PROVA IN CAMPO

Rotopressa McHale V660

La McHale, storico marchio di rotopresse irlandese, è arrivata nel nostro paese ormai due annI e mezzo fa, sulle ali della Save di Agrate Brianza (Mb). Ora che le sue macchine cominciano a essere diffuse nelle campagne italiane, abbiamo messo alla prova il modello V660

Parliamo di rotopresse, nelle prossime pagine, per darvi conto di una macchina giunta abbastanza di recente sul mercato italiano. È la McHale, storico marchio di attrezzi agricoli irlandese. In Italia la troviamo distribuita da Save e fu una delle novità dell'Eima 2010, ma era ovviamente presente anche all'ultima edizione del salone bolognese. A due anni buoni da quell'esordio, il tipico verde irlandese delle rotopresse McHale si vede con una certa frequenza nelle campagne italiane ed è quindi il momento di verificarne sul campo le caratteristiche. Che sono, a sentire i rivenditori, essenzialmente tre: robustezza dei materiali, semplicità d'uso e buone prestazioni. Come dire che c'è tutto quel che serve per fare un ottimo lavoro.

 

 

Abbiamo dunque provato il modello più interessante di rotopressa a camera variabile importato nel nostro paese: la V660, dotata di sistema di taglio a 15 coltelli. Il test, come vedremo più avanti, è stato fatto in provincia di Piacenza, appoggiandoci a una famiglia di allevatori che ha acquistato la V660 nella primavera di un anno fa.

Camera variabile, come la densità

 

Cominciamo dalle caratteristiche strutturali, come di consueto. La V660 è lunga quasi 5 metri per 2,5 abbondanti di larghezza e un peso che supera di poco le 4 tonnellate. Essendo a camera variabile, può modificare diametro e densità delle balle prodotte. Il primo va da 70 cm a 1,7 metri circa. Per quanto riguarda la densità, invece, l'operatore può mantenerla costante oppure realizzare rotoballe a “cuore duro” o “cuore tenero”. Il tutto, come vedremo, semplicemente agendo sul computer in dotazione e dunque senza uscire dall'abitacolo.

 

Continuiamo, però, a esaminare la struttura e le dimensioni della macchina. Per la raccolta abbiamo un pick-up da 2 metri, a rullo zincato. A richiesta può avere una protezione per erba corta. Davanti al pick-up troviamo il rullo, un dispositivo ormai comune sulle presse e che aiuta la raccolta quando il prodotto è abbondante. A fianco e sopra il pick-up, invece, abbiamo due coclee che convogliano il flusso di fieno o paglia verso il rotore.

Taglio e compressione

 

Quest'ultimo può avere funzione di taglio o essere un semplice convogliatore del prodotto. Particolarità della V660, infatti, sono i 15 coltelli fissati su un apposito supporto con sicurezze idrauliche. Quando desidera tagliare il fieno o la paglia, l'operatore alza i coltelli che si vanno a intersecare con i denti del rotore. La lunghezza di taglio è di circa 6 cm e mezzo e la sicurezza idraulica garantisce che sassi o altri corpi estranei non rompano le lame. Quando non devono essere usati, invece, i coltelli restano ripiegati nel loro alloggiamento e il rotore ha la sola funzione di spingere il prodotto verso la camera di pressatura. Non è tuttavia un compito da poco, dal momento che un cattivo funzionamento di questo dispositivo provoca facilmente intasamenti o problemi alla camera stessa.

 

Il rotore è composto da denti doppi (per una maggior efficienza di raccolta) e disposti a spirale. Questa conformazione fa in modo che alla camera di pressatura arrivi un flusso uniforme e senza picchi, anche in caso di andane molto abbondanti. Chiaramente, allo scopo di ridurre i rischi di ingolfamento e i sovraccarichi.

 

Il rischio di ingolfamento, naturalmente, non è del tutto scongiurato. Se dovessero verificarsi, si può usare il sistema di disingolfamento idraulico e controllabile dalla cabina installato sulle rotopresse McHale. Azionandolo, due martinetti abbassano il pianale, aumentando lo spazio nel canale di alimentazione. Fatto questo, si re-innesta la trasmissione e dunque la macchina ricomincia a girare. Risolto il blocco, il pianale si richiude e si può riprendere il lavoro. Teoricamente, in questo modo il prodotto esce dalla macchina, ma secondo i rivenditori McHale, alla fine la perdita è irrilevante.

La pressatura

 

La camera di pressatura è composta da tre cinghie e, come abbiamo visto in precedenza, permette di realizzare balle con una variabilità di diametro di quasi un metro (da 0,7 a 1,68 m), per un'altezza di 1,2 metri. Ad alimentarla abbiamo un sistema di trasmissione a doppia trazione. La seconda interviene quando la prima - per esempio in momenti di carico particolarmente gravoso - comincia a scivolare. La pressatura è assicurata dal rullo fissato sul portellone, che naturalmente si muove man mano che la balla cresce e può, volendo, modificare la densità dal centro alla periferia, come già ricordato.

 

La legatura si può effettuare soltanto con rete. Non sono quindi previsti legatori a spago. Abbiamo infatti un nuovo sistema molto semplice a due barre fisse, mentre la tensione della rete viene regolata mediante una puleggia Vario registrabile senza l'ausilio di alcun utensile.

Expert plus

 

Tutte le regolazioni relative alla rotoballa e al funzionamento della pressa possono essere impostate attraverso un terminale, che McHale chiama Expert plus. Sono possibili due diversi sistemi di controllo: semi-automatico o manuale. Con il primo è sufficiente indicare diametro e densità della balla, lunghezza della rete e tipo di prodotto raccolto. A quel punto, il computer fa tutto: controlla la formazione della rotoballa, avvisa il conducente quando è il momento di fermarsi per lo scarico, tiene il conto dei metri di rete ancora disponibili e del numero di balle fatte. Se si lavora in modalità manuale, invece, dev'essere l'operatore ad avviare legatura e scarico.

Al lavoro sulla medica

 

Come anticipato in apertura di questo servizio, abbiamo visto lavorare una McHale V660 grazie alla disponibilità dell'azienda agricola Repetti di Cortemaggiore (Pc). Il test è stato effettuato su erba medica di secondo taglio, abbondante e con uno stelo molto sviluppato. La McHale ha lavorato attorno ai 9 km orari, ma avremmo potuto anche aumentare l'andatura, volendo. Non ha mostrato nessun problema o segni di cedimento nonostante le andate piuttosto abbondanti e la velocità comunque sostenuta. A trainarla c'era un trattore di potenza adeguata: un T6050 New Holland da 120 cavalli; tuttavia il costruttore dichiara che la rotopressa funziona tranquillamente con una potenza minima di 60 cavalli e tre vie idrauliche: un doppio effetto più un ritorno libero.

 

La qualità delle rotoballe ci è sembrata, a prima vista, ottima. Cilindri perfettamente rotondi, ben legati e senza sbavature o cedimenti. Anche la densità interna ci è parsa buona e soprattutto in linea con quanto impostato dall'operatore. Il che ci porta, ovviamente, a parlare del computer gestionale o Expert plus. Il sistema è effettivamente molto semplice e basato su pochi tasti che consentono una navigazione agevole tra i diversi menu. Abbiamo schermate per impostare i parametri della rotoballa, per scegliere il tipo di prodotto, per settare il monitor del computer stesso e infine una pagina di lavoro nella quale è visualizzato lo stato della rotoballa in formazione ed eventuali messaggi di allarme.

 

Sentiamo però, per maggiore completezza d'informazione, anche il parere di Vittorio Repetti, conducente abituale del trattore con rotopressa. «Abbiamo preso la McHale nel maggio 2012, fidandoci molto di quanto ci ha detto la concessionaria Orlandi di San Giorgio Piacentino (Pc). Infatti non conoscevamo per nulla questo marchio, ma visto che il venditore ha portato buoni argomenti e il prezzo era contenuto, abbiamo deciso di provare. Finora siamo molto soddisfatti. I materiali, come promesso, sono di buona qualità; cosa del resto indispensabile per una macchina costruita in Irlanda, dove lavorano molto con prodotto verde. Per questo motivo, di partenza, le rotopresse del Nord Europa danno qualche garanzia di robustezza in più. Per esempio, la scelta di usare tre fasce in camera di pressatura ci sembra indovinata.

 

A parte ciò, ci piace la semplicità d'uso, anche del sistema gestionale, e assieme la buona produttività. È una macchina che “mangia”, come si dice, davvero tanto e che potrebbe lavorare a velocità ben maggiori dei 9 km orari che teniamo di solito noi. La qualità delle balle è buona e finora non ci sono stati guasti o problemi di nessun tipo. Abbiamo già usato anche i coltelli, trovandoli efficienti. Abbiamo tagliato del loietto per fare insilato fasciato e abbiamo ottenuto un buon prodotto». La macchina, al momento della nostra prova, aveva prodotto quasi mille rotoballe.

 

Anche la manutenzione esce promossa dalla valutazione dei proprietari: «Le catene sono lubrificate da un sistema continuo, molto comodo. Per le altre parti abbiamo punti di ingrassaggio raggruppati... Più qualcuno sparso, ma poca cosa. Nel complesso si fa presto a ingrassarla». Altro aspetto interessante, aggiunge il proprietario, è la possibilità di usare bobine di rete da 4mila metri, una dimensione che non tutte le rotopresse riescono a gestire.

 

Complessivamente, dunque, questa Mc Hale sembra essere una macchina con ottimi numeri: buone prestazioni produttive, buoni materiali, elevata qualità della rotoballa e facilità di gestione. Doti che unite a un prezzo concorrenziale - siamo ancora in fase di lancio del marchio - potrebbero avvicinare più d'un agricoltore alle verdi rotopresse d'Irlanda.

Allegati

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Rotopressa McHale V660 - Ultima modifica: 2013-03-08T00:00:00+01:00 da Redazione Macchine Agricole
Rotopressa McHale V660 - Ultima modifica: 2013-09-18T15:35:58+02:00 da Redazione Macchine Agricole

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