La sede scelta per l’Agridealer Day 2019 di Unacma lo scorso novembre è stata l’Unipol a Bologna. E la motivazione era precisa. «Da qualche anno siamo presenti insieme a UnipolSai Assicurazioni nelle fiere in cui Unacma organizza gli spazi istituzionali – ha spiegato il segretario generale di Unacma Gianni Di Nardo – e recentemente è emerso l’interesse a studiare insieme la possibilità di assicurare trattori e attrezzature agricole nuove e usate. L’assicurazione (ad esempio furto e incendio) è cosa ben diversa dalla Garanzia Sicura! sull’usato (formula che abbiamo studiato con Conformgest per garantire il cliente finale nel caso di acquisti di macchine agricole usate) o dalle estensioni di garanzia sul nuovo, per cui c’è la possibilità di completare l’offerta per i nostri associati. Si comincia, cioè, a pensare di costituire una rete di sub-agenzie assicurative su tutto il territorio italiano, presso i concessionari di macchine agricole, con personale a questo preposto formato e qualificato. La differenza rispetto all’attuale vendita della garanzia legata al finanziamento sta in quello che guadagna il concessionario. Oggi niente o quasi niente ed eventualmente solo per l’annualità in corso, mentre come sub-agenzia si otterrebbero provvigioni adeguate e per tutta la durata dei contratti. Per non parlare delle altre occasioni che potrebbero scaturire dall’accordo con un grande gruppo come Unipol».
«L’obiettivo del progetto è creare un nuovo strumento di servizio e di fidelizzazione del cliente finale – ha aggiunto Stefano Cigna, responsabile convenzioni UnipolSai – fornendo una risposta assicurativa completa e competitiva con una convenzione dedicata. È in fase di avvio il progetto pilota sul territorio con alcuni concessionari che si sono resi disponibili e i risultati ottenuti saranno condivisi con gli associati». La speranza è quella di poter finalizzare l’accordo e annunciarlo in occasione dell’EIma 2020 il prossimo novembre a Bologna.
Crescita continua
L’Agridealer Day è stato come sempre l’occasione per fare il punto sull’anno appena concluso. «Quest’anno (2019) sono successe tante cose – ha detto il presidente di Unacma Roberto Rinaldin – condizionando il nostro lavoro di imprenditori e tutto il comparto agricolo, coinvolgendo in questo tutti gli altri imprenditori, agricoltori o contoterzisti che siano. La nostra associazione continuerà a battersi affinché, nei tempi più brevi possibili, si giunga all’emanazione del decreto sulla revisione che finalmente ci dirà cosa si controllerà, con quali apparecchiature e strumenti, chi potrà effettuare i controlli per la revisione e per la messa a norma delle macchine e dove questi si potranno fare. Continuiamo da un anno a richiedere una sorta di rottamazione “finanziata” che consenta di ammodernare il parco macchine desueto e riduca sostanzialmente le morti bianche in agricoltura. Sui Psr sappiamo che quando funzionano sono molto selettivi e comunque insufficienti, quando non funzionano non si capisce dove finiscono i fondi (se non ritornano alla Comunità Europea). Le relazioni istituzionali in Italia sono molto difficili da coltivare, quando si pensa che in 8 anni sono cambiati 9 ministri dell’agricoltura. Le relazioni con le associazioni della filiera stanno migliorando anno per anno. In questo panorama non certo confortante, i rivenditori di macchine agricole credono nel loro mestiere e continuano a investire perché hanno la loro attività nel sangue. La nostra associazione, anche se a piccoli passi, continua a crescere e siamo convinti che se riusciremo a realizzare quei gol che stiamo con pazienza preparando, vedrà una nuova crescita degli aderenti».
Sicurezza, formazione e marginalità
«I tre settori principali a cui Unacma dedica maggiore attenzione e lavoro sono la sicurezza, la Formazione e i margini delle nostre aziende con un occhio al sociale – ha aggiunto Di Nardo –. Sulla sicurezza non si può scherzare. Ma non si può scherzare nemmeno sulla Formazione. Da parte di Unacma l’invito che ripetiamo da anni, è quello di cominciare a pensare (qualcuno ha già iniziato) di diventare anche un’azienda di servizi su vari fronti per far crescere la redditività delle nostre aziende».
Ovviamente è stato più volte menzionato il progetto delle officine certificate Roc e anche in questo caso Unacma ha avviato un progetto con la società eMotori per utilizzare il loro software gestionale nelle suddette officine. «I commercianti di macchine agricole hanno esigenze gestionali specifiche, che soluzioni software standard non possono soddisfare appieno – ha riferito Luca Lo Presti, responsabile prodotto di eMotori – per cui eMotori si propone come brand fornitore di soluzioni software e servizi per rispondere alle esigenze specifiche di chi vende macchine agricole, effettua riparazioni e manutenzione e commercializza ricambi».
«C’è ancora molta ignoranza in ambito Mother Regulation – ha ricordato Domenico Papaleo, di FederUnacoma – a livello sia di concessionari sia di utilizzatori finali, e questo ci ha fatto capire che non è importante solo lavorare sulle macchine, ma bisogna soprattutto comunicare quello che noi costruttori abbiamo fatto sulle macchine. Occorre quindi un percorso formativo che parta ovviamente da noi costruttori e arrivi a concessionari e utilizzatori finali. Dobbiamo cioè insegnare come sono fatte le macchine nuove per giustificare il valore aggiunto che giustamente hanno».
Revisione e rottamazione
Dopo gli interventi istituzionali (Gianni Dalla Bernardina, presidente Cai, Franco Verrascina, presidente Copagri, e Alberto Giombetti, segretario generale Cia), Rinaldin è tornato alla carica per incalzare Gianpaolo Vallardi, presidente della Nona Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare al Senato, sulla questione revisione e rottamazione. «Ci eravamo lasciati 13 mesi fa e ci eravamo promessi di non parlare più di revisione – ha detto Rinaldin – ma purtroppo devo tornare a chiederle con fermezza di finirla di insabbiare il provvedimento. È inutile sentire che tutti sono d’accordo, però non va avanti. Se non la si vuole fare, togliamola con una legge abrogativa. Però, si sappia che con le attuali 18mila immatricolazioni non si riesce a cambiare parco circolante di trattori, quindi ci vuole un aiuto e la revisione sarebbe il sistema per salvare le vite e mettere a disposizione soldi per chi deve cambiare le macchine, oltre ad aiutare noi che abbiamo dimezzato i fatturati negli ultimi dieci anni.
Per quanto riguarda la rottamazione, dico che i 40 milioni dell’Inail sono interessanti, ma il sistema con cui li distribuisce è contorto e troppo “selettivo”. Quindi, la rottamazione è un sistema intelligente, ma va programmata su progetto di medio-lungo termine (5-10 anni)».
«È vero – ha riconosciuto Vallardi – ma il percorso della revisione si è interrotto con il cambio di Governo. Averla prorogata al 2021 è stato un errore, ma siamo entrati in una sorta di loop: cioè o finanziamo il settore agricolo perché rinnovi il parco macchine o il legislatore non ha il coraggio di mettere l’obbligo della revisione, perché politicamente non avrebbe ritorno. Quello che si può fare è ciò che tecnicamente si chiama “affare assegnato” sugli infortuni sul mondo del lavoro e sulla revisione macchine agricole: non possiamo, infatti, aspettare ancora due anni, per cui chiamerò Unacma in audizione e vedremo cosa si potrà fare».
Fendt sul trono del DSI europeo
Nona edizione per il Dealer Satisfaction Index, il tradizionale sondaggio condotto dalla Climmar (Associazione dei concessionari europei di macchine agricole), i cui risultati sono stati presentati dal presidente Erik Hogervorst ad Agritechnica 2019.
Al primo posto si è confermata Fendt (l’anno scorso a pari merito con Kubota), con un punteggio medio finale di 14,4, davanti a Kubota (14,1) e John Deere (13,5, terzo posto confermato, lo scorso anno a pari merito con Valtra). Dieci i paesi che hanno partecipato a questa edizione (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Polonia e Ungheria), con una più che discreta percentuale di partecipazione (1.077 risposte contro le 797 del 2018, in linea con i valori del 2017). Questo aumento è da attribuirsi da un lato al fatto che il questionario quest’anno è stato inviato in aprile (e non in giugno, come nel 2018) e al coinvolgimento decisamente superiore da parte dei dealer del gruppo Sdf.
I risultati riguardano i concessionari/marchi che sono stati valutati in almeno quattro dei dieci paesi partecipanti. La media complessiva è salita a quota 13,1, in crescita di 0,4 punti rispetto al 2018.