Che cosa è che può spingere un uomo a lasciare qualsiasi altro impegno, di punto in bianco, per correre ovunque sia necessario a visionare, comprare, portare in officina un trattore d’epoca, pur se è un ferrovecchio, malandato, arrugginito, a pezzi? Per Giuseppe Zuzolo, concessionario di macchine agricole McCormick e Pasquali di San Giorgio del Sannio (Bn), è «la passione, qualcosa che abita in me da tantissimo tempo e si rinnova di giorno in giorno».
Zuzolo ha ragione, il suo profilo è quello di un autentico appassionato di trattori d’epoca. E d’altra parte la sua non può non essere passione pura, se egli sostiene che «per rilassarmi vado ad ascoltare il rombo di un motore d’epoca in funzione».
Una passione che rasenta la “pazzia”, lo stesso Zuzolo lo ammette, «perché se ho notizia di un trattore abbandonato da qualche parte o anche in vendita, non sto più nella pelle e mi acquieto soltanto quando l’ho fatto mio. Sono “pazzo” di questi trattori, non ci posso fare niente, sono fatto così e non me ne dispiace».
Passione di bambino
Siccome le vere passioni sono quelle che acquisiamo sin da piccoli e ci accompagnano per la vita intera, anche quella di Zuzolo per i trattori in generale, e quelli d’epoca in particolare, è nata quando ancora portava i calzoni corti e finora non l’ha abbandonato.
«Sono figlio di gente povera, che ha lavorato tanto per tirare su la famiglia. Sono cresciuto, sin da piccolo, con poco pane e tanto lavoro, perché anch’io contribuivo al magro reddito familiare. Allora i primi trattori rappresentavano l’innovazione. A me brillavano gli occhi nel guardarli, ammirarli, toccarli, così lucenti, potenti, fragorosi! Poi, a 12-13 anni, il salto di qualità: iniziai a lavorare con contoterzisti del posto, guidando il mio primo trattore».
Precoce in tutto, Zuzolo si sposò a 17 anni e per prima cosa comprò dal locale consorzio agrario un trattore Fiat 312R a trazione semplice, scambiandolo con cambiali per un valore di 600.000 lire. «Poi acquistati una pressaforaggi, anch’essa con cambiali, ma in pochi mesi produssi la bellezza di 24.000 balle. Con i primi soldi riuscii a pagare trattore e pressaforaggi e a comprare alcuni trattori usati che cominciai a commercializzare, ma comprai anche i primi trattori d’epoca. Avevo messo le basi per le due future direttrici della mia vita: da un lato il lavoro di concessionario, prima di Lamborghini e Same, ora, con i figli Domenik e Antonio, di McCormick e Pasquali, per soddisfare con trattori di medio-bassa potenza le richieste di agricoltori impegnati nella coltivazione di tabacco, cereali e uva e di allevatori interessati a produrre foraggio per le loro vacche; dall’altro lato, logica conseguenza del mio lavoro, la passione per i trattori d’epoca».
Il primo acquistato da Zuzolo fu un Landini L30 a testa calda. «Lo comprai a Taranto. Ero appassionato, ma ignorante. Non sapevo neanche accenderlo. Dopo svariati tentativi andati a vuoto un caro amico, Antonio Nardone, ispettore tecnico della Fiat Hitachi per il Sud Italia, che mi fu molto vicino all’inizio della mia attività ed è prematuramente scomparso, mi insegnò la difficile messa in moto. In breve, girando per tutto il Sud Italia, realizzai un parco trattori d’epoca di tutto rispetto, anche grazie all’opera encomiabile di Vincenzo Sellitti, un bravissimo meccanico che mi aiuta nel recupero, con un attento restauro». Il restauro dei trattori d’epoca è, per Zuzolo, un’autentica arte. Avvalendosi di vecchie stampe o riviste, li sistema cercando di attenersi quanto più possibile alle forme e ai colori originali. «Li rimetto su come se fossero nuovi, naturalmente con il fascino dell’età che l’uso e la mano del tempo hanno lasciato su essi. Prima i trattori erano quasi pezzi di artigianato, elaborati come se fossero destinati a diventare parte di un museo. E io li amo, li recupero e li restauro anche per la loro intrinseca bellezza. La mia azienda, che attualmente vanta una collezione stabile di oltre 80 pezzi, è aperta a tutte le scolaresche o comitive che vogliano conoscere i miei trattori d’epoca e la loro storia».
Momenti di notorietà
I trattori di Zuzolo hanno animato e abbellito persino alcune importanti trasmissioni televisive, da Linea Verde a Quark. «Nei primi anni ’90 Federico Fazzuoli realizzò una puntata di Linea verde a Benevento e dintorni, in occasione di una manifestazione culturale, “Città spettacolo”, che vide anche la partecipazione del regista Ugo Gregoretti. Nell’allestimento preparato portai un Landini L35 con una vecchia trebbiatrice, per mostrare e far conoscere un pezzetto della storia agricola locale. Nel 2006 Piero Angela realizzò un documentario sulla sicurezza nell’impiego dei trattori, spiegando come essa è cambiata attraverso l’evoluzione trattoristica in Italia; portai in studio un trattore Super Landini dotato di un motore a due tempi monocilindrico a testa calda, che, alla messa in moto, poteva muoversi avanti o indietro, per cui bisognava essere bravi a correggerne, nel caso, la direzione».
Zuzolo il punto più alto della visibilità pubblica l’ha però raggiunto nei primi anni 2000, con la realizzazione a Benevento del “Musa”, un museo di storia e cultura che ospitava, dopo averli acquistati, numerosi suoi pezzi. «Quel bellissimo museo lo ideò e lo volle realizzare, con tutte le sue forze, una persona eccellente della nostra terra: Carmine Nardone, economista agrario e presidente della Provincia di Benevento dal 1998 al 2008. Ci tenne tantissimo a fare dei miei trattori uno dei punti forti del museo, quali esempio di cultura artigianale e agricola. Oggi, purtroppo, quel museo, costato tanto lavoro e così bello, giace abbandonato. Mi piace ricordare che in quel decennio diversi miei trattori usati furono inviati in Costa d’Avorio, grazie a un’attività benefica finanziata dalla Provincia beneventana».
La collezione
Degli oltre 80 trattori d’epoca che compongono attualmente la collezione di Zuzolo, il più vecchio, un Fordson da 20 Cv, risale al 1917, il più giovane, un Fiat 70C da 70 Cv, alla fine degli anni ’60. Fermo restando che il pezzo pregiato, quasi una reliquia, è un Muzzi degli anni ‘20, un semplice motore fisso – un’autentica meraviglia tecnologica dell’epoca che veniva utilizzato per alimentare le trebbiatrici fisse – tutti i trattori per lui sono uguali e preziosi, senza distinzioni.
«Dire che li sento come dei figli può sembrare eccessivo, ma non è retorico. Ciascuno di essi ha una sua bellezza, ma anche difetti e, come accade nel collezionismo, i più difettosi sono i più quotati, perché sono i più originali e rari. Ciascuno di essi ha poi una storia curiosa, per il posto in cui l’ho trovato, per il prezzo pagato e per la durata della trattativa. Una volta, a Santeramo in Colle, nel Barese, riuscii a comprare un ottimo Landini L45, per il quale il proprietario chiedeva ben 40.000 euro, per soli 4.500, dopo una trattativa che iniziò nel primo pomeriggio e si protrasse fino a notte inoltrata: una fatica immane, ma ne valse la pena». Con la passione per i trattori d’epoca, Zuzolo ha allacciato tantissimi rapporti umani. «Non c’è da meravigliarsi, i trattori d’epoca sono storia e la storia è fatta dalle persone, anche attraverso le macchine».
Il certificato di identità Asi
Quasi tutti i trattori d’epoca facenti parte della collezione di Zuzolo sono muniti del Certificato di Identità Asi (Automotoclub Storico Italiano) e, di conseguenza, si fregiano di una particolare targa di riconoscimento.
«Il Certificato di Identità viene concesso previo parere positivo di un’apposita Commissione che controlla le caratteristiche di storicità del mezzo. Grazie a tale documento il trattore che ne è munito non può essere classificato “rifiuto industriale”, anzi pone il proprietario nelle condizioni di stabilirne un valore economico assicurabile contro furti, incendi o danni a esso causati accidentalmente nel corso delle normali attività a cui un trattore storico è sottoposto nel corso di manifestazioni». G.F.S.