L’autoguida, conosciuta anche come guida automatica, assistita o navigazione satellitare, è uno degli strumenti più importanti dell’agricoltura moderna, diffusasi su larga scala a partire dagli anni 2000. I sistemi di guida assistita basati sul segnale satellitare hanno sostituito gradualmente i tradizionali sistemi di supporto alla guida, come i bracci segna-file e i marcatori a schiuma, che l’avvento dell’elettronica in agricoltura ha pian piano reso obsoleti. Oggi l’autoguida si basa essenzialmente sulla captazione del segnale Gnss (dall’inglese Global Navigation Satellite System) che rileva la posizione della macchina sul terreno. Grazie alla rilevazione satellitare della posizione le traiettorie in campo diventano più rettilinee e, contemporaneamente, le sovrapposizioni tra passate adiacenti sono fortemente ridotte; questi vantaggi sono comuni alla maggior parte delle operazioni agronomiche, dalle varie lavorazioni del terreno alla semina e alla raccolta, incluse la fertilizzazione minerale e l’applicazione di agrofarmaci, siano esse a rateo uniforme o variabile.
Tecnologia a disposizione
Le case produttrici di trattori e mietitrebbie offrono diverse varianti tanto per supportare la guida manuale quanto per realizzare quella automatica. La tecnologia a disposizione si differenzia in termini di precisione e accuratezza del segnale, oltre che nel tempo di attuazione della risposta della virata, nel caso essa sia automatica. I sistemi più semplici ed economici, come la barra a led, si limitano a fornire un’indicazione circa la direzione ottimale da seguire in modo da realizzare una guida ragionevolmente parallela. L’attuazione della risposta, cioè la sterzata, viene lasciata a discrezione dell’operatore. Diversamente, le guide automatiche dotate di attuatori elettrici sollevano l’operatore dal controllo del volante e consentono di ottenere un risultato più preciso. Uno dei vantaggi di questi due tipi di sistemi è senz’altro la facilità di trasferimento da una macchina all’altra. Tecnologie più precise e costose sono invece generalmente più integrate con la macchina, sia a livello meccanico sia elettronico (ad esempio con il computer di bordo). Agiscono a monte sul servosterzo oppure sostituendo il volante del mezzo. I costi variano da poche centinaia di euro per le barre a led fino a dieci volte tanto per i sistemi integrati più complessi. La vita economica di questo tipo di tecnologia, la cui obsolescenza è in larga parte funzione dell’accuratezza del segnale satellitare, va dai 6 ai 10 anni a seconda del contesto, ossia del costo del sistema, del tipo di coltura, delle operazioni svolte con la guida assistita, ma anche dello stile di guida dell’operatore.
Riduzione costi operativi
I sistemi di guida assistita più complessi e integrati con le macchine agricole sono caratterizzati da benefici aggiuntivi. Sollevando l’operatore dal controllo dello sterzo, ne riducono l’affaticamento, permettendogli di concentrare l’attenzione altrove. In tal modo migliorano l’efficacia dell’operazione in corso e la qualità del lavoro. Oltre a questi benefici, che caratterizzano maggiormente le tecnologie più integrate e costose, tanto la guida automatica quanto quella assistita (se correttamente interpretata) consentono di ridurre i costi operativi. Precisamente, la riduzione delle sovrapposizioni e la maggiore precisione di sterzata consentono di risparmiare tempo, carburante, nonché tutti gli input agricoli utilizzati per svolgere le operazioni agronomiche come sementi, fertilizzanti, fitofarmaci ecc.
Risparmio di carburante, semente, tempo
Da quando la guida assistita ha iniziato a diffondersi su larga scala, diversi ricercatori hanno tentato di stimare il valore monetario di tali benefici. Si è osservato come la riduzione del consumo di carburante possa oscillare tra il 2% e il 10% rispetto alla guida non assistita. Il beneficio economico che ne deriva non è affatto trascurabile, specie per le operazioni in campo più energivore, come le lavorazioni del terreno e la raccolta (Fig. 1). Alcuni autori sostengono addirittura che l’intero costo di un sistema di guida assistita possa essere recuperato negli anni di utilizzo considerando soltanto il risparmio di carburante, tesi questa tanto più verificabile quanto più alto è il costo del carburante.
Considerando le operazioni di diserbo e i vari trattamenti fitosanitari, la ridotta sovrapposizione consente di risparmiare erbicidi e agrofarmaci in misura paragonabile ai risparmi di carburante. Per quanto riguarda la semina, il risparmio di seme si aggira tra il 2% e il 3%.
Oltre ai risparmi di input va anche considerato il minore tempo assorbito dalle lavorazioni, grazie alla più efficiente copertura del campo (minore sovrapposizione) e alla riduzione del tempo di svolta; ne deriva un risparmio di tempo tra il 5% e il 9% sulla base dei tempi standard di svolgimento delle operazioni. Quest’ultima rappresenta un’indicazione di massima, che varia a seconda delle colture praticate (Fig. 2).
Migliore qualità del lavoro
La guida automatica, come la maggior parte delle tecnologie di precisione, si accompagna anche a benefici difficili da quantificare, seppur ragionevolmente esistenti. Ad esempio, la ridotta compattazione del terreno, effetto diretto del minor numero di passaggi, concorre a preservare maggiormente le caratteristiche del suolo in termini di struttura e capacità di drenaggio. Questo risultato acquista molta più rilevanza nei sistemi di gestione a traffico controllato, nei quali la superficie del terreno destinata alle colture è mantenuta rigidamente separata dai solchi delle ruote. Alla luce di ciò, è lecito aspettarsi un lieve aumento della qualità/quantità del raccolto, soprattutto nei cicli colturali successivi. Inoltre, la guida automatica consente di anticipare o ritardare alcune lavorazioni, sfruttando il periodo notturno, e di limitare le conseguenze dovute alla scarsa visibilità provocata da condizioni nebbiose e polverose.
Il risparmio di input descritto in precedenza comporta anche un effetto sull’ambiente: lavorazioni più efficienti e meno energivore mitigano gli impatti ambientali negativi associati all’utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento globale e inquinamento), mentre il minore di utilizzo di input agronomici limita la perdita di biodiversità e l’accumulo di sostanze di sintesi nel terreno e nelle falde acquifere.
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