Se è vero che il gioco degli scacchi è nato in India attorno al VI secolo, BKT non avrebbe potuto trovare un riferimento più legato alla sua tradizione per sottolineare le proprie strategie. E, prendendo in prestito, non solo a livello di metafora ma anche visivamente, il leit motiv della scacchiera, ha organizzato una kermesse indiana di 4 giorni in cui stampa internazionale e clienti di tutto il mondo hanno potuto toccare con mano cosa sia la “BKT Way”, il modo personalissimo di BKT di intendere il mercato rafforzando anche il proprio impegno sociale. Due aspetti che per l’azienda indiana sono strettamente correlati.
Il “Claim” delle giornate è stato “The Game changer” a sottolineare che è in atto un cambiamento aziendale che è anche un’evoluzione/rivoluzione, sotto molteplici aspetti: come ha affermato Mr. Arvind Poddar, CEO di BKT, il gioco degli stacchi evidenzia chi sia un semplice giocatore o un campione di razza, per il quale ogni mossa è una sfida man mano che il gioco procede. BKT ha fin dall’inizio deciso di giocare da protagonista e i risultati fin qui raggiunti, pedina dopo pedina, pare abbiano confermato che è proprio così.
Fondata nel 1954 da Mr. Mahabirprasad Poddar, padre di Arvind, come azienda produttrice di gomme per biciclette (una bici, testimone di quegli esordi, appare proprio nell’avveniristica White House dell’impianto di Bhuj), la società si è via via evoluta fino a quando, nel 1987, è iniziata la produzione di pneumatici industriali, allargatasi a quelli per l’Off-Highway nel 1994. Ed è in quegli anni che inizia l’espansione di BKT verso i mercati esteri, prima in UK e poi in Usa. Nel 2004 BKT entra nel segmento dei radiali per agricoltura che rappresenta ancor oggi il principale ambito d’applicazione: oggi la gamma comprende oltre 230 misure, con il fiore all’occhiello di Agrimax Force. Ed è degli anni successivi l’ingresso nel mercato OTR All Steel per il movimento terra e il mining, con collaborazioni con marchi quali Caterpillar, Komatsu, JCB. La crescita è stata esponenziale e si è passati dai 6 ettari produttivi nel 1987 agli attuali 126, con il nuovo impianto di Bhuj che abbiamo visitato e che rappresenta il “cambio di passo”, in senso evolutivo, di BKT. Parimenti, da una produzione iniziale di 10 MT al giorno si è giunti a 600 MT al giorno che diventeranno 800 MT entro il 2017. Imponente anche l’investimento in infrastrutture con l’apertura di 1 ufficio in Europa (a Seregno, in Italia), 2 in Usa, 1 in Canada. Oggi i prodotti BKT sono venduti in 130 paesi nel mondo e l’azienda impiega oltre 7000 persone, con un’età media di 37 anni.
Ma, al di là dei prodotti e degli investimenti in strutture, quello che ha più colpito durante il soggiorno indiano è stato proprio l’impegno globale di BKT e la sua responsabilità sia sociale che ambientale. Nelle fabbriche sono stati adottati i più avanzati standard in materia di ambiente, salute e sicurezza, oltre il 40% dell’energia necessaria per la produzione è ricavata da energia eolica prodotta in proprio, nell’impianto di Bhuj, che è una vera e propria città,e ospita un ospedale, una stazione dei pompieri, abitazioni residenziali. E’ stata anche creata una BKT Foundation che si occupa di educazione e di assistenza sanitaria e sono in essere molti altri progetti condivisi, tra l’altro, anche dalla Bill Clinton Foundation. Sembrerebbe un sogno visionario, ma è invece un amalgama virtuoso tra determinazione,passione e senso del business, tra risorse umane e tecnologia: Men, Machines, Method sono i tre pilastri su cui si fonda la strategia futura di BKT. Che, nell’immediato, si è posta un obiettivo ambizioso: conquistare la leadership mondiale nel segmento degli pneumatici Off-Highway. E qui, ancora una volta, ritorna l’immagine della scacchiera: il mercato non solo è competitivo, ma è in continua evoluzione, in perenne crescita sia quantitativa che qualitativa. Per questo occorre adattarsi al cambiamento senza perdere di vista il risultato finale. Mossa dopo mossa.
Articolo di Daniela Grancini