Abbiamo da poco introdotto nella collana di libri Edagricole i trattori storici cingolati italiani e casualmente di recente abbiamo incontrato un collezionista che ha una passione straordinaria proprio per il cingolo.
Antonio Bugugnoli, di Corinaldo (An), ex-agricoltore, ora meritatamente in pensione, ha nei suoi capannoni una ventina di trattori cingolati, molti dei quali di alta potenza e quindi “ingombranti”. «Mi sono sempre piaciuti i cingolati – spiega Bugugnoli – e quindi il mio criterio di ricerca è sempre stato quello. Però non disdegno anche qualche modello un po’ strano, magari non molto diffuso». Lo abbiamo definito agricoltore, ma in realtà nella sua vita Antonio ha fatto un po’ di tutto, in funzione delle esigenze del momento: camionista, fornaio, muratore, solo per citarne alcuni, e con l’esperienza è diventato anche meccanico, tanto che restaura praticamente da solo tutti i mezzi che recupera.
«In realtà, per carrozzeria e meccanica mi faccio aiutare da amici – spiega Bugugnoli – ma me la cavo abbastanza anche da solo. Ho sempre dovuto mettere mano alle macchine quando si rompevano, per cui mi piace davvero restaurare, anche se ci vuole tempo e pazienza. Se penso a come erano quando ho acquistato queste macchine e a come sono dopo il restauro, non ci credo nemmeno io».
Essere nato in una famiglia di agricoltori ha quindi facilitato lo sbocciare di questa passione. Talmente forte da superare anche una fase di vita molto difficile, in cui Antonio ha anche pensato di mollare tutto. «E invece ho deciso di continuare – conferma Bugugnoli – e così questa passione si è fatta ancora più coinvolgente. L’unico problema sta diventando lo spazio, perché trovare posto a questi giganti non è facile. Anche questi capannoni dove ho ricoverato i miei gioielli li ho tirati su io con le mie mani».
E così, tramite passaparola e girando per l’Italia, Bugugnoli ha messo insieme una collezione davvero speciale, partendo da modelli ridotti in condizioni pietose e dedicandoci mesi di tempo per rimetterli a nuovo.
Vender e Allis-Chalmers in primo piano
Tra tutti i marchi presenti, uno spicca decisamente sugli altri ed è Vender, forse perché uno dei pochi trattori dell’azienda di famiglia ancora presenti è proprio del costruttore milanese.
Si tratta di un Champion dei primi anni Cinquanta, motore Vender da 90 cv di potenza, 7,85 l di cilindrata, 4 cilindri verticali, cambio a 5 marce, alimentato a gasolio (mentre l’avviamento era affidato a un motore ausiliario a benzina), lungo 3,5 metri e largo poco più di 2 m. Lo stesso modello Bugugnoli lo possiede anche in colore arancione, assieme ad altri due Champion da 84 cavalli, per un totale quindi di 4 esemplari. Ricordiamo che il Champion venne prodotto in 3 modelli diversi (A, B e C) fino al 1956. Nei capannoni di Bugugnoli troviamo poi due Super Champion 105, con qualche accessorio non originale, ma sicuramente non facili da trovare, anche se il più particolare dei Vender in collezione è forse il Bully, del 1954, 50 cv di potenza, 4 cilindri verticali, cambio con 8 marce avanti e 2 retro, disponibile all’epoca anche in versione ruotata in quanto facilmente trasformabile da cingolato a ruotato (l’azienda pubblicizzava questa trasformazione come fattibile in 4 ore con l’ausilio di 2 persone).
La maggior parte dei Vender aveva l’apripista collegato, ma Bugugnoli in quasi tutti i casi ha rimosso l’attrezzatura idraulica. Nel 1959 l’americana Allis-Chalmers acquistò gli stabilimenti di Cusano Milanino (Mi) della Vender, per poi stabilirvi la produzione europea dei propri mezzi.
Bugugnoli ha in collezione anche alcuni esemplari della cosiddetta Allis-Chalmers Italiana, compresi alcuni “ibridi” prodotti probabilmente nella fase di transizione, come l’AC-130 da 130 cv, con monoblocco Vender, ma testata Allis-Chalmers.
Tre i modelli Allis-Chalmers presenti in collezione: il 150 HW del 1963, con motore diesel da 60 cv, il 250 HW del 1961, con motore diesel da 130 cv, e il mastodontico H.D. 20, quest’ultimo però prodotto negli Stati Uniti, con motore diesel della General Motors da 178 cavalli.
Cambiamo marchio, pur rimanendo sempre in tema cingoli, e citiamo tre splendidi esemplari della International Harvester, tutti motorizzati IH: un BTD 6 (38 cv, 4 cilindri, avviamento con candelette di preaccensione, dove B sta per British, a indicare che si trattava della versione britannica dell’americano TD6), un TD9 (47 cv, 4 cilindri) e un TD24 (180 cv, 6 cilindri, dei primi anni Cinquanta), probabilmente appartenenti alla serie arrivata in Italia al seguito dell’esercito americano e poi ceduta al governo italiano alla fine della guerra.
Dall’Inghilterra va segnalato anche un David Brown Trackmaster, mod. 30, di inizio anni Cinquanta, con motore diesel Dorman da 28 cv, 4 cilindri, e avviamento elettrico.
Tornando in Italia, sono presenti altri due marchi. Il primo è Fiat, con un 25C (del 1951, motore Fiat 600 a petrolio, 4 cilindri, da 23 cavalli, cambio a 4 marce avanti + 1 retro), un 55L (del 1954, 55 cv, 4 cilindri, con comando sterzo a leva) e un 70C (del 1961, 74 cavalli, 4 cilindri, cambio 5 marce avanti + 1 retro).
Il secondo marchio è Lamborghini e il trattore presente è l’1C, ancora in fase di restauro, di inizio anni 60, con motore diesel FL 2, bicilindrico, raffreddato ad aria, 26 cavalli, alimentato a gasolio, di cui Bugugnoli possiede anche la versione ruotata, 1R, esemplare originale che aveva nella sua azienda: per la precisione si tratta di un 1R Serie Mec del 1961, praticamente una serie più economica delle altre, perché priva tra le altre cose della doppia frizione e del sollevatore idraulico.
Non solo trattori
Per quanto riguarda gli altri trattori gommati, a parte un Landini L25, un SuperLandini, un Fordson e un Balilla Motomeccanica, da segnalare un Pony della Quadrio & Villa Costruzioni Meccaniche di Milano e una carioca Balilla con motore, cambio e differenziale Fiat.
Esulando, invece, dal discorso trattori, in collezione troviamo due motori Slanzi, un aratro da scasso Nardi (che veniva usato con l’Allis-Chalmers 250 HW), una bellissima trebbia della Imas di Suzzara (Mn), con elevatori paglia e pula della locale Gaetano Olivieri di Corinaldo (An), e una mietilega Laverda ML 5 BR.
Come spesso succede, il collezionista ha un suo sogno nel cassetto. «Mi mancano i modelli forse più rari della Vender, ovvero il Conqueror, con motore 6 cilindri verticali da 140 cavalli di potenza e 18,6 l di cilindrata, e il Destroyer da 240 cv (il più potente mai costruito da Vender, ndr». Ma Bugugnoli non ha certo intenzione di fermarsi e se si presenterà l’occasione, un po’ di spazio da qualche parte lo troverà. Anche perchè confida molto nel secondo nipotino che sta per nascere, che si appassioni e porti avanti la collezione che il nonno con tanta dedizione ha messo insieme.