Un topo d’archivio. Così si definisce Giancarlo Pezzali, custode di una collezione davvero particolare in quel di Ravadese, alle porte di Parma. A casa sua, infatti, più che trattori “in ferro e ossa” (anche se possiede effettivamente sette esemplari molto interessanti, di cui parleremo dopo) si trovano decine di raccoglitori in cui sono stati meticolosamente archiviati i depliant, rigorosamente originali, di centinaia di modelli di trattori (e attrezzature), dal 1960 a oggi, di marchi importanti come Fiat, New Holland, Case IH, Same, Deutz-Fahr, Fahr e Lamborghini.
«La passione per l’agricoltura e le macchine agricole nasce dal fatto di essere cresciuto in una famiglia di agricoltori alla sua terza generazione – spiega Pezzali – anche se poi ho scelto tutt’altro genere di lavoro. E la passione per questo tipo di materiale è sempre stata dentro di me. Mi piace recuperare copie particolari dei vari depliant dei trattori, in lingue diverse o che differiscono per minimi particolari. E sono anche un appassionato di statistiche, per cui sono andato a ricercare le immatricolazioni dei trattori riportate nelle tabelle Uma del dopo guerra».
Pezzali ha messo insieme anche una discreta collezione di modellini di trattori e, oltre ai depliant, conserva anche riviste specializzate in agricoltura e macchine agricole. Ma soprattutto ha un rapporto preferenziale con il gruppo Sdf (Same Deutz-Fahr), tant’è che è in continuo contatto con il gruppo di Treviglio per acquisire nuove informazioni e aggiornare il proprio archivio, e in alcuni casi ha fatto notare imprecisioni o errori che erano comparsi in alcune brochure. «Possiedo tutti i numeri della loro rivista “4 Ruote Motrici”, da quando nacque nel 1966 per celebrare il lancio del Centauro – ci dice con un certo orgoglio – e anche tutti i calendari dal 1969 a oggi, ancora nel loro imballo originale. Su quello del 2015 è stata pubblicata una foto mia e della mia famiglia».
Il recupero di tutti questi depliant ha fatto “venire alla luce” modelli particolari. Per esempio, passando da Same a Fiat, la Serie Diamante 715 con motore raffreddato ad aria venduta in Francia oppure il modello 440 della Serie Nastro d’Oro, non sempre riportato nei libri storici del marchio torinese.
Sette volte Fahr
Anche se la vera passione di Pezzali è quella “cartacea”, non possiamo non parlare della collezione di veri trattori in suo possesso, anche se ridotta. Stiamo parlando di sette modelli Fahr, tra i più significativi costruiti dal marchio di Gottmadingen (nel Baden-Württemberg). La scelta di questo brand deriva dal fatto che il papà di Giancarlo aveva comperato due Fahr a suo tempo, un D 17 N del 1954 e un D180 H del 1958, entrambi ancora presenti nella collezione. «In zona i Fahr erano abbastanza diffusi – spiega Pezzali – tanto che dalle statistiche Uma che sono riuscito a recuperare in provincia di Parma fino al 1956-57 si vendevano più Fahr che Deutz». Fahr aveva iniziato a costruire trattori nel 1938 con il modello F 22 e alla fine del 1942 con un modello alimentato a gasogeno (HG 25), interrompendo poi la produzione a causa della guerra. La riprese nel 1949 con il modello D 15, fino al 1961, anno in cui Deutz comprò il 25% di Fahr, interrompendo di fatto la produzione di trattori in rosso a Gottmadingen e iniziando quella in verde a marchio Deutz (in particolare il modello D 15), ma lasciando comunque a Fahr la produzione delle attrezzature in rosso.
Tornando al D 17, montava un motore bicilindrico Güldner da 17 cavalli, raffreddato ad acqua, ed era dotato di cambio ZP a 5 marce + 1 retromarcia, mentre il D 180 H montava un cambio Fahr, sempre a 5 marce, ed era alimentato da un motore diesel bicilindrico della MWM, da 24 cavalli. A parte questi due modelli, come detto originali dell’azienda del padre, Giancarlo ne ha recuperati altri cinque, a partire dal più potente mai prodotto da Fahr (corrispondente all’Eicher L 60 prodotto da Deutz), un D 540 del 1956, con i suoi 60 cv erogati da un motore 4 cilindri Deutz, dotato di cambio ZF sempre a 5 velocità (più una retromarcia). Cambiando ancora motore, troviamo il bicilindrico Güldner da 13 cavalli del D 88 del 1957, con cambio ZF sincronizzato a 8 marce (6 AV + 2 RM).
Anche il D 66 del 1958 montava un motore Güldner, ma monocilindrico e da 11 cavalli, sempre con cambio ZF a 8 marce e sincronizzato, frizione monostadio e presa di forza centrale, sincronizzata con il cambio e a una velocità (540 giri/min). Il Güldner lo ritroviamo anche sul D 133 N del 1960, ma da 25 cavalli e a tre cilindri; il cambio è sempre ZF sincronizzato, con 12 marce (8 AV + 4 RM), frizione doppio disco e presa di forza centrale sincronizzata a due velocità (540 o 1.000 giri/min).
Ancora un cambio di motore e troviamo, infine, un 4 cilindri Mercedes-Benz da 34 cv per l’ultimo modello presente in collezione, un D 177 S del 1960, con cambio ZF sincronizzato veloce, 8 marce AV + 4 RM, frizione doppio disco e pdf centrale sincronizzata a due velocità (540 o 1.000 giri/min).
Chiudiamo tornando alla vera passione di Pezzali. La mole di depliant che è riuscito ad archiviare con tanta dedizione e precisione è una risorsa preziosa, perché, come sottolinea lui stesso, «con il passar degli anni diventeranno dei veri e propri documenti».
Buongiorno, sono un collezionista di deplian della provincia di Verona, mi chiedevo se era possibile (terminata l’emergenza sanitaria s’intende) poter visionare/ammirare la collezione del sig. Giancarlo Pezzali. Grazie e buon lavoro.
Stefano Belligoli