Era il 15 maggio del 1964 quando entrò in funzione a Basildon, nel Regno Unito, la catena di montaggio trattori di New Holland AG, un polo di eccellenza e l’unica fabbrica di trattori in Gran Bretagna che rimane un punto fermo dell’industria trattoristica e del settore agricolo del Paese. E’ qui che affonda le proprie radici uno stile produttivo che ha portato alla progettazione di alcuni modelli iconici - alcuni dei quali si possono vedere nel Customer Center di New Holland - e che è culminato negli ultimi modelli d’avanguardia, la serie T6, T7, T8 con dotazioni ad elevata tecnologia. 50 anni di eccellenza britannica che ha saputo sfornare innovazioni assolute raccogliendo l’eredità dei pionieri che, da Ford agli Agnelli, hanno trasformato il mondo agricolo mondiale.
Clean energy, produttività efficiente, sostenibilità, sono le sfide che New Holland oggi si appresta a vincere facendo proprio il “claim” nutrire il pianeta, vessillo di Expo 2015 al quale parteciperà con uno stand di 1600 metri quadrati presentando il concept di “independent farm”, l’innovativo progetto targato NH per l’agricoltura sostenibile di domani.
“Intendiamo trasformare la nostra conoscenza in azione”, ha affermato Carlo Lambro (nella foto), Brand President di New Holland Agriculture, durante la conferenza stampa, tenutasi il 15 maggio, proprio il giorno dell’avvio della produzione a Basildon. “Un obiettivo indubbiamente favorito dalla nostra appartenenza a un gruppo come CNH Industrial, una realtà che conta 62 stabilimenti in tutto il mondo, 48 centri di ricerca e sviluppo per cui investe 1 miliardo e 200 milioni di dollari, 6300 persone dedicate allo sviluppo e all’innovazione dei nostri prodotti, 7700 brevetti registrati. Al nostro gruppo appartengono realtà come Case Construction, New Holland Construction, FPT Industrial, da cui provengono i nostri motori, Iveco, Magirus, tutte impegnate in un processo di miglioramento continuo dei prodotti e delle soluzioni tecnologiche”.
Un processo a cui concorre, come ha affermato Colin Larkin, direttore della struttura britannica, la partecipazione di Basildon al programma di World Class Manufacturing (WCM), fondamentale per il successo dello stabilimento, e che consente di gestirne al meglio la complessità produttiva: 14 gamme di trattori, 133 modelli, 12.000 configurazioni utilizzando 9680 componenti. In un anno dalla catena di montaggio non escono mai due trattori perfettamente uguali.
Da quanto ha aderito al programma WCA, nel 2008, Basildon ha costantemente migliorato la sua performance, fino a raggiungere il livello Bronzo nel 2008. E l’obiettivo è raggiungere l’Argento entro il 2015. I risultati economici internazionali di New Holland nel 2013 si sono rivelati nel complesso positivi.
In ogni segmento di prodotto l’introduzione di nuovi modelli, come i trattori T8 Auto Command, le mietitrebbie CX7000 e CX8000 Elevation, le presse Roll-Belt e le trinciacaricatrici foraggere FR, ha svolto un ruolo fondamentale per l’andamento positivo della società nell’area EMEA.
C’è molto da festeggiare, quindi e per l’occasione New Holland ha prodotto in 50 esemplari il trattore T7 Golden Jubilee, che si affianca al Ford 7810 Silver Jubilee presentato in occasione del 25esimo anniversario dello stabilimento di Basildon.
Progetti per il futuro?
Sul fronte dell’espansione è prevista l’apertura di un secondo stabilimento in Turchia, di uno in Cina e di uno in India, dedicato alla produzione di mietitrebbie. Sul fronte prodotti, l’obiettivo è quello di coprire la fascia di potenza tra 250 e 300 Cv, un mercato importante per l’Europa, che si aggira intorno ai 5000 pezzi. Il nuovo trattore dovrebbe essere pronto per la prossima edizione di Agritechnica. E’ previsto poi il lancio di una nuova mietitrebbia e di una nuova rotopressa. Per quanto riguarda le propulsioni alternative, New Holland guarda al metano, che presenta minori costi di industrializzazione rispetto all’idrogeno: sta infatti lavorando a un trattore, attualmente in sperimentazione alla Cascina Bellotta, il cui time to market dovrebbe essere di circa 5 anni. Infine la CVT: è stato approvato il piano per la produzione della trasmissione all’interno dell’azienda, con un timing che dovrebbe attestarsi sui 2 anni e mezzo. E l’idrogeno? Per il momento può attendere.
Articolo di Daniela Grancini
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