Nel complesso, in Europa nel 2018 sono stati immatricolati 177mila trattori, secondo i dati ufficiali delle associazioni nazionali. Di questi, 39.784 erano trattori sotto i 50 cavalli e 137.503 sopra i 50 cavalli.
Secondo la Cema (Associazione europea dei costruttori di macchine agricole) di questi 177mila, 146.927 sono trattori agricoli, mentre per il resto si tratta di quad, telescopici o altra attrezzatura. Le immatricolazioni di trattori agricoli rispetto al 2017 sono diminuite di circa il 12%, riferisce la Cema, ma nonostante questo calo, il 2018 viene considerato un anno positivo come vendite. La ragione sta nel fatto che il calo delle immatricolazioni è stato determinato da un elevato numero di trattori pre-immatricolati nel dicembre 2017. La nuova normativa per i trattori, infatti, è entrata in vigore l’1 gennaio 2018, per cui tutti i trattori con i requisiti rispondenti alla precedente normativa dovevano essere immatricolati prima della fine del 2017. E questo ha portato al famoso picco di immatricolazioni del dicembre 2017. Molti dei trattori pre-immatricolati nel 2017 sono stati poi effettivamente venduti nel 2018, ma i relativi contratti non sono rientrati nei dati di immatricolazione del 2018. Se si valuta l’andamento delle immatricolazioni senza questo picco anomalo, diventa chiaro che la domanda di trattori nel 2018 ha avuto una leggera ripresa.
Nel confronto tra segmenti di potenza, il numero di trattori sopra i 175 cavalli nel 2018 è aumentato rispetto al 2017, nonostante l’impatto negativo delle pre-immatricolazioni. Sotto i 175 cavalli, invece, le immatricolazioni sono calate, in parte a seguito del numero relativamente più alto di pre-immatricolazioni nei segmenti di potenza più bassi (< 75 cv).
La Fig. 1 mostra la maggiore volatilità nella domanda di trattori sotto i 100 cavalli.
Nella Fig. 2 viene riportata la suddivisione delle immatricolazioni per paese. Per il 2019, conclude il comunicato della Cema, ci si aspetta un leggero calo nelle vendite in Germania, una sostanziale stabilità in Italia e un aumento in Francia e Spagna. Per il Regno Unito le previsioni sono particolarmente difficili, in quanto legate all’esito della Brexit.