Lo scorso 30 giugno era prevista la prima scadenza per avviare le attività di revisione delle macchine agricole. Ma tale scadenza è trascorsa senza che sia accaduto nulla. Ormai da diversi anni, fra dubbi, polemiche, proroghe gli operatori e le associazioni di categoria attendono maggiori certezze sul tema. La revisione delle macchine agricole continua ad essere un rebus di non semplice lettura. Dopo l’approvazione del decreto interministeriale numero 80 del ministero delle Politiche Agricole e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato 28 febbraio 2019, che aveva fissato le nuove diverse scadenze per procedere alle operazioni di revisione del parco macchine del comparto primario italiano, nulla è successo. Nello specifico, si attendeva, e si attende ancora oggi, il provvedimento ministeriale che individui i dettagli tecnici per avviare concretamente le attività di revisione. Provvedimento che potrebbe essere a breve esitato dalle autorità governative.
Le scadenze ormai superate
Ricordiamo che le diverse scadenze temporali fissate per procedere alla revisione erano le seguenti: per i veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983, revisione prevista, appunto, entro il 30 giugno 2021; per i veicoli immatricolati dall’1 gennaio 1984 al 31 dicembre 1995, revisione prevista entro il 30 giugno 2022; per i veicoli immatricolati dall’1 gennaio 1996 al 31 dicembre 2018, previsione prevista entro il 30 giugno 2023. Infine, per i veicoli immatricolati dopo l’1 gennaio 2019, revisione entro il quinto anno dall’immatricolazione, entro la fine del mese di prima immatricolazione. Pertanto, nell’arco temporale di due anni, quindi entro il mese di giugno del 2023, si sarebbe dovuta completare la prima parte della maxi operazione di revisione, in modo che tra il 2023 e il 2024 si sarebbe potuto procedere, a regime, alle operazioni di revisione riguardanti i veicoli più nuovi. Quindi, in attesa che sia approvato e pubblicato il secondo decreto attuativo che è ancora in discussione negli uffici ministeriali, è facile prevedere che, quanto prima, giunga un nuovo provvedimento di proroga che rivisiterà le scadenze temporali fissate in precedenza.
Una revisione necessaria
La revisione delle macchine agricole riveste un ruolo fondamentale. Il settore agricolo rappresenta uno dei comparti produttivi in cui si registra il maggior numero di incidenti, anche gravi o addirittura mortali. In molti casi i sinistri sono causati, oltre che da distrazione o da imperizia, dalla vetustà e dall’inadeguatezza del parco macchine e, in particolare, dalla mancanza di appositi e moderni dispositivi minimi di sicurezza, quali i sistemi antiribaltamento e le cinture di sicurezza. Senza dimenticare l’assenza, in diversi casi, di opportuni accorgimenti tecnici finalizzati a limitare le emissioni inquinanti nell’atmosfera. Si consideri anche che, numeri del mercato alla mano, nelle operazioni di compravendita delle macchine agricole prevalgono quelle usate, con un’età media che supera in molti casi i vent’anni, rispetto a quelle di nuova produzione.
Il Codice della Strada e i trattori d’epoca
In tema di revisione si innesta la novità riguardante i trattori d’epoca. Infatti, a seguito dell’approvazione della legge n. 156 del 9 novembre scorso, riguardante la conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge n. 121 del 10 settembre 2021, meglio conosciuto come “Decreto Infrastrutture”, sono quaranta gli articoli del Decreto Legislativo n. 285 del 30 aprile 1992, ossia del Codice della Strada, che hanno subito delle modifiche o delle integrazioni. E la mini riforma riguarda anche le macchine agricole, in particolare è stata introdotta la disciplina secondo cui anche una macchina agricola potrà essere inserita nel registro delle macchine d’epoca. Nello specifico, è il nuovo articolo 60 del Codice della Strada, che riguarda “Motoveicoli, ciclomotori, autoveicoli e macchine agricole d’epoca e di interesse storico e collezionistico iscritti negli appositi registri”, che disciplina la materia. A seguito della novella legislativa, sono considerati appartenenti alla categoria dei veicoli con caratteristiche atipiche i motoveicoli, i ciclomotori, gli autoveicoli e le macchine agricole d’epoca, nonché i motoveicoli, gli autoveicoli e le macchine agricole di interesse storico e collezionistico. E ancora, l’articolo in oggetto, nella sua nuova formulazione, prosegue precisando che rientrano nella categoria dei veicoli d’epoca, oltre ai motoveicoli, ai ciclomotori, agli autoveicoli, anche le macchine agricole. Con particolare riferimento a queste ultime, sono classificate d’interesse storico o collezionistico le macchine agricole la cui data di costruzione è precedente di almeno quaranta anni a quella della richiesta di riconoscimento nella categoria in questione. Tali macchine possono, pertanto, essere iscritte negli appositi registri. La conseguenza concreta è che i vecchi trattori non appena verranno iscritti nei registri dei veicoli d’epoca non saranno più oggetto di adeguamento, manutenzione o revisione e non potranno più circolare in strada e non potranno neanche essere più essere usati in campo.
di Antonio Longo