Durante il confinamento da Coronavirus, il Connected Support di John Deere ha dimostrato la sua validità agli agricoltori e ai dealer. I tecnici del servizio assistenza possono connettersi da remoto alle macchine dei clienti per identificare potenziali falle in tempo reale, sistemare errori che potrebbero diventare un problema e aiutare gli operatori a settare o regolare le loro macchine. Questo aiuta a ottimizzare i tempi di lavoro e a ridurre i tempi morti, consentendo nel contempo ai dealer di mantenere le distanze dai clienti.
Nel corso degli ultimi cinque anni, John Deere e la sua rete commerciale hanno implementato il Connected Support per rendere l’assistenza ai clienti più facile e più veloce. Questo servizio si basa su tre aspetti fondamentali. Un aspetto è il Proactive Response System (sistema proattivo di risposta), che fornisce ai dealer informazioni e avvisi sulla salute delle macchine. Il secondo elemento chiave è il Remote Support System (sistema di assistenza da remoto), che offre ai dealer l’accesso ai singoli monitor nelle cabine delle macchine. Terzo elemento, last but not least, è ovviamente l’assistenza e la disponibilità dei pezzi di ricambio, perché per massimizzare i vantaggi di questi strumenti predittivi e diagnostici, occorre un servizio di assistenza e di parti di ricambio altrettanto efficace.
L’esperienza dei contoterzisti e dei dealer
A testimonianza della diffusione delle tecnologie di assistenza da remoto, un contoterzista e tre concessionari europei John Deere hanno riferito della loro esperienza nelle settimane di emergenza da Covid-19.
«Inizialmente ero abbastanza scettico sul sistema Expert Alerts – ha raccontato Ehler Stöver, contoterzista di Schweringen (Germania), proprietario di nove trattori, due trince e due big baler del Cervo – quando un giorno un tecnico della concessionaria mi chiamò per avvisarmi che tramite la diagnostica da remoto aveva riscontrato che la pompa idraulica del mio 7R era rotta. La pompa era disponibile in magazzino e il mattino seguente l’abbiamo sostituita. Questo episodio mi ha convinto che con sistemi del genere le macchine sono sempre efficienti e pronte quando ti servono, non rimani mai a piedi e si evitano inaspettati tempi morti in campo».
«Noi utilizziamo soprattutto i sistemi Expert Alerts e Machine Dashboard – hanno spiegato William Hutchison e Neil Hardie della concessionaria Thomas Sheriff, di Haddington (Regno Unito) – grazie ai quali siamo noi a contattare il cliente e non il contrario, prevenendo così i problemi, e diagnostichiamo la macchina mentre è al lavoro. Attualmente abbiamo venduto più di 370 macchine connesse (tra trattori, mietitrebbie e presse), a un ritmo di 100-150 l’anno, e quest’anno pensiamo di piazzarne altre 200».
«Abbiamo fornito supporto all’operatore nel corretto settaggio della macchina mentre lavorava soprattutto tramite il Remote Display Access – hanno aggiunto Thomas Chidwick e Nicolas Bourgoin della SV-Pro Auxerre di Monéteau (Francia) –. E ci agevola molto perché dobbiamo uscire solo una volta dall’officina per risolvere il problema. Abbiamo venduto 352 macchine connesse, tra trebbie, trattori, sprayer e trince».
«Con il Dealer parts management systems siamo connessi direttamente a John Deere per conoscere la disponibilità dei pezzi di ricambio qui in Germania, così come nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti – ha concluso Steffen Krippahl, della Bush-Poggensee di Dätgen (Germania) – per cui se non abbiamo il pezzo in magazzino, possiamo ordinarlo e averlo il giorno successivo per il cliente. Inoltre, presto metteremo il catalogo on line e il cliente potrà sapere direttamente se abbiamo in magazzino il pezzo oppure no».
L'articolo integrale sarà pubblicato sul n. 6/2020 del Contoterzista