Anche nel sempre più ampio panorama dei trattori per vigneto e frutteto ci sono comfort dei quali si pensa di potere fare a meno fino a quando non li si arriva effettivamente a toccare con mano. A quel punto, molto spesso diventano irrinunciabili tanto da non essere più considerati accessori. Questo succede da sempre e due esempi su tutti potrebbero essere la doppia trazione e la cabina, ma la lista potrebbe essere lunghissima. Innovazioni peraltro che, nella maggioranza dei casi, arrivano al comparto dei trattori compatti dopo essere stati sperimentati e adottati sulla trattoristica di pieno campo e quindi con un margine di collaudo già di per sé più che sufficiente. Oggi le tecnologie in attesa di una diffusa applicazione sui trattori per vigneto e frutteto riguardano le emissioni, le sospensioni sull’assale anteriore e il comfort di guida. Aspetti che, peraltro, saranno presto oggetto di nuove direttive che andranno a regolamentare il comparto per salvaguardare sia l’ambiente sia la salute degli operatori.
Motorizzazioni
In passato era molto facile riuscire a riconoscere marca e modello di un trattore anche solo dall’odore del suo gas di scarico. Oggi i tempi sono decisamente cambiati e anche per i motori dei mezzi agricoli devono essere adottate soluzioni meno inquinanti. L’obiettivo che le nuove regole vogliono perseguire è quello di dimezzare le emissioni di monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi incombusti e particolato rispetto a quelle che si registravano sulle motorizzazioni delle macchine agricole degli anni ’90. Inutile sottolineare che i trattori devono rispondere alle normative relative alle emissioni inquinanti dei macchinari non stradali e pertanto differenti da quelle delle automobili. Raggiungere questo obiettivo, però, impone la progettazione di motori che rischiano di diventare complessivamente più ingombranti a causa della necessità di inserimento di sistemi di catalizzazione, filtrazione e iniezione di additivi.
Un aspetto che soprattutto sulle trattrici cosiddette compatte diventa ancora più complesso da adottare, pur se necessario. In sostanza, il problema delle motorizzazioni innovative non consiste tanto nella messa a punto dei sistemi, ma soprattutto nel dimensionamento degli spazi, che nel caso di trattrici compatte complicano ulteriormente le cose.
Questo anche in considerazione dei futuri interventi di manutenzione che devono potere essere comodi e rapidi grazie a una ricercata accessibilità che tante volte sulle trattrici per frutteto e vigneto lascia a desiderare.
Riduzione dei consumi possibile
Le moderne motorizzazioni devono anche essere in grado di soddisfare le esigenze in materia di consumi, che ovviamente devono essere il più possibile contenuti. Un traguardo perseguibile con il miglioramento tecnologico del motore e delle sue prestazioni, ma anche con sistemi di gestione dell’utilizzo della potenza in campo in grado di cogliere tutte le opportunità per limitare i consumi. Questo a partire dai sistemi di trazione, che non devono essere visti solo come soluzione di contenimento dei consumi nell’utilizzo stradale della trattrice, ma anche nell’automatismo di regolazione del numero di giri della macchina in funzione del momento del suo utilizzo. Riferendosi alla frutti-viticoltura, si pensi per esempio al periodo primaverile di esecuzione dei trattamenti in condizioni di bagnato, quando si rende necessario percorrere l’interfila con sforzi di trazione aggravati dallo sprofondamento degli pneumatici nel terreno e dal peso della botte. Fattori che peraltro sono entrambi molto variabili. La trazione perché lo slittamento della macchina e lo sforzo che questa deve compiere per muoversi in condizioni sfavorevoli variano da un punto all’altro del filare e spesso in funzione delle condizioni di pendenza e di scolo, oltre che di caratteristiche del terreno. Il peso della botte, invece, varia considerevolmente, e in modo graduale, da inizio a fine trattamento, modificando conseguentemente gli sforzi necessari da parte della trattrice. In questi casi, una trattrice cosiddetta convenzionale rischia di operare sempre a regime di giri più elevato del necessario e generare velocità di avanzamento della macchina o numero di giri della presa di potenza non ottimali. L’elettronica da questo punto di vista è in grado di assicurare omogeneità e regolarità su entrambi i fronti, gestendo al meglio la potenza della trattrice e soprattutto limitandone gli sprechi quando possibile. L’esempio dei trattamenti è quello più classico, in quanto permette importanti economie sui consumi, anche in relazione al numero di trattamenti che si eseguono nel corso di una intera stagione, ma il ragionamento ha valenza per tutte le operazioni colturali. Non secondari sono i sistemi elettronici di gestione automatica della richiesta di potenza, che permettono di ridurre il numero di giri della trattrice in tutte quelle fasi di lavoro nelle quali questo può essere realizzato perché non necessario in quel momento specifico. È il caso per esempio della fase di svolta fra i filari, che frequentemente permette il contestuale disinserimento dell’utilizzo dell’attrezzo e la necessità di una maggiore velocità di manovra.
La limitazione del consumo di carburante, inoltre, andrebbe a favore del problema della modesta capacità dei serbatoi caratteristica delle macchine compatte, soprattutto quando queste operano costantemente a regimi elevati. L’esempio più classico è quello dei trattamenti di difesa fitosanitaria con nebulizzatori che richiedono elevati volumi di aria. In questi casi capita frequentemente, nel caso di trattamenti a volumi molto ridotti, che a ogni rifornimento della botte si renda necessario un contestuale rifornimento di carburante. Serbatoi di maggiore capacità, pratici da raggiungere e possibilmente non suddivisi in più serbatoi collegati fra loro, sarebbero sicuramente un aspetto che i frutti-viticoltori apprezzerebbero notevolmente.
Sospensioni
Le sospensioni idropneumatiche che si stanno diffondendo sulle trattrici di cosiddetto utilizzo a pieno campo non hanno nulla a che vedere con i vecchi ammortizzatori presenti su vecchie trattrici Deutz o Steyr, anche se il loro scopo principale, oggi come allora, è quello di ridurre le vibrazioni a carico del conducente. Questo peraltro dovrebbe presto essere normato da direttive comunitarie che, anche per i lavoratori agricoli, sanciscono valori massimi per l’esposizione alle vibrazioni in ambito lavorativo. Dall’esigenza di rendere più confortevoli i trasporti stradali e ridurre l’effetto beccheggio delle trattrici in funzione del carico trainato, sono state messe a punto sospensioni anteriori idropneumatiche supportate da sensori elettronici che impartiscono il grado di smorzamento o estensione da imprimere all’assale. L’applicazione di sospensioni, siano esse idrauliche o pneumatiche, spesso di tecnologia derivata anche dal settore automobilistico, può trovare interessanti vantaggi anche nel momento in cui viene applicata a macchine per vigneto o frutteto. Vale a dire non necessariamente per produrre un beneficio di comfort all’operatore in fase di trasporto e spostamento a velocità elevate, ma anche in fase operativa e a velocità di lavoro modesta. A questo proposito, basti per esempio pensare alle molteplici applicazioni frontali di attrezzature per la viticoltura (potatrici, cimatrici, spollonatrici, diserbatrici) che hanno il peso sbilanciato su di un lato e che potranno beneficiare di una stabilizzazione ammortizzata e automatica dell’assale anteriore, il più delle volte personalizzabile in termini di rigidità e prontezza di risposta, ma anche nei limiti di escursione positiva o negativa. Il tutto andrà a beneficio della precisione di lavoro e della riduzione delle sollecitazioni a carico dell’attrezzo.
Relativamente alla precisione, pur essendo vero che in un frutteto o in un vigneto si opera generalmente su di un piano decisamente omogeneo, non sono da escludere occasionali sconnessioni, peraltro poco visibili a un operatore spesso concentrato a seguire gli organi di lavoro della macchina. Assale stabile e ammortizzato che sarà particolarmente apprezzabile in fase di manovra in carraia, ma anche per la macchina stessa, che in questo modo risulta meno sollecitata sia nelle macro sia nelle micro-vibrazioni, a tutto vantaggio della salvaguardia del telaio e dell’usura di cuscinetti e accessori.
Cabina
La cabina non direttamente fissata al telaio della trattrice, ma sospesa e ammortizzata, è una soluzione di elevato comfort per l’operatore, pur se più difficilmente applicabile a macchine super compatte dove gli spazi sono decisamente più vincolanti.
La soluzione in effetti necessita della possibilità di realizzare una piattaforma. con la quale scompare anche il tunnel all’interno della cabina stessa, a vantaggio di spazio e accessibilità al posto di guida. Una cabina sospesa di piccole dimensioni offre il vantaggio di essere meglio insonorizzabile rispetto a una cabina per macchine da pieno campo. Il sedile ammortizzato o smorzato che sia, a seconda della tecnologia adottata, è un ulteriore accessorio a favore del comfort per l’operatore, che in questo caso può essere facilmente adottato anche su trattrici di dimensioni contenute e rientra nelle caratteristiche fondamentali della cabina. Questa, siccome poco spaziosa, deve essere in grado di essere confortevole e vivibile, con tutti i comandi accessibili comodamente in modo intuitivo e senza la necessità di doverli andare a cercare con grandi movimenti da parte dell’operatore.