In guardia

Se si inseriscono su un qualsiasi motore di ricerca web le parole “furto trattore”, il risultato nettamente prevalente è una preoccupante serie di notizie di cronaca che riportano episodi di questo tipo, spesso di più di un mezzo alla volta, per valori complessivi che non di rado superano anche abbondantemente cifre con 5 zeri. Il fenomeno del furto dei trattori agricoli non è certo nuovo, ma nelle ultime settimane si è verificata una sua netta recrudescenza, assumendo dimensioni preoccupanti.

fig01

Il furto di trattori ha subito una recente decisa intensificazione.

 

La fine che fanno questi mezzi non è ovviamente nota, ma l’ipotesi maggiormente probabile e ricorrente è quella di una loro destinazione nei paesi dell’est Europa e dell’Africa magrebina, a rifornire il mercato nero dei pezzi di ricambio, oppure da far lavorare tal quali, dopo opportuna “trasformazione”. Talvolta le macchine rubate vengono recuperate dalle Forze dell’Ordine (quasi sempre prima che varchino i confini nazionali) e restituite ai legittimi proprietari, ma l’impressione è che la maggior parte di esse siano da considerarsi definitivamente perdute da coloro che ne detenevano il possesso.

fig02

Le Forze dell’Ordine riescono talvolta a recuperare i trattori rubati, prima che varchino i confini nazionali.

 

E non si tratta solamente di trattori in uso: si sono verificati casi di furti di macchine “nuove di zecca”, in attesa della consegna presso gli spiazzi dei concessionari o addirittura nei parcheggi delle filiali italiane delle Case madri di alcuni costruttori. Tra l’altro, il danno non si limita alla perdita definitiva del mezzo, ma anche alla sua indisponibilità per l’effettuazione di lavori urgenti e/o incombenti, che in agricoltura è una situazione estremamente ricorrente.

Quindi: che fare?

Il primo intervento, concretamente difensivo, è quello di dotare il trattore di un antifurto, artigianale o commerciale, di natura più o meno sofisticata. Sorvolando sulle soluzioni artigianali, che sono numericamente infinite e il alcuni casi spiccatamente originali, ma che si basano sostanzialmente sull’asportazione di pezzi chiave della macchina, finalizzata ad impedirne la sua movimentazione, si sottolinea il fine degli antifurto commerciali che, analogamente a ciò che avviene per le autovetture, mirano ad evitare la messa in moto e/o lo spostamento del mezzo, intervenendo non solo sul motore, ma anche sull’impianto di sterzo e/o sulla trasmissione. Anche in questo caso le possibilità di scelta sono numerose e… per tutte le tasche. Gli antifurto di ultima generazione, di tipo satellitare, rappresentano un salto di qualità, ma anch’essi non sono infallibili, se il mezzo viene caricato in un container (ad es. il rimorchio di un autotreno) schermato per i segnali in radiofrequenza.

fig03

Diverse soluzioni di antifurto commerciali, sia di tipo meccanico-idraulico (sopra) che elettronico (sotto).

 

Un secondo rimedio, di natura virtuale e auspicabilmente complementare al precedente, è accendere una polizza contro il rischio furto (spesso combinato con quello di incendio) presso una compagnia assicurativa: è una possibilità molto semplice da attivare, ma ovviamente rappresenta un costo aggiuntivo a quello obbligatorio di responsabilità civile. Considerando il significativo numero di trattori (e di altre macchine operatrici semoventi, come ad esempio le mietitrebbiatrici) sovente presenti in azienda, l’aggravio economico può diventare di entità non trascurabile. D’altra parte, dopo ovviamente i terreni e i fabbricati, il macchinario agricolo nella sua interezza rappresenta il valore patrimoniale più importante dell’azienda agricola; vale quindi la pena dedicare maggiore attenzione alla sua “difesa”.

Come?

Si potrebbe ad esempio iniziare sin dalla fase di produzione del mezzo, ovvero prevedere già durante la progettazione del trattore un sistema (meglio ancora più di uno) che il costruttore preveda di applicare al trattore (a sua scelta di serie o in opzione) per prevenire il suo furto. Un dato significativo al riguardo: colpisce che ancora oggi molti trattori abbiano una chiave di avviamento che è meccanicamente elementare e uguale per un elevato numero di modelli: è un dettaglio, certo, perché è ben noto che la chiave di avviamento può essere facilmente bypassata, ma è indicativo del bisogno di maggior attenzione alla difesa delle macchine agricole semoventi. Perché magari dopo una lunga trattativa, dopo l’accensione di un oneroso prestito per il suo acquisto, dopo un’attesa trepidante, vedersi “soffiare” in una notte un trattore nuovo fiammante non è certo una bella esperienza…

 

D1

In guardia - Ultima modifica: 2015-08-26T10:04:31+02:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome