La più nobile delle spezie, lo zafferano, è protagonista di una serie di iniziative per il rilancio della sua diffusione e commercializzazione. A partire dall’Abruzzo, una delle sue zone d’elezione che lo ha scelto come proprio simbolo per la sua presenza a Expo e che recentemente ha visto insediarsi un apposito tavolo tecnico per affrontare la tematica in tutti i suoi aspetti. Scelta a ragion veduta, quella di difendere in ogni modo possibile un bene prezioso, tanto che dieci anni fa l’Unione Europea ha riconosciuto per lo Zafferano dell’Aquila la DOP, disciplinandone la coltivazione e circoscrivendo il territorio produttivo in un areale costituito da tredici Comuni dove, come testimoniano numerosi testi, è diffuso fin dal 1200. Eppure, non sono poche le difficoltà per il prezioso e colorato zafferano, sempre più alle prese con una concorrenza estera che invade il mercato con prodotto di dubbia provenienza e scarsa qualità. Basti pensare che lo zafferano dell'Aquila DOP viene venduto oggi a prezzi che oscillano fra i 20 e i 24 euro al grammo, mentre quello di altri Paesi (per citare solo alcuni fra i principali competitor, ci sono Afghanistan, Iran e Cile) costano circa 6 euro al grammo. Lo zafferano è un’eccellenza di primaria importanza prodotta in Abruzzo in piccole ma preziose quantità: basti pensare che per ottenere un chilogrammo di prodotto occorrono circa duecentomila fiori e cinquecento ore di lavoro e che la raccolta dei fiori può avvenire per massimo venti giorni tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.
"Per un insieme di fattori economici e ambientali - ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Abruzzo Dino Pepe - la produzione dello Zafferano Dop dell’Aquila sta subendo un pericoloso calo, passando da un raccolto nel 2009 di circa 45 Kg ai circa 16 Kg del 2014. Nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 saranno individuate risorse per valorizzare lo zafferano e permettere nuovi opportunità di lavoro per tutto il comparto, a partire da un tavolo che sarà la base per avviare una nuova fase della coltivazione e commercializzazione di questo prodotto che identificherà sempre con maggiore visibilità, la particolarità e l’eccellenza delle produzioni agricole abruzzesi”. Pepe ha sottolineato inoltre che sarà necessario trasmettere le conoscenze e le tecniche di questo settore alle nuove generazioni, sfruttando l'attuale grande attenzione dei giovani verso il mondo agricolo.
Una delle idee immediatamente attuabili è quella dell’istituzione di una banca dello zafferano. “Il progetto - ha spiegato il presidente dell’associazione Vie dello zafferano Nicola Ursini - consiste nella singolare idea di distribuire bulbi a titolo di prestito d'onore a nuovi coltivatori con la finalità di rendere meno oneroso l'avvio di nuovi insediamenti e incentivare le imprese giovanili rilanciando di fatto la produzione di zafferano, con un riferimento particolare alla Dop Zafferano dell'Aquila”. Un'idea innovativa da cui e' scaturito subito il plauso di Coldiretti e l'impegno suggellato nei giorni scorsi a Expo per la divulgazione e la promozione della banca tra i giovani agricoltori aquilani. "Un atto doveroso in considerazione dell'importanza che riveste questa spezia per la nostra regione e che assume un significato speciale per il contesto in cui ci troviamo - ha evidenziato il direttore regionale di Coldiretti Alberto Bertinelli-; parlare dello zafferano all'interno di Expo vuol dire far conoscere questo prodotto in tutto il mondo, in un percorso di promozione che deve continuare anche alla fine dell'esposizione milanese con l'impegno di tutti i soggetti preposti alla valorizzazione del territorio".
Articolo di Emiliano Raccagni