Sta per concludersi il 2013, anno in cui ricorre il 140° anniversario della fondazione di Laverda. Dopo la prima celebrazione istituzionale organizzata il 12 maggio a Breganze e la giornata in campo svoltasi il 15 giugno a Pantalla di Todi (PG), venerdì 13 dicembre ha avuto luogo l’ultimo appuntamento celebrativo presso il moderno centro visitatori dell’azienda. L’evento, organizzato secondo la formula dello storytelling, è stato possibile grazie alla meticolosa attività conservativa svolta dall’Archivio Storico “Pietro Laverda”, il quale da anni raccoglie e cataloga i documenti che testimoniano le vicende degli uomini e delle donne che hanno reso grande l’azienda. Punto focale della serata, la figura del fondatore, Pietro Laverda (1845-1930), raccontato non solo come “meccanico”, ma anche come uomo. Studente modello al liceo classico del Seminario di Padova, Pietro, lavorando presso l’officina del meccanico Sonda, poté ben presto conoscere le prime macchine agricole che iniziavano a diffondersi nelle campagne venete. Il giovane frequentò anche il gabinetto di Fisica dell’Università patavina ed entrò in contatto con le novità tecnologiche del tempo distinguendosi sin d’allora per il finissimo ingegno. Il suo geniale eclettismo e la sua propensione per tutto ciò che aveva a che fare con la meccanica e con l’agricoltura si manifestarono assai presto e, nel 1873, Pietro fondò a San Giorgio di Perlena, suo paese natale, la prima piccola officina che nel corso degli anni si sarebbe trasformata in industria.
Le scelte produttive di Pietro “meccanico” si indirizzarono da subito a soddisfare le richieste dell’agricoltura locale, innanzitutto torchi e pigiatrici che, in una zona vocata alla viticoltura, erano utilizzati in tutte le fattorie. E poi, sgranatoi per le pannocchie di granturco, trinciaforaggi, girarrosti a contrappeso e a molla e cannoni grandinifughi. Un ingegno davvero acuto, quello di Pietro, che aveva anche compreso l’importanza della comunicazione e della promozione del prodotto, e già nel 1890, pioniere del marketing, pubblicò il primo catalogo per illustrare i suoi prodotti. Ma nemmeno la vocazione commerciale gli faceva difetto, come testimoniano le numerose lettere, arrivate sino a noi, scritte di suo pugno ai molti clienti. Un uomo, la cui forza e determinazione hanno reso possibile il successo di un marchio che, con i suoi prodotti, è stato capace di attrarre l’attenzione del terzo player mondiale nel settore della meccanizzazione agricola, AGCO Corporation, e di cui, dal 2011 Laverda a buon diritto fa parte. La geniale personalità di Pietro, “meccanico” e uomo, si è materializzata nel corso della serata davanti ad oltre 140 ospiti, grazie all’abilità dell’attore Loris Rampazzo che ha letto e interpretato documenti e lettere manoscritte e alla contestualizzazione storica effettuata da Piergiorgio Laverda.