Puoi diventare uno dei ballerini di danza sportiva più famosi del mondo, puoi arrivare a fondare una scuola di danza che attira allievi da tutte le parti del mondo, puoi ricoprire ruoli di alto livello nelle federazioni italiane ed europee. Ma se sei nato in mezzo ai trattori, quella passione non svanisce mai. E prima o poi riemerge.
La prova vivente di questa teoria si chiama Davide Cacciari, il collezionista protagonista della case history di questo numero di Macchine e Motori Agricoli, che in quel di Molinella (Bo) è arrivato a mettere assieme una collezione di trattori Fiat e OM di altissimo livello per tipologia di esemplari e qualità. Lui con grande modestia la definisce “La piccola collezione Fiat”, ma in realtà si tratta di ventisei esemplari recuperati e restaurati alla perfezione, che ripercorrono la storia del marchio italiano dal 1919 al 1987. «Ho passato l’infanzia tra trattori, imballatrici e grandi distese terriere – ci spiega Davide –. Mio padre Luciano possedeva un’azienda agricola e io durante le vacanze estive andavo ad aiutarlo in campagna: dagli 8 fino ai 18 anni ho trascorso tutte le estati sui trattori in compagnia di mio cugino Fabio. Ma all’età di 6 anni ho cominciato anche a ballare e la danza mi ha assorbito sempre più tempo, per cui dall’età di 18 anni non sono più riuscito ad aiutare papà nei campi. Durante la carriera agonistica ho visto solamente sale da ballo, scuole di ballo, teatri e palasport e l’hobby della danza è finito per diventare la mia professione. Insieme a mia moglie Olga Garshina abbiamo iniziato a girare il mondo in lungo e in largo, poi all’età di 39 anni è nato mio figlio Michael e insieme a mia moglie abbiamo deciso che fosse giunto il momento di fermarci e di pensare alla nostra futura dimora qui a Molinella. “Per sempre insieme” è il motto che mi ha accompagnato in tutti questi anni: la terra, i motori e la danza sportiva, una triade per me impossibile da scindere».
Fiat da sempre
In tutti questi anni la passione per i trattori in Davide è rimasta sempre accesa, ma la vera “pazzia” ha avuto inizio nel febbraio 2012, quando il cugino Fabio gli propose l’acquisto di un vecchio OM 615 Automatic da un amico a Funo d’Argelato (Bo).
«Più che un trattore era un rudere – ricorda Davide – e mio cugino ha lavorato un pomeriggio intero per rimetterlo in moto. Portato a casa il trattore, ha poi iniziato a pulirlo e smontarlo per finire con il restaurarlo in toto. Presi dalla smania di questo nuovo giocattolo, siamo passati a un Fiat 1180 DT, trattore che avevo usato per aiutare mio papà Luciano nella sua azienda agricola quando avevo 14 anni. A quel punto mio cugino mi ha proposto di acquistare un Landini testacalda, ma a me i Landini non sono mai piaciuti, perciò ho deciso di creare una “piccola” collezione di trattori Fiat a ruote, rappresentata da un esemplare per ogni serie. Così ho iniziato a cercare i vari modelli di trattori Fiat d’epoca e, al ritmo di 2-3 pezzi all’anno, ho messo insieme la mia collezione. Recuperare alcuni modelli come il Fiat 40 a ruote, l’OM 2TM, l’OM testacalda e il Fiat 702 è stata veramente un’impresa, ma piano piano li ho trovati e sistemati tutti, con l’aiuto di grandissimi esperti».
Ventisei esemplari
Andiamo allora a vedere quali sono questi 26 gioielli, in ordine cronologico, quindi a partire dal primo, il capostipite, ovvero il Fiat 702 industrializzato nel 1918 e messo in vendita a partire dal 1919. Il modello di Cacciari monta un motore diesel Bianchi non originale (costruito su licenza Mercedes) in grado di sviluppare fino a 30 cv a 900 giri. Il secondo trattore è un 700 A del 1928, una delle versioni della serie 700 prodotta a Modena e lanciata nel 1926, che si caratterizzava per un peso decisamente inferiore rispetto al 702 e un motore (4 cilindri a benzina-petrolio) più piccolo (3.570 cc), ma comunque in grado di erogare 30 cavalli. Nella collezione di Cacciari si trovano anche dei modelli OM, il primo dei quali è un testacalda del 1929, modello 240 da 29 cavalli, 10.870 cc di cilindrata, alimentato a olio pesante. Proseguendo in ordine cronologico, è la volta del Fiat 700 B del 1935, con motore 4 cilindri da 3.570 cc, alimentato a benzina o a petrolio, per una potenza di 28-30 cv, dotato di cambio con 3 marce avanti e 1 retromarcia. Poi, troviamo un Fiat 40 (il famoso Boghetto) da 41,5 cv di potenza, del 1939, cosiddetto policarburante, perché in grado di funzionare con qualsiasi tipo di carburante (alcool, benzina, nafta, petrolio…). A completamento della serie 700 (ricordiamo che la collezione di Cacciari presenta solo modelli a ruote) c’è un 700 D del 1943, da 29 cv, 4 cilindri, sempre alimentato a petrolio o benzina, mentre si fa un balzo in avanti di 6 anni per arrivare al Fiat 600 del 1949, da 22 cv, sempre a benzina-petrolio. La macchina con il miglior rapporto qualità/prezzo, secondo l’azienda torinese, tanto da risultare la più venduta nel biennio 1949-50. A questo punto torniamo agli OM, con il secondo dei sette modelli in collezione, ovvero l’OM 2 TM PG48, del 1951, con motore a petrolio da 48 cavalli, 6.440 cc di cilindrata, diverso dai precedenti OM 2 TM per le ruote munite di pneumatici.
Si passa poi al 1955, con il Fiat 25 RD, il primo modello Fiat con motore diesel, 4 cilindri, da 25 cv di potenza, e poi al 1959 con la 18R La Piccola, sempre a gasolio, 18 cavalli di potenza, che sfondò sul mercato grazie alla meccanica, alla linea e al prezzo. A questo punto si inseriscono altri tre modelli OM, per la precisione OM 50R (1960), OM 512 Super (1960) e OM 513 (1964), tutti alimentati a gasolio, con potenze rispettivamente di 50, 60 e 61 cavalli. Si torna quindi ai Fiat con il 411 R del 1964 (munito di tettuccio nel caso del modello posseduto da Cacciari), con motore diesel da 41 cavalli e con l’80 R del 1965, con avviamento elettrico, dove la potenza sale a 84 cavalli, erogata sempre da un motore diesel. Chiudono la serie degli OM due modelli da 70 cavalli, un OM 615 DT del 1965 e soprattutto l’OM 615 Automatic del 1966 citato precedentemente.
Completiamo l’elenco dei modelli citando semplicemente quelli rimanenti, anche perché non particolarmente “antichi”, ovvero 480/6 (1976, 48 cv), 1300 DT Super (1979, 150 cv), 700 E Concord (1980, 72 cv, prodotto in Brasile), 1180 DT (1981, 115 cv), Versatile 44-28 (1981, 280 cv), 670 DTH (1982, 68 cv), Fiatagri 45/66 (1987, 45 cv) e Fiatagri 60-90 (1987, 60 cv). Da citare anche un autocarro Iveco 150-17, del 1983, e la ciliegina sulla torta, ovvero l’edizione Centenario del T5.120, prodotto in soli 100 esemplari.
«Devo ringraziare mia moglie Olga – conclude Cacciari – per avermi dato la disponibilità per tutti i nostri trattori, ma soprattutto perché ha sopportato me e mio figlio Michael in questi otto anni di ricerca e restauri». Ma sarà davvero finita qui?