L’adozione di soluzioni agtech da parte degli agricoltori è sempre più diffusa, denotando una significativa apertura verso l’innovazione da parte del comparto primario. Ma l’adozione di soluzioni tecnologiche risulta procedere lentamente. A delineare lo scenario in materia è lo studio a cura di McKinsey & Company dal titolo “Agtech: Breaking down the farmer adoption dilemma”, basato su un’indagine che ha coinvolto 5.500 coltivatori in Europa, Asia, Nord America e Sud America. La ricerca, in particolare, delinea le diverse tendenze che caratterizzano l’adozione dell’agtech nelle differenti aree geografiche.
Lo scenario globale
Le attuali condizioni macroeconomiche, l’attenzione dei consumatori per la sostenibilità, le normative e l’evoluzione dei modelli di business potrebbero spingere ulteriormente gli agricoltori ad adottare i prodotti agtech (tecnologie per l’agricoltura), secondo il giudizio degli analisti. Ma, attualmente, esistono molteplici ostacoli alla scalabilità delle soluzioni agtech, tra cui ad esempio la frammentazione, la mancanza di un’architettura di dati standard e l’interoperabilità tra piattaforme. In base a quanto emerge dallo studio, se da un lato la maggior parte degli agricoltori ha beneficiato delle spinte macroeconomiche dei cicli globali delle materie prime, con il reddito agricolo che nel 2021 in molte regioni ha raggiunto il livello più alto in quasi un decennio e, secondo le proiezioni, si manterrà su livelli quasi da record nel 2022, dall’altro lato le pressioni inflazionistiche stanno aumentando e gli agricoltori si trovano ad affrontare una serie di sfide. Tra le altre, gli operatori devono controllare le previsioni meteorologiche, essere consapevoli dei cambiamenti nel panorama normativo o affrontare l’evoluzione delle preferenze dei consumatori, l’aumento dei costi dovuti all’inflazione e catene di approvvigionamento spesso inaffidabili.
Le soluzioni agtech guidano il futuro
Capitali esterni si sono riversati nell’industria agroalimentare per un valore di circa 18,2 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita del 38% circa su base annua dal 2013. Tale afflusso di capitali ha portato con sé nuove soluzioni tecnologiche per il settore agricolo. Nell’ultimo decennio, infatti, il numero di start-up agtech rivolte agli agricoltori è aumentato a dismisura. Gli agricoltori possono, quindi, sfruttare soluzioni software, hardware e di servizio che promettono di aumentare l’efficienza, mitigare i problemi e ridurre l’impatto ambientale. E così, come evidenziato nel report, in alcune regioni le soluzioni agtech stanno già guidando il futuro della produttività delle aziende agricole, riducendo i costi operativi e consentendo una crescita meno dispendiosa in termini di risorse. Le risposte degli agricoltori coinvolti nella ricerca rivelano che l’adozione delle tecnologie agronomiche varia notevolmente tra aree geografiche e che i ritorni sull’investimento ancora poco chiari e i prezzi elevati sono tra i principali fattori che tendono a frenarne l’adozione. Gli agricoltori europei e nordamericani sono in testa nell’adozione di prodotti agtech, con circa il 61% che attualmente utilizza o prevede di adottare un prodotto agtech nei prossimi due anni. Gli agricoltori europei, oltre a essere più preoccupati per i costi elevati (48%), segnalano come ulteriore ostacolo all’adozione le complessità di configurazione e utilizzo (32%).
Le diverse innovazioni
Per quanto riguarda i segmenti dell’agtech, il software per la gestione delle aziende agricole è quello più adottato dagli agricoltori (21%), seguito a ruota dall’utilizzo di hardware per il telerilevamento e l’agricoltura di precisione (15%). Le tecnologie legate alla sostenibilità (come software e hardware che misurano le emissioni di carbonio e monitorano e ottimizzano i sistemi di irrigazione) e l’automazione e la robotica, tecnologie che sono ancora agli albori, si attestano intorno al 5% di adozione. Nei prossimi due anni, si prevede una crescita limitata tra le varie categorie, infatti circa il 4% degli agricoltori ha dichiarato di volere adottare software per la gestione dell’azienda agricola, hardware per l’agricoltura di precisione, soluzioni di telerilevamento o tecnologie legate alla sostenibilità, mentre l’adozione di automazione e robotica dovrebbe essere leggermente inferiore, intorno al 2,5%.
I principali trend
Per migliorare i propri profitti, il 43% degli agricoltori intervistati si concentra sulla sperimentazione di nuovi prodotti per accrescere la resa. L’aumento dei prezzi dei fattori di produzione è attualmente la maggiore preoccupazione per gli agricoltori, con il 67% che indica l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione come una delle tre principali preoccupazioni per la redditività nei prossimi due anni. Il timore è fondato: gli agricoltori di tutto il mondo riferiscono che i prezzi dei fattori produttivi sono aumentati tra l’80% e il 250% circa negli ultimi anni. Dalla ricerca emerge che in tutti i mercati le grandi aziende agricole (oltre 5.000 acri) sono le più inclini ad adottare soluzioni agtech (81%), mentre il 76% delle aziende medie (da 2.000 a 5.000 acri) e il 36% delle piccole aziende (meno di 2.000 acri) utilizzano o prevedono di utilizzare almeno una tecnologia nei prossimi due anni. L’adozione dell’agtech non è uniforme. Ad esempio, l’Europa mostra differenze tra paese a paese, con la Germania in testa per l’adozione di marketplace per l’agribusiness (13%) e i Paesi Bassi al primo posto per l’uso di hardware per l’agricoltura di precisione (33%). L’analisi evidenzia, inoltre, che la regolamentazione svolge già un ruolo critico nel plasmare il futuro dell’agtech. In particolare, i dati dello studio mostrano che i programmi sponsorizzati dal governo sono i principali motori dell’adozione dei programmi di sostenibilità, con circa il 40% degli agricoltori che dichiara di partecipare a queste iniziative. I cambiamenti normativi proposti negli ultimi tre-cinque anni in vari paesi influenzeranno probabilmente la direzione dell’adozione e dell'innovazione agtech. Un’altra fonte di timore per gli agricoltori riguarda la sicurezza dei propri dati: il 20% di essi ritiene l’accesso ai dati l’ostacolo principale all’adozione di un software di gestione aziendale. I prodotti che offrono una maggiore personalizzazione e che forniscono informazioni scientifiche e attuabili per ottimizzare gli input sono, quindi, quelli che hanno maggiori probabilità di creare fiducia e di guadagnare terreno nell’attuale contesto inflazionistico.
Antonio Longo