Il DAEL-Consorzio Distretto Agroenergetico Lombardo - ha tenuto recentemente a Lodi un seminario sulle misure ambientali ed energetiche in Lombardia e il nuovo PSR, operativo dall’1 gennaio 2015. Nel quadro del nuovo PSR il programma regionale metterà a disposizione del comparto agricolo circa 1,157 miliardi di euro, 133 milioni di euro in più rispetto alla programmazione precedente. Tra le priorità del nuovo PSR vi è il rendere più efficiente l’uso dell’acqua e dell’energia in agricoltura. Si delineano, dunque, delle opportunità progettuali per l’agricoltura lombarda che devono essere volte a incentivare l'efficienza energetica nel comparto agricolo e dell’industria alimentare, a favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, a migliorare le prestazioni ambientali del biogas e infine a favorire le aggregazioni e aumentare il valore aggiunto per le aziende agricole.
Il Biogas nel contesto del nuovo PSR
Il Biogas è un settore fondamentale per le agroenergie lombarde. Degli oltre 1200 impianti italiani, poco meno della metà si trovano in questa regione, dove si concentra anche il 38% della zootecnia italiana. In termini di potenza elettrica in Lombardia sono installati 282 MW, di cui il 49% alimentati a effluenti zootecnici e il 20% a sottoprodotti. Cremona, con i suoi 100 MW installati, è di gran lunga la provincia con il maggior numero di impianti a biogas. Nonostante quasi il 50% dell’alimentazione di questi impianti sia a effluenti, il biogas intercetta ancora poco di quanto invece è disponibile, ovvero il 7% degli allevamenti bovini, il 25% degli allevamenti suini e lo 0,5% di quelli avicoli. Questi dati indicano che vi è ancora molta materia prima potenzialmente utilizzabile a fini energetici. Come migliorare la valorizzazione di questo materiale?
Un caso pratico
Un esempio di come sia possibile favorire la produzione di energia rinnovabile a partire da sottoprodotti è stato descritto all’incontro di Lodi da Piero Mattirolo, presidente del Distretto Agroenergetico Lombardo. Il caso descritto è quello di un impianto esistente, da 1MWel., inizialmente alimentato a mais (40T/D) e 55m3 di liquame bovino. L’impianto ha operato un cambio alimentazione sostituendo 20 tonnellate di mais con 25-30 tonnellate di pollina. In seguito a questa operazione si è ritenuto opportuno anche installare un impianto di strippaggio e un essiccatoio per il trattamento del digestato in uscita. I risultati:
- riduzione dei costi di alimentazione di 292.000 €/anno (considerando il mais a 45 €/T e la pollina 4 €/T)
- costi di gestione di essiccatoio e impianto di strippaggio: 140.000€/anno
- disponibilità̀ per l’azienda di soluzione di solfato ammonico e digestato essiccato stimabile a 250.000 Euro/anno in sostituzione concimi chimici;
- risparmio sull’alimentazione + Ricavo netto di esercizio = ca. 400.000 €/anno.
- riduzione del 25% di azoto aziendale rispetto alla configurazione iniziale (solo con mais e liquame)
- riduzione del 20% di liquame da distribuire rispetto alla configurazione iniziale (solo con mais e liquame)
Questi cambiamenti saranno seguiti da futuri progetti quali la valorizzazione del digestato e la sua iscrizione al registro fertilizzanti, una volta completate le prove agronomiche e quindi l'industrializzazione della produzione e commercializzazione del fertilizzante dopo aver fatto la formulazione definitiva. L’esempio citato indica come anche su impianti esistenti sia possibile operare un cambio in direzione di una maggiore sostenibilità della produzione di energia rinnovabile e soprattutto indica le nuove possibilità di creare un’economia quasi circolare (effluenti –digestato – fertilizzanti – colture) nelle aziende agricole, un’idea che oggi le aziende agricole dovrebbero sempre più considerare, sia per i vantaggi economici che ambientali che da un tale approccio possono derivare.
Articolo di Maria Luisa Doldi