentivi fiscali, non sarebbe arrivata per un altro decennio. Indubbiamente tra possedere una macchina 4.0 e usarla al pieno delle sue potenzialità ce ne corre, ma il fatto che siano previsti controlli sull’effettivo impiego delle dotazioni digitali (raccolta dati, controllo da remoto eccetera) dovrebbe convincere almeno la maggior parte dei possessori di un trattore acquistato col credito d’imposta a sfruttarne, appunto, le potenzialità. Per capire quali siano queste potenzialità, nelle prossime pagine approfondiremo un settore specifico: quello della telemetria e delle sue implicazioni. In altre parole, ci occuperemo della comunicazione, ormai bidirezionale, tra il trattore, l’ufficio aziendale e il servizio di assistenza.

Agricoltura 4.0, telemetria di base

Partiamo con una definizione. Telemetria, in senso lato, significa misurazione a distanza. Nell’ambito di nostro interesse, si intende con questo termine la trasmissione a un ricevente (sede aziendale, rete di assistenza o anche un’altra macchina operatrice) di una serie di parametri di lavoro, che possono essere ore ed ettari trattati, temperatura del motore, consumi, posizione geo-referenziata del mezzo. Per essere ammessi ai benefici di Agricoltura 4.0, i trattori dovevano possedere, oltre a un sistema informatico di controllo (il classico computer di bordo), un dispositivo di connessione con la fabbrica o la sede aziendale in grado di trasmettere questi dati. Possiamo considerarla una telemetria di base, a cui tutti i costruttori si sono rapidamente adeguati per evitare che i loro prodotti finissero dall’oggi al domani fuori mercato. Oggi, terminato il credito d’imposta, la larghissima parte delle macchine continua a offrire queste prerogative, perlomeno come optional. Va però notato che alcune gamme estremamente basiche sono tornate ai canoni pre-4.0.

A noi interessa tuttavia l’estremo opposto, ovvero chi va oltre i requisiti di base, per capire dove è arrivata – e dove ci sta portando – la tecnologia digitale. Cerchiamo allora di fare il punto, con particolare attenzione verso le ultime novità introdotte dai costruttori, anche in queste settimane. Procederemo per argomenti: raccolta e trasmissione dati, monitoraggio da remoto, manutenzione predittiva.

Una prima forma di telemetria è la localizzazione dell'attrezzo
Tutti i principali costruttori offrono ormai piattaforme per la raccolta e l'uso dei dati agronomici (Crediti: Fendt)

I dati, ricchezza immateriale

Tutte le analisi concordano sull’importanza, nell’agricoltura del futuro, delle informazioni, considerate il vero valore aggiunto della digitalizzazione. Serie storiche sulle produzioni, le lavorazioni, il comportamento delle macchine durante queste lavorazioni, il rapporto tra fertilizzazione e resa per ettaro e così via: i dati saranno oggettivamente una ricchezza, più di quanto non lo siano già oggi. La possibilità di raccoglierli è ormai universale – era uno dei requisiti di Agricoltura 4.0 – e dunque ogni trattore, in particolare se dotato di connessione Isobus, può accumulare migliaia di informazioni sul suo funzionamento e le attività effettuate. Cambia però – e non è cosa da poco – la modalità con cui questi dati passano dal terminale del trattore al computer dell’azienda o dell’agronomo che la segue. Si va, in ordine decrescente di tecnologia e semplicità, da una trasmissione totalmente automatica, a intervalli regolari, a quella che possiamo chiamare una raccolta manuale, da effettuarsi appunto manualmente, scaricando i file su una chiavetta Usb e caricandoli nel sistema gestionale dell’azienda. Va da sé che se nel primo caso la praticità è massima (l’uomo non deve fare nulla, perché fa tutto la macchina), quando si chiede a un operatore di collegare una Usb Drive, entrare nel sistema, fare il download dei dati di lavorazione, portarli fisicamente in ufficio e consegnarli a un addetto affinché li carichi nel computer, le cose si complicano. Il succitato download non avviene più quotidianamente, e magari nemmeno settimanalmente, ma quando c’è tempo. Forse quando piove o nell’intervallo tra una fase colturale e l’altra.

Un altro ostacolo alla libera circolazione dei dati è l’incompatibilità tra i diversi sistemi di raccolta e trasmissione. Ogni costruttore ha il suo, e soltanto da pochissimo tempo (parliamo di mesi più che di anni) si sta facendo davvero qualcosa per semplificare il passaggio di informazioni tra diverse piattaforme. Dà speranze, in questo senso, una dichiarazione d’intenti stipulata nel settembre scorso tra i principali costruttori e diversi attrezzisti e componentisti. La dichiarazione, battezzata Ag-In, è stata patrocinata da Aef, l’associazione che sovrintende all’applicazione di Isobus, e rappresenta forse il primo reale tentativo di superare le difficoltà attuali, che piattaforme di interscambio come Agrirouter, 365 Farm Net e Data Connect hanno risolto parzialmente.

Le piattaforme multimarca hanno risolto parzialmente il problema dell'interscambio dati (Crediti: John Deere)

Sotto controllo, sempre

Un aspetto essenziale della telemetria è la possibilità di controllare dov’è, cosa sta facendo e “come sta” la macchina. Anche in questo caso, ciò può avvenire su diversi livelli. A quello più superficiale troviamo la trasmissione della posizione in campo, grazie alla geo-referenziazione satellitare, e di elementari parametri di lavoro, come attività/arresto della macchina, consumi e altri dati che potremmo definire di base. Tutto ciò può essere visualizzato dal proprietario del mezzo, tramite pc o in alcuni casi anche via cellulare, ma anche dal servizio di assistenza, ovviamente previo consenso del proprietario della macchina. Fanno eccezione alcuni marchi, che prevedono sempre la raccolta dei dati, ai fini statistici e per scoprire eventuali difetti di fabbrica, ma ciò avviene in forma del tutto anonima, a meno di un espresso consenso del cliente.

I marchi che più hanno investito in questo senso tuttavia sono già molto oltre: proprietario e concessionaria hanno infatti accesso remoto non soltanto a generici parametri di lavoro, ma ai dati più “profondi” della macchina, come la temperatura dei vari fluidi, la pressione dell’olio, la presenza di attriti o surriscaldamenti anomali e molto altro. Ricevono inoltre i codici di eventuali malfunzionamenti, così da poter conoscere natura e gravità del problema prima ancora di recarsi sul posto. Di più: il tecnico dell’assistenza può entrare nel sistema gestionale da remoto, esattamente come se collegasse la spina del pc diagnostico alla porta del terminale di bordo. In questo modo è anche possibile eseguire, a distanza, l’aggiornamento dei software. In assenza di altri problemi o necessità, si risolve in pochi minuti un intervento che richiederebbe di portare la macchina in officina o viceversa una trasferta di chilometri da parte del tecnico incaricato.

Anche al di fuori dei bisogni di assistenza, proprietario o tecnico possono accedere al display del trattore esattamente come se si trovassero a bordo e osservare ciò che sta vedendo, in quel momento, l’operatore al volante. Questo può servire a fornire suggerimenti su come impostare la macchina per una determinata lavorazione, in modo da ridurre i consumi, aumentare la produttività oraria o semplicemente prevenire possibili rotture nel breve periodo.

Telemetria predittiva

Il display remoto è uno strumento estremamente utile per chi voglia fare un’agricoltura davvero digitale. Non si limita a un ruolo di Grande Fratello, di controllo dell’operato dei dipendenti. I costruttori più avanzati stanno infatti allestendo dei veri e propri servizi di assistenza da remoto. Allo scopo non soltanto di evitare problemi, ma anche per utilizzare al meglio macchina e attrezzo. Osservando i dati di lavoro, un operatore – ovviamente allertato da un sistema di intelligenza artificiale – può capire che il mezzo non è utilizzato al meglio delle potenzialità e contattare l’uomo a bordo, suggerendogli come impostare diversamente la macchina e aumentare così la capacità di lavoro o ridurre le spese di carburante.

Una sfaccettatura di questo servizio è la telemetria o manutenzione predittiva: un’analisi incrociata dei parametri di lavoro può indicare un alto rischio di rottura per un determinato dispositivo o anche la probabilità elevata che un componente sia sottoposto a usura anticipata, cosa che potrebbe portare, nel breve o medio periodo, al guasto, con conseguente fermo macchina. L’obiettivo è duplice: modificare il comportamento di lavoro prima che sia troppo tardi e, se necessario, programmare un intervento di manutenzione o riparazione preventiva per evitare di arrivare a un fermo macchina totale e prolungato. In altre parole, capire cosa potrebbe rompersi e intervenire prima che la rottura si verifichi. E anche questo, indubbiamente, è un prodigio dell’agricoltura digitale.

Telemetria: dove siamo arrivati - Ultima modifica: 2024-07-22T14:15:27+02:00 da Roberta Ponci

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome