Per chi è cresciuto in campagna è difficile staccarsi da quel mondo. Anche se a un certo punto della vita l’agricoltura non è più la tua attività, l’odore della terra, il profumo dei raccolti e il “rumore” dei trattori ti rimangono dentro per sempre. E in molti casi si vanno a cercare ricordi tangibili, che ti aiutano a non dimenticare quei tempi che furono. È il caso di Angelo Bommartini, a San Bonifacio in provincia di Verona, che fino a 20 anni ha lavorato nell’azienda agricola di famiglia, per poi avviare una attività di autotrasporto per 20 anni e in seguito aprire un lavaggio autotreni. «Mio padre nel 1954 aveva acquistato uno Steyr 180a – ricorda Angelo – e questo mi è rimasto sempre nel cuore, così ho voluto mettere insieme quella serie. È inevitabile affezionarsi ai trattori di famiglia».
In realtà, la collezione è iniziata negli anni Novanta con un Landini L25 seconda serie, per poi procedere senza un criterio particolare, se non quello appunto di privilegiare gli Steyr. E in questo viaggio che dura da oltre 25 anni Angelo è supportato da tutta la sua famiglia, dalla moglie Silvana Adami e dai suoi due figli Mirko e Michele, il più giovane. Michele è quello che lo segue nei restauri e nell’usare i mezzi, invece Mirko è adetto alla ricerca su internet dei vari pezzi di ricambio e alla redazione di tabelle con le caratteristiche tecniche dei mezzi da esporre ai raduni o fiere. La moglie, anche lei di provenienza agricola, tutto sommato ha “avallato” questa passione. «Sono nata anch’io sui trattori – spiega Silvana – addirittura a soli 5 anni mi mettevano alla guida di un Vélite, quindi la passione è rimasta anche a me». E così nel giro di pochi lustri Angelo ha messo insieme 65 trattori, di svariati marchi (in predominanza tedeschi), tutti riparati meccanicamente e funzionanti, per lo più conservati. Vediamoli partendo proprio dal primo amore, ovvero gli Steyr.
Il primo amore non si scorda mai
Per quanto riguarda la casa austriaca, la collezione ospita ben 9 esemplari, a partire dal capostipite dell’intera produzione trattoristica dell’azienda austriaca, lo Steyr 180 del 1949, detto “rospo” o “tartaruga”, bicilindrico da 26 cv dal passo corto e molto veloce (oltre 30 km/h su strada). A seguire troviamo un modello 80 monocilindrico del 1950 da 15 cavalli, con sistema di accensione a sigaretta, un 84 monocilindrico del 1958, da 18 cavalli, raffreddato ad acqua (diverso dall’80 per la maggiore potenza, il cofano con rilievo e i parafanghi posteriori squadrati), un 86 monocilindrico da 18 cavalli del 1964 con cambio a 5 marce avanti e 5 indietro e riduttore, un 180 bicilindrico da 30 cavalli del 1951, un N182a sempre bicilindrico da 34 cavalli del 1962, cambio a doppia leva con 4 marce ridotte, 4 veloci e 2 retromarce, caratterizzato da baricentro basso, un 180A, bicilindrico da 34 cavalli del 1954, un 185 tre cilindri da 45 cavalli del 1961, e infine un 280, il più grande della serie, 4 cilindri, 60 cv, del 1954.
Germania in evidenza
Come detto, i marchi tedeschi sono predominanti nella collezione di Bommartini, a partire dagli Hanomag. Sei i modelli presenti della casa di Monaco di Baviera, a partire da un R55 del 1955, 55 cavalli e cambio a 5 rapporti. Segue un R35 del 1956, con motore Hanomag 4 cilindri da 35 cv, sempre con cambio a 5 rapporti. Poi troviamo un R27 del 1957, sempre tricilindrico, da 27 cv, un R19 del 1956, da 19 cv, derivato dall’R16, e un R12 del 1955, proveniente dalla Francia, con cofano a ”vita di vespa” e panchetta per due persone di serie, oltre al piantone dello sterzo situato sul lato destro del trattore. Spostandoci a Nord di Monaco, in casa Bommartini troviamo la Schlüter con due modelli: AS 261 del 1959, motore Schlüter da 30 cavalli, e AS 180, monocilindrico, 21 cavalli del 1955. Sempre in Baviera, troviamo una miniserie Fendt, con un Dieselross F28 del 1955, un Farmer 2 del 1965 (motore MWM 3 cilindri raffreddato ad acqua, 34 cv, cambio 8 + 4), un Farmer 1 del 1958 (25 cv) e un Fix 2 del 1960, 19 cavalli, bicilindrico MWM, raffreddamento ad aria, con sollevatore idraulico a tre punti prodotto dalla stessa Fendt.
Dalla Baviera passiamo al Baden-Württemberg, per la precisione a Gottmadingen, sede della Fahr. Tre i modelli in collezione: un D270 del 1956, con motore bicilindrico Deutz F2L 514 raffreddato ad aria, da 32 cavalli, e cambio ZP a 5 rapporti avanti più una retro; un D22P del 1954; un D130 del 1954, con motore bicilindrico Güldner 2LD da 17 cavalli, raffreddato ad aria. Ci spostiamo quindi a Colonia con quattro modelli della serie 514 del marchio Deutz: F3L 514/6 del 1958, 55 cv, motore Deutz tre cilindri e trasmissione ZF a 5 rapporti più retromarcia; F3L 514/51 del 1956, 41 cavalli, sempre 3 cilindri; F2L 514/53 del 1957, motore 2 cilindri, 30 cavalli, cambio ZF; F1L 514/51 del 1955, motore monocilindrico, 15 cavalli, raffreddato ad aria, cambio 5 marce. Chiudiamo con la serie dei Porsche, che comprende anche un Allgaier A 111 (12 cv, del 1955): Junior 108 del 1960, motore Porsche monocilindrico, 14 cavalli, AP 22, due cilindri, 22 cavalli; P308 Super 3 cilindri, del 1961, 38 cavalli; Master 429 sempre del 1961, 4 cilindri 50 cavalli.
Usa e Italia
Uscendo dalla Germania, Bommartini possiede una serie di Fordson americani, dal Major (1960, ultima serie prodotta, 55 cavalli) al Major 41 e al SuperMajor del 1960 (4 ruote motrici, 55 cv), dal SuperDexta del 1964 (45 cavalli, con motore Perkins tre cilindri raffreddato ad acqua, cambio a 8 rapporti più 2 retro, ultimo a recare il nome Fordson) al Dexta del 1960 (motore Perkins 3 cilindri da 31 cv, raffreddato ad acqua, cambio 6 + 2). Passando all’International Harvester troviamo, invece, un McCormick Farmall MD del 1953 e un McCormick Farmall Cub del 1950, motore benzina 9 cavalli, costruito in Francia, il più piccolo mai prodotto dalla International Harvester, con il motore nella parte sinistra del telaio e il piantone sterzo nella parte destra.
Chiudiamo con i pezzi di casa nostra. A parte diversi Landini (L25, L35, L45, Vélite seconda serie, 35/8, 44 Major e R50), un Fiat 25R, un OM 45 e un Oto 25, da segnalare un Eron D18 del 1955 della torinese Meroni (motore Meroni monocilindrico verticale su licenza Guidetti da 17 cv, raffreddamento ad aria, avviamento elettrico, trazione integrale, due pdp, 3 marce più una retromarcia), e un Randi R14 del 1955 con motore Deutz monocilindrico, 11 cavalli, raffreddato ad aria.
Lasciamo la chiusura a chi in futuro si occuperà di questo prezioso “tesoro”. «Mio padre mi ha trasmesso la passione e per me è un piacere tenere in vita questa collezione – conclude Michele Bommartini –. Anche se ultimamente abbiamo rallentato un po’, non nego che mi piacerebbe acquistare ancora. Ogni trattore acquistato, infatti, per noi è una giornata di festa e nuove amicizie».