BIOGAS

Biogas: Cosa fare per non arrivare tardi

Fondamentali l’invio al Gse della dichiarazione di entrata in esercizio e la domanda per la qualifica di Iafr.

Il mondo del biogas sta vivendo un momento molto delicato, quello della transizione dal vecchio al nuovo sistema incentivante introdotto dal decreto del 6 luglio scorso sulle fonti rinnovabili elettriche che ha fissato uno spartiacque determinante nella data del 31 dicembre.

«Il lavoro di questi mesi – sottolinea Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas e gassificazione (Cib) – è finalizzato al completamento di tutte le operazioni necessarie per garantire l’entrata in produzione entro la fine dell’anno delle iniziative già pianificate. Infatti, nel periodo di transizione di 4 mesi dal vecchio al nuovo sistema incentivante, le imprese potranno optare per un’adesione all’attuale sistema con una decurtazione del livello di incentivo del 3% al mese. Stiamo parlando di investimenti di diverse centinaia di milioni di euro, che per la loro complessità hanno elementi di variabilità importanti legati principalmente alle tempistiche dei cantieri e degli allacciamenti alla rete elettrica. Senza dimenticare che i digestori del biogas altro non sono che grandi rumini che, proprio come negli allevamenti che siamo abituati a gestire nelle aziende zootecniche, hanno bisogno di essere portati negli anni nelle condizioni di produrre più energia per quantità di sostanza secca ingerita».

Ma per non compromettere il diritto a percepire l’incentivo «gli imprenditori che stanno per entrare in produzione – continua Gattoni – devono verificare una serie di aspetti importanti come l’invio al Gse, entro il mese successivo dalla data di entrata in esercizio (risultante dal sistema Gaudì) della Dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante l’entrata in esercizio, e la presentazione della domanda per il riconoscimento della qualifica Iafr (Impianto alimentato da fonti rinnovabili) entro il sesto mese successivo alla data di entrata in esercizio. Come Consorzio stiamo lavorando con altre Associazioni del settore per sensibilizzare i Ministeri alla comprensione della delicatezza di questo periodo, che riteniamo si debba affrontare con serietà al fine di permettere a tutte le iniziative che hanno effettivamente ultimato i lavori funzionali alla produzione del 1° kW elettrico prima della fine del 2012, di poter vedere tale produzione incentivata secondo il proprio programma di investimento».

Ma «l’impianto di biogas, oltre ad essere “fatto bene”, dev’essere “gestito bene”» e in quest’ottica diventa importante l’appartenenza al Consorzio per conoscere tutti gli adempimenti che gli impianti devono rispettare. «In particolare è da sottolineare che, dopo l’entrata in produzione, la corretta gestione burocratica degli impianti prevede che ogni anno si debba ottemperare ad alcuni adempimenti formali che, se non rispettati, possono comportare sanzioni. Nello specifico esistono almeno 8 adempimenti burocratici che devono essere espletati nei confronti di vari enti (Gse, Terna e Aeeg). Alcuni di questi adempimenti sono di carattere obbligatorio con scadenze concentrate in pochi mesi dell’anno e il loro venire meno potrebbe comportare addirittura la perdita del diritto all’incentivo acquisito. Proprio per questo motivo il Cib ha attivato già da 2 anni un servizio denominato: “Servizio adempimenti annuali” per l’espletamento di tutte queste procedure burocratiche facendosene carico dopo aver avuto comunicazione dai produttori dei dati da fornire agli Enti».

Biogas: Cosa fare per non arrivare tardi - Ultima modifica: 2012-11-26T09:47:48+01:00 da Redazione Macchine Agricole

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