Riduzione costante del numero delle aziende agricole, in calo le realtà produttive condotte dai giovani under 35, in lieve ripresa le imprese gestite dalle donne. Questi i principali trend delineati da un’analisi elaborata dal Centro Studi Confagricoltura, basata su dati Istat e Unioncamere, relativa agli scenari proposti dal comparto primario nel corso dell’anno solare 2015. Numeri che, adeguatamente interpretati, sono in grado di presentare l’attuale panorama dell’universo agricolo del Bel Paese ma, soprattutto, sono utili per prevedere cosa potrà accadere nell’immediato futuro.
In base agli esiti dello studio, l’orizzonte del sistema agricolo italiano non è certo quello dell’incremento del numero complessivo di aziende, tenuto conto delle ormai consolidate tendenze alla riduzione della Superficie Agricola Utilizzata per effetto dell’urbanizzazione e del trasferimento di terreni dalle piccole aziende ad aziende di maggiore dimensione, come evidenziato dal costante incremento della SAU media aziendale. In riferimento al numero di imprese iscritte al Registro delle Imprese, si e’ registrata un riduzione tra il 2010 e il 2015 di ben 101 mila unità (-11,7%). Bisogna considerare, comunque, che nel 2015 il fenomeno di “polarizzazione” del sistema agricolo in direzione delle aziende di maggiore dimensione, che contribuisce alla razionalizzazione e alla modernizzazione della produzione primaria, sembra essersi attenuato (la riduzione delle iscritte nel Registro delle Imprese è stata inferiore all’1%). Sono aumentate le forme di impresa più strutturate, come quelle di società di capitale (14.710, +88% rispetto il 2000) e società di persone (59.002, +17,9%).
A fronte di tali dati, pero’, va considerato che il rapporto fra aziende agricole iscritte al Registro delle Imprese (dati Unioncamere) e aziende agricole totali (dati Istat), è cresciuto, dal 2000 al 2013 (ultimo dato Istat sul numero di aziende totali) di oltre 9 punti percentuali, il che significa, rispetto al contesto agricolo generale, maggior “peso” delle aziende agricole che operano sul mercato.
Relativamente alle aziende agricole condotte da giovani under 35, nel 2015 si conferma più sensibile la diminuzione, percentualmente superiore di oltre tre volte rispetto alla diminuzione della generalità delle imprese agricole (-3,04% contro -0,95%). In cinque anni (2010-2015), infatti, la quota di imprese agricole condotte da giovani è diminuita di oltre un punto percentuale, attestandosi poco oltre il 6,5%. I dati Istat degli ultimi due Censimenti dell’Agricoltura (2010-2000) confermano che l’incidenza percentuale delle aziende a conduzione giovanile sulla totalità delle aziende agricole è in lieve diminuzione (5,07% rispetto a 5,16%) mentre in valori assoluti le aziende a conduzione giovanile sono diminuite nel decennio del 38,7%. In soldoni, il ricambio generazionale tanto auspicato sembra ancora molto lontano.
Passando all’agricoltura “in rosa”, le aziende agricole a conduzione femminile iscritte nel Registro delle Imprese al 31 dicembre 2015 registrano una riduzione dello 0,7%, per la prima volta, dopo 5 anni, inferiore, sia pure di due decimi percentuali, alla riduzione complessiva (0,9%) delle aziende iscritte del settore. Peraltro, le donne imprenditrici continuano ad essere molto più frequenti in agricoltura (28,77% rispetto a 21,67%) a confronto con la media generale. Bisogna, comunque, considerare che il tasso di femminilizzazione delle aziende agricole è molto elevato (oltre il 30%) per quanto riguarda le piccole aziende familiari (nessun addetto o un addetto), mentre tende a ridursi sensibilmente per dimensioni organizzative superiori.
Tali dati spiegano, secondo l’analisi condotta da Confagricoltura, perché negli ultimi anni le aziende agricole iscritte nel Registro delle Imprese condotte da giovani al di sotto dei 35 anni e da donne siano diminuite più dell’insieme: le donne e i giovani paiono condurre prevalentemente aziende agricole di medie-piccole dimensioni che, come detto, sono quelle maggiormente interessate da riduzione numerica. Peraltro, nel 2015, mentre le aziende “giovanili” confermano la riduzione sensibilmente superiore al totale (-3% rispetto a 1%) già riscontrata nel quinquennio precedente, le aziende “femminili” alternano la tendenza con una flessione leggermente inferiore (-0,7% rispetto a -0,9%).
Di Antonio Longo