Parola d’ordine: diversificare. In una fase del ciclo economico quale quella che si vive ormai da diversi anni, in cui le criticità non mancano di certo e i cui contorni non sono sempre di agevole lettura, molte aziende agricole hanno allargato i loro orizzonti, espandendo la propria attività anche verso altri mercati. Un trend ben messo in risalto dal consueto Annuario dell’agricoltura italiana, pubblicato da Inea, con dati aggiornati all’anno 2013 che denotano il ruolo anticiclico del settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca al cospetto di un’economia che, in generale, segna il passo. E non poco.
Bene agriturismo e turismo rurale. Con un fatturato complessivo di 902 milioni di euro, l’agriturismo e il turismo rurale giocano un ruolo di primo piano nell’ambito delle attività di diversificazione. Segni positivi sia sul fronte dell’offerta, +4% del numero di letti rispetto al 2012, sia sul versante degli ospiti, con oltre 2,4 milioni di presenze. L’affluenza di stranieri presso gli alloggi agrituristici rappresenta il 41% degli arrivi e il 54% dei pernottamenti, concentrati soprattutto nelle regioni centro-settentrionali dove arrivano oltre 900.000 visitatori. I turisti italiani, invece, si orientano in misura relativamente maggiore verso gli agriturismi del Meridione, dove si recano oltre 200.000 persone. Gli agriturismi gestiti da imprenditrici agricole sono 7.436, in crescita del 2,4% rispetto al 2012. Ma non mancano le criticità: gli operatori, infatti, lamentano alcune difficoltà legate agli oneri burocratici e alla scarsa redditività aziendale, stimata mediamente intorno ai 30.000 euro annui. Si ricorda che l’Italia è l’unico paese europeo ad avere una legislazione specifica per l’agriturismo, rappresentata dalla legge 96/2006.
Spazio anche al “sociale”. Da diversi anni anche l’agricoltura sociale si è ritagliata un suo spazio di rilievo nell’ambito degli scenari produttivi nostrani. In particolare, nel corso del 2013 hanno approvato una legge in materia anche le Regioni Veneto e Liguria, mentre a livello nazionale la Camera dei deputati ha approvato il 15 luglio scorso il disegno di legge “Disposizioni in materia di agricoltura sociale” che “promuove l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate”. In tale ambito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sarà istituito un Osservatorio sull’agricoltura sociale. Inoltre, quasi tutte le Regioni hanno previsto nel periodo 2007-2013 azioni riferite direttamente all’agricoltura sociale o nelle quali essa poteva legittimamente rientrare. Ed anche nella programmazione comunitaria 2014-2020 l’agricoltura sociale trova uno spazio importante come strumento per l’inclusione sociale e la diversificazione delle attività agricole.
In aumento le attività didattiche. In Italia si registrano 2.505 fattorie didattiche accreditate, con un incremento significativo di strutture che si dedicano a tale attività in regioni come la Campania, che ora si posiziona al primo posto in Italia, Puglia e Sardegna. Altre regioni in cui si registra un incremento di fattorie didattiche sono la Liguria e il Veneto. Le regioni che presentano un maggior numero di realtà, oltre alla Campania (349), restano comunque l’Emilia-Romagna (315), il Piemonte (257), e il Veneto (243). Oltre alle fattorie didattiche, crescono le attività dedicate all’educazione svolte dalle imprese agricole e da altri soggetti che operano in contesti agricoli e rurali. Per quanto riguarda i servizi per l’infanzia, a dicembre 2013 erano attivi 34 agrinidi o agriasili, 27 dei quali realizzati all’interno di un’azienda agricola. Sono diffusi principalmente in Lombardia, Piemonte, Veneto e Marche. Altre iniziative diffuse tra le aziende agricole riguardano le attività ricreative finalizzate all’intrattenimento e alla conoscenza dell’attività agricola, dei prodotti alimentari e delle loro modalità di trasformazione, delle tradizioni locali mentre altre tipologie di servizi offerti rispondono ad esigenze della popolazione di tipo culturale e sociale, come corsi, laboratori, giornate a tema, spettacoli musicali o teatrali realizzati negli spazi dell’azienda.
Segno “più” anche per le attività relative ai beni confiscati. Nel corso del 2013 i beni confiscati alle mafie hanno avuto un notevole incremento. Nel periodo 2010-2013, sono stati confiscati 15.616 terreni; quelli confiscati nel 2013 ammontano a 6.275 unità, oltre 1.500 in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, appare ancora lenta la procedura per l’assegnazione dei beni e dei terreni a realtà operative che possano utilizzarli a fini sociali. Per quanto riguarda la valorizzazione dei terreni confiscati alle mafie, è stato recentemente firmato un protocollo d’intesa tra il Mipaaf e “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” con lo scopo di attuare una collaborazione per la realizzazione di iniziative e progetti, anche in occasione del prossimo Expo 2015.
Articolo di Antonio Longo