La riduzione netta dei listini di verdura e frutta fresca, che calano rispettivamente del 4,4 per cento e dello 0,7 per cento congiunturale, contribuisce a scongiurare rincari nel capitolo alimentare, ma non cambia in alcun modo la situazione sul fronte dei consumi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat.
La domanda interna resta drammaticamente debole, con gli italiani costretti a una feroce “dieta” sulla tavola -sottolinea la Cia- che ha portato nel 2013 al crollo del 3,1 per cento della spesa alimentare, pari a 3,6 miliardi in meno rispetto all’anno precedente.
Oggi un italiano su due compra solo l’essenziale, con il risultato che nell’anno le vendite alimentari sono crollate sia nei supermercati (-1,3 per cento) che negli ipermercati (-1,9 per cento), restando in territorio positivo solo nelle cattedrali del “low-cost” (+1,6 per cento) -continua la Cia-. D’altra parte, ormai sono 6,5 milioni le famiglie che dichiarano di fare regolarmente la spesa nei discount per risparmiare. Tenendo conto che si può arrivare a spendere anche il 61 per cento in meno se si sceglie di non inserire nel carrello prodotti di marca, secondo una ricerca di Altroconsumo.
Nel dettaglio -aggiunge la Cia- nel 2013 solo la spesa per i prodotti ittici è scesa del 13,2 per cento, seguita da quella per la pasta (-8,7 per cento) e per latte e yogurt (-7,9 per cento). Male anche l’olio extravergine d’oliva e l’ortofrutta, che hanno perso in valore rispettivamente il 5,8 per cento e il 2,8 per cento.