Spesso, raccontando storie di giovani che si approcciano al mondo dell’agricoltura cercando di “inventarsi” un nuovo mestiere, viene sottolineata la difficoltà insita nel diventare contadino, soprattutto se provenienti da altri tipi di esperienza. Eppure, stando ai dati che fotografano la realtà del settore in Italia, lo spazio (leggesi: la terra) è proprio quello che non manca.
“Dall’ultimo censimento sull’agricoltura risulta che in Italia sono presenti oltre 4 milioni di ettari di terreni incolti. Di questi, circa 338 mila sono di proprietà pubblica. Tale fotografia mette in luce un problema emergente nel nostro Paese, che già a causa della sua particolare conformazione non dispone in abbondanza di terreni coltivabili. E, se da un lato si stima che nell’arco dei prossimi 5-10 anni alcune migliaia di aziende agricole italiane saranno a rischio di chiusura a causa di una difficoltà nel tramandare il business in famiglia, dall’altro è ormai evidente che migliaia di giovani inattivi o con scarse prospettive future si stanno dimostrando attratti dalla possibilità di un ritorno alla terra e dall’occasione di contribuire ad alimentare i sistemi locali di produzione agricola per la difesa e la preservazione del proprio territorio”.
Queste sono le premesse che hanno portato gli organizzatori del gruppo “terre originali” a istituire un bando , dedicato agli under 40, con l’obiettivo di avvicinare e facilitare l’interazione fra i terreni incolti o abbandonati e i giovani imprenditori agricoli attraverso un modello che, pur nel rispetto delle tradizioni e della qualità dei prodotti, dei luoghi, delle persone, porti con sé chiari elementi di innovazione.
Tra i dieci finalisti del Bando, a cui si può partecipare entro il 15 febbraio, trovando tutte le informazioni sul blog , verrà selezionato il vincitore, a cui verranno offerti in concessione gratuita per tre anni dei terreni e tutta l’assistenza per la costruzione del proprio progetto imprenditoriale.
Un’occasione d’oro, anche perché offerta da un territorio, le Langhe, che con l’agricoltura (dai vigneti alle nocciole, fino all’allevamento di bovini di qualità) hanno da sempre un legame indissolubile. Legame che, però, non ha impedito anche a questo angolo di Piemonte di subire, nell’ultimo decennio, la chiusura di un’impresa agricola su tre, anche se in questo particolare contesto non si è assistito a un abbandono della terra, quanto piuttosto alla concentrazione del numero di aziende, che diventano sempre più grandi ed estese, a discapito di quella parcellizzazione dei terreni che ha contraddistinto l’economia e il paesaggio delle colline di Mondovì, Dogliani, Cherasco, Carrù.
Secondo gli organizzatori, Terre Originali ha l’obiettivo, pertanto, di avvicinare e facilitare l’interazione fra i terreni incolti o abbandonati e i giovani imprenditori agricoli attraverso un modello che, pur nel rispetto delle tradizioni e della qualità dei prodotti, dei luoghi, delle persone, porti con sé chiari elementi di innovazione. L’iniziativa mira infine ad attrarre nuovi investimenti di piccola e media scala nel settore agricolo e agroalimentare, rilanciando il lavoro e valorizzando il territorio e l’identità della sua comunità.
Si tratta del “terzo atto” di un percorso iniziato nel 2013, a cura dell’Associazione Contadini delle Langhe, «per ripensare un futuro dell’agricoltura in Langa, capace di contemperare le esigenze di sviluppo e di reddito con la salvaguardia dell’identità culturale e del paesaggio». Sarà il momento della condivisione dei primi frutti del lavoro fatto, con l’iniziativa che coinvolge anche Cantina di Clavesana, Università di Scienze Gastronomiche, Comizio Agrario di Mondovì e Make a Cube3. Che non aspettano altro che idee da concretizzare.
Articolo di Emiliano Raccagni