Largo ai robot. O no?

trattori robot 1

Pare che per Expo New Holland abbia intenzione di esporre dei trattori robot (ovviamente ad azionamento elettrico, quindi ad emissioni zero) che sfalciano una superficie inerbita collocata sul tetto del padiglione, evidenziando a mo’ di ricamo il loro logo, realizzato come farebbe una stampante 3D

Al contempo, le auto che si autoguidano, o per dirla in termini anglofoni le self-driving car, sono attualmente uno degli argomenti più chiacchierati; alla realizzazione di questo “sogno” collabora l'italiana VisLab, una delle aziende più avanzate nella progettazione di dispositivi di visione artificiale. La vettura laboratorio messa a punto dispone di ben 13 videocamere a doppio sensore integrate nelle carrozzeria, in grado di assicurare una visione tridimensionale a 360° di tutto quello che accade intorno. Probabilmente però, per il completo sviluppo di queste nuove automobili ci vorranno ancora anni. Peraltro, un’applicazione meno remota potrebbe concretizzarsi nell’ambito agricolo, dove si lavora a bassa velocità e con meno ostacoli, e dove operano già trattori con guida automatica, grazie all’aiuto del satellite e alle centraline elettroniche, che permettono di memorizzare e ripetere sequenze di manovre di fine campo. Il principale problema della tecnologia attuale è che non esiste ancora la compiuta capacità di “vedere” ciò che accade intorno, e quindi di rilevare eventuali anomalie, mettendo in atto immediate contromisure.

Eppure, molti esperti prevedono che tra una ventina d’anni il trattore automatizzato potrà essere una realtà concreta per produrre cibo per tutto il Pianeta.

Di fatto, la possibilità di “vedere” tramite una serie di videocamere, e di interpretare le immagini tramite una sorta di intelligenza artificiale caratterizza già alcuni agri-robot, in grado di eseguire operazione piuttosto complesse, come ad esempio la raccolta delle mele. Anzi, in questo caso, i prototipi funzionanti sono già in grado di individuare il frutto al punto giusto di maturazione ed effettuarne quindi una raccolta del tipo "pick and place" (ovvero imitando la manualità umana di afferrare-staccare-riporre). Si tratta di un notevole passo avanti, dato che le macchine di questo tipo (pur tra loro diverse) si accomunano per l’obbiettivo di aumentare la produttività diminuendo i costi di esercizio. Se si considera che in una coltura come il meleto, dove comunque i costi per i trattamenti fitosanitari sono elevati, il solo onere per la raccolta incide in ogni caso fino al 30% del costo di produzione. E addirittura negli agrumeti si arriva al 70%!

Eppure, c’è qualcosa che non quadra…

Infatti, nonostante questa inarrestabile corsa al progresso tecnologico, molte Case produttrici di trattori hanno fatto recentemente grossi investimenti per la produzione ex-novo (o riesumando vecchi progetti…) di trattori costruttivamente semplici, prettamente “meccanici”, quindi di costo contenuto.

Si sta tornando allora indietro? E’ pacifico che bisogna fare i conti con un’importante crisi economica tuttora perdurante ma, come dice il proverbio “chi non risica non rosica”.E allora, quale sarà il futuro che ci aspetta nel breve-medio periodo, forse non è del tutto chiaro nemmeno ai Costruttori più avveduti...

 

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Largo ai robot. O no? - Ultima modifica: 2015-03-20T12:01:26+01:00 da Redazione

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