Un “gran premio” sui cieli del Veneto, corso da una flotta di droni agguerriti e impegnati a far bella mostra delle proprie capacità. In palio, un possibile “incarico” di lavoro nelle campagne del trevigiano. La “gara” è davvero avvenuta agli inizi di agosto, su iniziativa di Condifesa Treviso Consorzio a cui aderiscono circa quattromila agricoltori, con lo scopo di testare l’operatività dei droni prodotti da diverse aziende presenti sul mercato e stabilire prestazioni e affidabilità nel telerilevamento. Così, sei piccoli gioielli della tecnologia italiana, specializzati in attività a servizio dell’agricoltura di precisione, si sono dati battaglia su coltivazioni di mais e vigneti, con l’obiettivo di creare un momento di confronto al termine del quale, elaborati i dati raccolti dai droni teleguidati, potranno essere definite le aziende più affidabili in vista di futuri incarichi ufficiali. "Abbiamo sfidato le aziende del settore - ha spiegato il presidente, Valerio Nadal - ponendo loro due quesiti ben precisi, cioè valutare l'area e il volume del mais deteriorato a causa del vento e le aree danneggiate dalla diabrotica, l'insetto che in questi ultimi anni sta flagellando una coltura tradizionale della nostra pianura e, per i vigneti, contare le piante di vite colpite dal parassita noto come mal dell'esca'". In queste settimane le aziende partecipanti sono impegnate nell’elaborazione dei dati attraverso i loro software, per poi sottoporre gli esiti a Condifesa Treviso che, attraverso una giuria tecnica di esperti terzi composta da periti assicurativi, tecnici Avepa (Agenzia Veneta per i pagamenti in agricoltura) e docenti dell’Università di Padova, entro settembre pronuncerà il suo verdetto.
Non è questa, però, l’unica novità tecnologica nei piani del Consorzio, che a luglio ha organizzato assieme a Unacma e al Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore una giornata dimostrativa per presentare più di trenta macchinari innovativi con prove pratiche in vigneto. Tema centrale delle prove, la gestione sottofila del vigneto, sia in piano sia nelle zone più impervie e ripide. “In particolare –spiega il Direttore di Condifesa Treviso Filippo Codato- per quelle zone collinari che caratterizzano l’area storica del Prosecco dove, ancora oggi, a causa delle pendenze e dei pericoli di ribaltamento di mezzi tradizionali, è necessario il lavoro manuale per la gestione dell’inerbimento. Per queste esigenze oggi l’innovazione consente di introdurre la robotica in vigneto, come ad esempio robot cingolati, di piccoli dimensioni, funzionanti senza operatore perché telecomandati con joystick a distanza. Crediamo che questa, assieme all’agricoltura di precisione che sfrutta la tecnologia GPS sia davvero l’avanguardia della viticoltura sostenibile. In un futuro davvero prossimo potremo pensare a robot a controllo satellitare in grado di operare con la massima precisione nei terreni più impervi”.
Ciò che già oggi si prova sul campo, negli obiettivi del Governo è da diffondere il più possibile. L'Italia guarda con interesse all'agricoltura di precisione e il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, partecipando a luglio, presso Expo, all'iniziativa di Finmeccanica sull'utilizzo della tecnologia, dei satelliti e dei droni in agricoltura, ha annunciato l'avvio di un Tavolo tecnico di lavoro presso il Mipaaf, per la redazione del primo Piano nazionale per lo sviluppo dell'agricoltura di precisione, valorizzando a tal fine le risorse della Rete Rurale nazionale prevista nell'ambito del secondo pilastro della Pac.
''Sono convinto - ha detto il ministro Martina - che l'Italia possa diventare leader in Europa nell'utilizzo di tecnologie e innovazioni in grado di rendere più efficienti le pratiche agricole, puntando sulla sostenibilità ambientale e aumentando la competitività delle nostre imprese". Vogliamo lavorare con le Regioni per sfruttare al meglio le opportunità che abbiamo con la nuova programmazione dei fondi europei per investire nella sperimentazione e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative con i Partenariati europei per l'innovazione, che vedranno protagonisti enti di ricerca, università e imprese”.
Articolo di Emiliano Raccagni