Federacma: Necessari 300 milioni di euro per l’innovazione agricola

L'associazione dei concessionari sollecita l'approvazione degli emendamenti in Legge di Bilancio per il sostegno agli investimenti in meccanizzazione

Mentre l’agricoltura italiana attende risposte concrete per continuare a investire in meccanizzazione e innovazione, arrivano dal Parlamento segnali incoraggianti, ma ancora insufficienti. A sottolinearlo è Federacma – Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio –, che nelle scorse settimane aveva lanciato un allarme sulla carenza di risorse e sull’inasprimento delle condizioni per accedere agli incentivi.

Andrea Borio

«Ci auguriamo che vengano approvati due emendamenti fondamentali per il comparto – dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma –: quello del presidente Luca De Carlo, che elimina il divieto di compensazione con i contributi previdenziali, e quello della senatrice Maria Nocco, che proroga fino al 2028 il credito d’imposta per la ZES agricola. Sono risultati importanti, frutto dell’ascolto delle istanze del settore».

L’emendamento De Carlo, in particolare, interviene sull’articolo 26 della Manovra rimuovendo una disposizione che avrebbe reso di fatto inutilizzabili i crediti d’imposta da parte di migliaia di imprese agricole con regimi fiscali semplificati.

«Si tratta di un correttivo indispensabile – prosegue Borio –. Il rischio concreto era che il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali diventasse uno strumento inaccessibile per la maggior parte delle aziende agricole italiane».

La volontà di prorogare la ZES agricola con una dotazione di 50 milioni di euro all’anno fino al 2028, come previsto dall’emendamento Nocco, viene accolta con favore. «La misura ha già dimostrato la sua efficacia nel sostenere gli investimenti nelle regioni del Sud – aggiunge Borio –. Garantirne la continuità pluriennale è una scelta strategica per l’agricoltura meridionale e per la coesione territoriale».

Ma il nodo resta quello delle risorse complessive. L’articolo 96 introduce un nuovo Credito d’imposta Agricoltura 4.0, ma con uno stanziamento per il 2026 pari a soli 2,1 milioni di euro. «Accogliamo molto positivamente la scelta del Ministro Lollobrigida di creare uno strumento dedicato esclusivamente al settore agricolo – sottolinea Borio –. Ma servono almeno 250–300 milioni di euro per garantire la continuità rispetto ai fondi stanziati in passato, anche perché il Fondo Innovazione Ismea, che ha erogato 222 milioni in due anni, non è stato rifinanziato nella Manovra».

Resta irrisolta anche la questione del Piano Transizione 5.0, chiuso prematuramente per esaurimento fondi. «Molte imprese agricole – evidenzia Borio – hanno presentato domanda entro il 27 novembre, confidando nella copertura promessa dal ministro Adolfo Urso. Ma a oggi mancano ancora informazioni chiare sulle modalità operative e sulla disponibilità di fondi ordinari per coprire le spese non ammissibili al Pnrr».

Federacma chiede inoltre la proroga di almeno due mesi del termine per la consegna dei beni acquistati con il credito d’imposta 5.0, attualmente fissato al 31 dicembre 2025. «È una misura di buon senso, a costo zero, che darebbe certezza a chi ha firmato contratti e versato acconti, ma si trova impossibilitato a ricevere i mezzi nei tempi previsti, a causa dei ritardi nelle consegne e del caos generatosi attorno alla misura – conclude Borio –. Senza interventi tempestivi, il rischio è aprire il 2026 con un blocco degli investimenti e una crisi profonda per le reti di vendita».

Federacma: Necessari 300 milioni di euro per l’innovazione agricola - Ultima modifica: 2025-12-13T16:34:00+01:00 da Francesco Bartolozzi

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